Lungo incontro con Berlusconi. La decisione scatena la sinistra del ppi: «Devi andartene»«Buttiglione:sto con il Polo»

Lungo incontro con Berlusconi. La decisione scatena la sinistra del ppi: «Devi andartene» Lungo incontro con Berlusconi. La decisione scatena la sinistra del ppi: «Devi andartene» Buttiglione: sto con il Polo // leader: «Vogliono sfiduciarmi? Ci provino» ROMA. Roberto Formigoni è raggiante: «La proposta di Rocco è vincente nel partito - dice - e a questo punto io credo che si debba andare alle elezioni politiche a giugno sullo schema indicato da Buttigliene». Rosy Bindi, invece, è nera: «Manderemo il segretario in minoranza al Consiglio nazionale annuncia - e lui dovrà prenderne atto andandosene». Ma il «lui» in questione fa spallucce. E' stato un'ora e mezzo a colloquio con Silvio Berlusconi, mentre la sinistra di piazza del Gesù affilava le armi. E ora, uscendo da via dell'Anima, replica sorridente: «Mettermi in minoranza? Ci provino». Scene di un ppi diviso dalle aperture del suo leader a Forza Italia e An. Scene di un ppi che già si conta in vista del Cn del 9 e 10 febbraio. Sulla carta, in Consiglio nazionale, il segretario ha la maggioranza. Ma lo scarto è di una ventina di voti. E gli «indecisi» possono fare la differenza. Anche per questo, Buttiglione ammorbidisce un po' la linea: «Andare insieme ad An alle elezioni regionali? E' un salto un po' forte», osserva. E poi aggiunge: «Io non ho fatto nessuna apertura. Sto al centro. E Fini ci si è avvicinato». Ma Buttiglione non incanta la Bindi che è convinta di avere i numeri dalla sua: «Franco Marini che ha grande influenza sul Cn spiega - non è più con Buttiglione ma con noi». La «pasionaria bianca», nel Transatlantico di Montecitorio, rassicura l'ex (?) alleato Franco Bàssanini. E l'esponente pidiessino, rinfrancato, emerge da quel colloquio sorridendo: «Marini - sottolinea - sarebbe un ottimo segretario». Potrebbe essere questa la «carta» della «sinistra» popolare per convincere il responsabile organizzativo a tagliare i ponti con il leader-filosofo? «E che cosa concluderebbero?», replica l'ex deputato Michelangelo Agrusti, uno dei più ferventi sponsor di Buttiglione, che spiega: «Le liste del Consiglio nazionale le abbiamo fatte noi: Marini avrà due uomini lì dentro, non di più». Conti, e ancora conti. Accanto alle dichiarazioni di principio. Dal fronte «sinistro» arriva una pioggia di dichiarazioni. Dice Nino Andreatta: «Rischiamo di ripetere l'errore di Sturzo, cioè la partecipazione dei cattolici al primo governo Mussolini». Sottolinea Rosa Russo Iervolino: «Con An il ppi non si può alleare mai». Commenta sprezzante Guido Bodrato: «Il segretario vuole fare il sagrestano dei neofascisti: la sua posizione porta alla liquidazione del partito». Osserva Leopoldo Elia: «Cercheremo di metterlo in minoranza. Il nostro obiettivo è un altro: un'alleanza, per un periodo non breve, con i progressisti». Una sfilza di no, ma i «numeri»? Negli angoli più riparati di Montecitorio la «sinistra» fa i conti. A piazza del Gesù, gli uomini del segretario spulciano la Usta del Consiglio nazionale. Qualcuno chiede che cosa farà Ciriaco De Mita. Pare che sia d'accordo con Buttiglione. Del resto i suoi - Sanza e Gargani, tanto per fare due nomi - sono attestati sulla linea del segretario. Ma Nicola Mancino nega che sia così: «Ho parlato con Ciriaco stamattina - spiega - e mi ha detto che lui non potrà mai andare con An». Intanto i primi effetti della «svolta» buttiglioniana si fanno sentire anche in periferia. In Puglia salta l'accordo ppi-pds. Dalle Marche e dalla Sicilia arriva un «via libera» al leader. Con il leader del ppi si schierano anche la Calabria, la Toscana e la Milano di Formigoni. Altre regioni, come il Piemonte e il Veneto, sono spaccate a metà. Da tutta Italia arrivano fax a piazza del Gesù. La geografia del Cn è complessa. Dei consiglieri eletti 59 sono della maggioranza buttiglioniana e 31 appartengono alla minoranza. Ma al «parlamentino» appartengono anche i 30 senatori, i 33 rappresentanti del gruppo del ppi alla Camera e i 7 eurodeputati. E in questa pattuglia la sinistra ha la meglio (40-42 su 70). «Ma va là - replica Formigoni -, diciamoci la verità: i gruppi parlamentari non rappresentano più l'elettorato e quindi dovrebbero adeguarsi alle decisioni del partito». Gli altri numeri, del Cn, comunque, sono quasi tutti per Buttiglione: la maggior parte dei 20 segretari li ha scelti lui, come i membri della direzione che sono stati cooptati. Insomma, sono i deputati e i senatori la vera opposizione al segretario. I primi soprattutto. Ed è proprio pensando a questo che Formigoni spinge l'acceleratore: «Elezioni a giugno ripete - perché si sta costruendo im nuovo polo moderato e sarebbe giusto avere presto la verifica di questa novità». Elezioni a giugno: l'unico modo per disfarsi dei parlamentari che, come ricorda con orgoglio la Bindi, «sono stati scjlti da Martinazzoli e non da Buttiglione». Maria Teresa Meli Rosy Bindi esponente di spicco nell'«ala sinistra» del ppi