La Loggia: Bossi sapeva tutto sul decreto Biondi «La prova?Una lettera» di R. I.

La Loggia: Bossi sapeva tutto sul decreto Biondi La prova? Una lettera La Loggia: Bossi sapeva tutto sul decreto Biondi ROMA. Enrico La Loggia nei panni di Sherlock Holmes produce una «prova inequivocabile»: la lettera che ritiene «totalmente legittimo» il decreto Biondi, missiva che reca una data «18/7/94» e tre firme: Gianfranco Fini, Pier Ferdinando Casini e... Umberto Bossi. «Non è vero che erano slati imbrogliati, come Bossi tuonò - dice La Loggia - e questa è la prova provata perché firmando la lettera se ne assunse ogni responsabilità. Io non sono contrario che anche un analfabeta possa assurgere alle più alte responsabilità politiche, ma non se ne deve fare un vanto...! Raccomanderei a Dini di rifiutare la fiducia di chi non merita fiducia, di chi ha l'abitudine di mentire sapendo di mentire». Nella lettera si legge, fra l'altro: «Il decreto ha incontrato una vasta opposizione nel Paese e nel Parlamento... per questo ne proponiamo la reiezione e ci impegniamo all'approvazione entro metà agosto di un ddl che ne ricalchi i contenuti». [r. i.]

Persone citate: Bossi, Dini, Enrico La Loggia, Gianfranco Fini, Pier Ferdinando Casini, Sherlock Holmes, Umberto Bossi

Luoghi citati: Roma