Gruppi di lavoro misti per individuare le centrali degli integralisti islamici e prevenire nuovi attentati «Contro i kamikaze algeri chiede aiuto a Israle» di Aldo Baquis

Gruppi di lavoro misti per individuare le centrali degli integralisti islamici e prevenire nuovi attentati MAGHREB Gruppi di lavoro misti per individuare le centrali degli integralisti islamici e prevenire nuovi attentati Contro i kamikaze Algeri chiede aiuto a Israele Quarantadue uccisi dall'auto-bomba, contatti segreti tra i due Paesi TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Impegnata in una lotta allo spasimo contro il terrorismo islamico, entrato l'altro giorno nella fase degli attentati suicidi in grande stile, l'Algeria chiede aiuto all'«esperto n° 1» nella prevenzione dei «kamikaze di Allah»: Israele. Nel giorno in cui per le strade di Algeri si contavano le vittime dell'autobomba esplosa di fronte alla sede del Commissariato centrale - i morti sono saliti a 42, i feriti a 286 - a Tel Aviv il quotidiano «Yediot Ahronot» (ovviamente subito smentito) ha rivelato che da Algeri, negli ultimi tempi, sono venute proposte di scambi di informazioni sulle centrali del terrorismo islamico. In alcune dichiarazioni pubbliche, i dirigenti di Algeri hanno lasciato infatti intendere che i membri dell'«Esercito islamico di salvezza» possano godere di appoggi ed assistenza dall'estero. «Questi traditori e mercenari si prefiggono di distruggere l'Algeria» ha detto ieri il presidente Zeroual. E il premier Sifi ha aggiunto: «Un fanatismo del genere è estraneo alla nostra civiltà». Secondo «Yediot Ahronot», i contatti sono avvenuti a Vienna e all'Onu, a livello di ambasciatori. L'Algeria propone a Israele di istituire «gruppi di lavoro» nell'ambito dei quali potrebbero essere scambiate informazioni discrete sui grandi finanziatori del terrorismo islamico e sulle tecniche di prevenzione degli attentati. A Gerusalemme il ministero degli Esteri non ha confermato la notizia. Ma secondo fonti informate, già da tempo l'Algeria cerca di prendere contatti con Israele attraverso Paesi terzi e lascia trapelare il suo ammorbidimento verso lo Stato ebraico consentendo l'ingresso di israeliani originari di Algeri. Che Algeria e Israele possano trovarsi di fronte a un nemico comune lo dimostrano alcuni aspetti dell'attentato avvenuto di fronte al Commissarato centrale. Testimoni oculari hanno riferito che l'autista del camioncino - su cui c'erano almeno 100 chilogrammi di tritolo - è rimasto ucciso nella deflagrazione. C'era inoltre la concomitanza con l'inizio del Ramadan: nei giorni precedenti l'attentato, sia gli integralisti algerini sia quelli palestinesi nei Territori hanno preannunciato che la ricorrenza religiosa sarà caratterizzata da episodi di violenza. Gerusalemme, negli ultimi mesi, ha constatato di essere pres¬ soché disarmata di fronte ai kamikaze palestinesi: lo ha ammesso ancora ieri il viceministro della Difesa Mordechai Gur, incontrando un gruppo di coloni ebrei nell'insediamento di Netzarim, presso Gaza. In mancanza di sistemi migliori, Israele ha ordinato la chiusura a tempo indeterminato dei Territori e ha iniziato a fare uso sui palestinesi sospetti di cani addestrati a fiutare esplosivi. Ora tocca all'Algeria chiedersi se l'opposizione islamica sia entrata in una nuova fase di attentati compiuti da integralisti votati alla morte: il progetto dei terroristi che il 26 dicembre dirottarono a Marsiglia un Airbus dell'Air France era - secondo le autorità francesi - di farlo esplodere sopra a Parigi. Algerini e israeliani potrebbero trovare un terreno d'incontro in Egitto, dove oggi il ministro degli Esteri Peres sarà ricevuto dal presidente Mubarak. Ancora ieri quest'ultimo ha dichiarato: «Non consentiremo che i terroristi raggiungano i loro obiettivi». Aldo Baquis Lo scenario dell'esplosione di fronte alla sede del Commissariato Centrale e una donna ferita in ospedale

Persone citate: Mordechai Gur, Mubarak, Peres, Sifi, Zeroual