MILLENIUM lo spettatore in viaggio nel teatro-cantiere
MILLENIUM MILLENIUM Lo spettatore in viaggio nel teatro- cantiere LO spettacolo? Si propone di mettere lo spettatore nella stessa condizione in cui viene a trovarsi il viaggiatore occidentale quando assiste ad un evento rituale, espressione di una cultura a lui sconosciuta». Così Richi Ferrerò, Roberto Castello e Giuseppe Zambon definiscono «Millenium», l'evento che dal 30 gennaio al 13 febbraio trasformerà lo Juvarra in un «cantiere per il teatro». Tre artisti della scena cittadina con caratteristiche molto diverse, Ferrerò (regia), Castello (coreografie) e Zambon (musiche, con Ezio Bosso). Un passato d'esperienze differenti alle spalle, che ora si fondono in un progetto comune, firmato Granserraglio. Dopo le installazioni nelle piazze del centro, dopo i tram diventati percorsi onirici, ecco la trasformazione di uno spazio che all'«evento» nasce già dedicato: il teatro. «Si parte dalla riconversione di un teatro classico, all'italiana, quale è lo Juvarra - spiegano i tre artisti - per dare vita a uno spazio laboratoriale e di ricerca». Il primo passo è stato quello di smantellare completamente la platea, per farla diventare un luogo di «teatro totale». «Lo spazio così ottenuto diviene una sorta di cantiere culturale aperto all'ospitalità di artisti nazionali e internazio- L'interno dello Jurarrci trasformalo per Millenium. Sotto, Silvia Giolito, in Gofatansogn nali, che hanno bisogno di un'area di lavoro per allestimenti che non prevedano la separazione tra pubblico e azione scenica». Così in «Millenium» lo spettatore, che è anche il protagonista di un percorso, un «viaggiatore», si troverà trasportato nel vivo di uno dei riti primordiali comuni al'intera umanità. Quale? L'allestimento di un mercato, di frutta e verdura, dalle valenze magiche e religiose. Nevicate blu, the caldo da bere, gente intorno, affaccendata. «L'occasionale spettatore del rito - spiegano Ferrerò, Castello e Zambon - è estraneo al significato di ciò cui sta per assistere e non ha strumenti per decodificarlo: malgrado questa "distanza", si arriva sempre a una "comprensione", grazie al coinvolgimento emozionale e all'affiorare di archetipi antropologici universali». Come dire che certi linguaggi sono comuni a tutti gli uomini: i suoni, i toni, le cadenze. In assenza di una lingua codificata e di una struttura narrativa nota, ecco che il suono e il gesto ritornano ad essere importanti, strumenti <(primi» di comunicazione. A questo patrimonio di sfumature gestuali e di sonorità vocali attinge «Millenium»: al di là della parola. Cri TUTTA la drammaturgia di questo secolo avviato alla conclusione, tutta la ricca, contraddittoria, straordinaria esperienza culturale vissuta tra il 1901 e il 1995 è l'immensa riserva cui 5 scuole di recitazione torinesi sono state invitate ad attingere per partecipare a «1901 - 1995: un secolo per nuovi attori». Si tratta infatti di una rassegna di spettacolisaggio delle principali scuole di Torino e cintura, un'occasione, ideata dal Gruppo della Rocca, per mettere a confronto i diversi metodi di insegnamento e le scelte stilistiche compiute da ciascuna. Gli allievi e i loro insegnanti proporranno dunque al pubblico del Teatro Adua le loro produzioni migliori, lungo 5 serate disseminate tra gennaio e maggio. Il primo appuntamento è lunedì 30 gennaio con il laboratorio teatrale TiEnneTì-TeatroNonTeatro di Moncalieri. Va in scena «Diciotto tentativi per diventare santo», un testo che il regista Giovanni Boni ha tratto liberamente da un romanzo di Jean Vautrin. Il 13 marzo è la volta di un'altra scuola di Moncalieri, Teatranza-Artedrama, che presenta «La dilazione» di Durrenmatt. La regia è curata da Rossana Dassetto e Elena Narducci. La torinese Scuola di Teatro Sergio Tofano, invece, propone l'adattamento teatrale che Mario Moretti e Viveka Melander fecero di «Cuore di Cane» di Michail Bulgakov. Lo spettacolo, con la regia di Santo Versace, sarà rappresentato il 21 marzo. L'8 maggio è poi la serata del Centro Formazione Teatrale - Teatro delle Dieci con lo spettacolo «Se ben che siamo donne», un collage di materiali teatrali e non, curato da Silvia De Rossi; infine, il 15 maggio, la Scuola di Teatro Anna Bolens presenta «Così è (se vi pare)» diretto da Anna Marcelli. Informazioni all'850.751. [m. bo.] stina Caccia
Luoghi citati: Moncalieri, Torino
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