Il giovane è stato fermato per concorso in omicidio. Denunciato un altro tifoso per rissa «Vado a tagliare un genoano» di Pierangelo Sapegno

Il giovane è stato fermato per concorso in omicidio. Denunciato un altro tifoso per rissa Il giovane è stato fermato per concorso in omicidio. Denunciato un altro tifoso per rissa «Vado a tagliate un genoano» Un amico: ho dato io il coltello a Simone GENOVA DAL NOSTRO INVIATO Gli amici della curva, quelli che hanno fermato il calcio. C'è Simone Barbaglia che ha confessato tutto, e qualcosa di più, recitando al magistrato, Massimo Terrile, milanista anche lui, la formazione del Milan: «Non hai messo Savicevic», gli ha detto il sostituto. E lui: «E' infortunato». No, squalificato, l'ha corretto Terrile. Per la morte di Vincenzo Spagnolo, ragazzo di curva ucciso prima di Genoa-Milan, il giudice lo accuserà di omicidio volontario. C'è Matteo, neanche 18 anni, compagno di classe, che gli ha passato il coltello: «Me l'aveva chiesto prima di partire per Genova. Vado a tagliare un genoano, mi aveva detto». L'hanno fermato ieri per concorso in omicidio. C'è Christian, 19 anni, che ha scambiato il suo barbour blu scuro con quello verde di Simone, subito dopo il delitto, per depistare gli inquirenti, e che per questo è stato fermato all'uscita dello stadio, mentre i tifosi sfilavano davanti ai testimoni e ai carabinieri. Per ora, l'hanno denunciato per concorso in rissa. E poi ce ne sono altri, che erano con Barbaglia a Pontecurone, grande rissa fra tifosi, milanisti e sampdoriani, che viaggiavano su due treni. La prima verità sembra questa, che i ragazzi della curva non vengono dal niente, non finiscono accanto alla morte per caso, o per sbaglio. I carabinieri di Genova ne hanno denunciati sei (tutti di Milano, uno è minorenne, gli altri han- no 21, 22, 19 e 18 anni), e stanno indagando su di loro e su altri ancora, sugli amici del branco, per cercare complicità, connivenze, coperture. La Digos di Milano, invece, ne ha fermato uno, Matteo, che non ha ancora 18 anni e vive solo con sua madre in una casa di periferia. In camera sua hanno trovato sei coltelli: un machete con la lama lunga circa 40 centimetri, due daghe di stile orientale con le lame ricurve lunghe 30 cm, e altri tre pugnali. Agli inquirenti ha raccontato che venerdì Simone era andato in un'armeria ma che ne era uscito a mani vuote, e per questo era venuto a cercarlo: «Mi puoi prestare un coltello?». Sì, «scegli tu», gli aveva risposto. La frase sul «genoano da tagliare», avrebbe spiegato Matteo agli investigatori, «Simone l'avrebbe buttata lì senza pesare troppo le parole». Però, quando la partita era appena cominciata, e Simone era arrivato sulle gradinate bianco come un cencio, Matteo gli si era avvicinato: «Che è successo?» E Barbaglia: «Ho tagliato un genoano», aveva risposto. E poi gli aveva chiesto di dargli la sua sciarpa: «Io ti dò la mia». Matteo e Simone a Genova dovevano venirci assieme. Avevano appuntamento alla Centrale, domenica mattina alle 9,30, per il treno dei tifosi. «Non l'ho visto arrivare e allora sono partito con gli altri». Barbaglia ha preso poi il rapido delle 11, con gli altri amici del barbour e ha rivisto Matteo solo più tardi, poco prima che cominciasse la partita nel gabbiotto della Gradinata Sud riservato ai tifosi ospiti. «Mi disse che aveva preferito prendere un altro treno per evitare i controlli delle forze del'ordine». Il ragazzino della curva non ha capito bene quel che è successo. Hanno arrestato il suo amico, domenica sembrava di tornare indietro da un fronte di guerra, e ieri sera sono arrivati in casa quelli della Digos. Adesso l'inchiesta, dopo la perfetta operazione dei carabinieri, sembra quasi seguire due piste parallele, come se qualcuno volesse cercare una strada nuovi. Certo è che domenica i carabinieri hanno davvero realizzato un colpo eccezionale. Prima che arrivassero le segnalazioni degli altri tifosi milanisti, avevano già trovato da soli la traccia buona, visto che qualcuno di loro, infiltrato tra gli ultra, si era accorto di movimenti strani nel grup po degli amici del barbour. Così, mentre i milanisti erano tutti trattenuti dentro lo stadio, avevano fermato quattro tifosi che potevano aver assistito alla rissa. Uno di loro, poi, li ha aiutati a identificare altri che erano a conoscenza dei fatti. E da loro, infine, sono risaliti a Simone e ai suoi amici: li tenevano d'occhio dall'inizio della partita e li hanno seguiti fino a Milano, nel lungo viaggio sul bus. La giustizia è arrivata in fretta. Adesso, qui, in via Bobbio, dove è morto Vincenzo, ci sono i fiori, le sciarpe, le dediche. Una scritta sul muro: «Vivere nel cuore di chi resta non è morire. Ciao, Spagna». La Fossa dei grifoni. Gente di curva. Pierangelo Sapegno «Mi chiese l'arma prima di partire per Genova» A sinistra i coltelli sequestrati. A destra il ministro Brancaccio

Persone citate: Barbaglia, Brancaccio, Massimo Terrile, Savicevic, Simone Barbaglia, Simone Genova, Terrile, Vincenzo Spagnolo

Luoghi citati: Genova, Milano, Pontecurone, Spagna