LE MILLE E UNA DE STRA di Pierluigi Battista

LE MILLE E UNA DE STRA LE MILLE E UNA DE STRA Volti, storie, idee: dal msi di Almirante alla svolta di Fini IROMA STANTANEE da un continente esplorato per la prima volta. Frammenti di un universo sinora sconosciuto. Sonde per penetrare nel territorio alieno della Destra italiana. E così la scoperta di un pezzo d'Italia ignorato fino a nemmeno un anno fa diventa, anche nell'editoria italiana, una caccia all'oggetto misterioso, una missione conoscitiva all'interno di una comunità umana e politica fino a ieri vissuta come una conventicola di reietti, condannati al pittoresco del folklore politico, al sospetto di complicità con le pagine più nere della vita dell'Italia repubblicana, alla messa al bando che la democrazia antifascista ha decretato nei confronti degli eredi di Mussolini, a loro volta perfettamente modellatisi per quasi cinquant'anni sulla fisionomia emotiva e psicologica dei «vinti», sovraccarichi di inestinguibili risentimenti e prigionieri di un piccolo mondo senza finestre dove il valore primario era rappresentato dalla fedeltà alle origini. Una carrellata di volti, percorsi biografici e itinerari esistenziali, una sequenza di fotografie scattate sulla gente fascista e post-fascista che in questi giorni prendono forma in due libri, Mai di destra di Stefano Di Michele e Alessandro Galiani (Sperling &• Kupfer, pp. 265, L. 24.500) e Interrogatorio alle destre di Michele Brambilla (Rizzoli, pp. 217, L. 28.000). Scritti da giornalisti, e nel caso di Di Michele e Galiani da giornalisti dell'Ltoifà «geneticamente» molto lontani dall'oggetto della loro indagine, i due libri si snodano attraverso ritratti e interviste che restituiscono segmenti e tasselli della composita galassia dell'universo politico che sta celebrando solennemente la trasformazione in Alleanza Nazionale. Un coro di favorevoli alla «svolta» di Fini, ma anche di oppositori, irriducibili, avversari, fascisti intransigenti, tradizionalisti, cattolici integralisti, adepti dell'esoterismo e pure bombardi. Dove si ricava, come spiega uno degli interpellati da Brambilla, Franco Cardini, come sia impossibile ridurre a unità le mille «destre» che convivono nel capiente contenitore «destra» evocato sovente a sproposito nella pubblicistica corrente. Come sia, in altre parole, oltremodo arduo raccappezzarsi in quel calderone in cui hanno convissuto, non di rado in modo conflittuale, vestali del tradizionalismo religioso e cultori di un febbricitante neo-paganesimo magari ibridato con cascami di mitologia nordica, epigoni del sovversivismo anarcodestrorso e cantori dello Stato forte, fautori del nazional-popolare e nostalgici dello Statoregime. Il merito dei due libri è quello di restituire la variegata complessità delle biografie che danno carne e sostanza a posizioni che altrimenti resterebbero confinate nel gelo delle astrazioni concettuali. Itinerari umani maturati nel corso di cinquant'anni il cui unico dato accomunante sembra essere l'ostinata volontà di restare «contro». Contro gli ordinamenti scaturiti dalla catastrofe del nazi-fascismo, contro la sinistra che ha «egemonizzato» scuole e università, contro i vincitori che hanno edificato la democrazia, contro il conformismo della maggioranza che vorrebbe cancellare, con incontinenza autoassolutoria, persino nel ricordo il grado di «consenso» che gli italiani tributarono al regime mussoliniano. «Essere contro». L'isolamento LmMIoM La «lidia morir» di Mazzantini Ionia da Marsilio Due inchieste mornalisliche, un mondo variegato: gli. intellettuali e i. politici del nuovo corso contro i nostalgici, ibombaroli, gli esoterici zione di quel ruolo maledetto che l'avversario le aveva riservato in linea di principio. La sindrome del ghetto. La claustrofilia. Il riconoscersi nella «voce della fogna», come si che Franco Cardini definisce «autistico» del neo-fascismo italiano trae da questo sentimento il proprio alimento psico-politico fino a sospingere la destra italiana nell'autoassun- chiamava una pubblicazione della destra underground nella fine degli anni Settanta. Di questo universo antropologico il volume di Di Michele o Galiani restituisce la metà, per così dire, solare, e quello di Brambilla, la parte più cupa e notturna. Saltellano in Mal di destra Pinuccio Tata rei la, il «Richolieu di Cerignola» che si impatacca giacca e cravatta annegando nei sughi e incarna il ruolo del furbo tessitore; Gianfranco Fini l'imperturbabile; Francesco Storace l'estroso ma fedele; Alessandra Mussolini l'esuberante; Donna Assunta Almirante l'imperiosa custode delle reliquie. E poi il ruspante Buontempo, il bastian contrario Giorgio Pisano, Maurizio Gasparri il Tigellino. E quelli che saltano sul carro. E quelli che allineano i libri di culto negli scaffali. E quelli che hanno appreso con sorprendente rapidità l'arte della lottizzazione. Fanno ressa invoce nello pagine di Brambilla le figure di un passato che ancora non passa. Il suo «interrogatorio» passa al setaccio le posizioni di Pino Rauti, con Franco Freda prende di petto il radicalismo eversivo di destra coinvolto nella strategia della tensione, s'addentra nei meandri del tradizionalismo controrivoluzionario. Poi sottopone a giudizio gli intellettuali piti rappresentativi di una destra culturale che oggi SOCIETÀ EDIT P.L. Baima Bollono La scienza nel mondo degli spiriti Religione pàg 308 u i ;)?nco L'uomo conlempoianeo esprime un notevole interesse per gli aspetti magici, irrazionali, paranormali della vita. La scienza ufficia le ignora questi lenomeni. ma l'Autore ritiene che sia uh errore, dal momento che essi, storicamente, si accompagnano allo sviluppo culturale delle vane società E questo è scientificamente rilevante. Nel saggio sono classificate le vane manifestazioni paranormali, se ne traccia un profilo storico e se ne dà un'interpretazione. PREMIO DI POESIA LORENZO MONTANO stenta a trovare un minimo comune denominatore, da Marco Tarchi, oggi molto critico nei confronti di questa «destra di governo» a Marcello Veneziani, da Cardini a Gianfranco De Turris. Peccato che alla l'ine, con tanti volti, con tante fisionomie, con tanti percorsi che si intrecciano e si aggrovigliano si rischi di restare storditi come per gli effetti di un'indigestione. Oppure con l'impressione che la fine del tabù, la fine di quell'interdetto che impediva di guardare alla destra come a un universo popolato non da mostri ma da persone che appartengono nel bene e nel malo alla vicenda culturale e antropologica italiana (interdetto sfidato da pochissimi studiosi, primi tra i quali Piero Ignazi e Roberto Chiarini) tutto questo rischi di introdurre nuovi clichés, segnali altrettanto convenzionali e alla lunga (-ausa di nuove pigrizie mentali. Si! il teatrino degli «Epurator» e degli «er Pecora», delle avvenenti nipoti del Duce e dei «Richelieu di Cerignola» dovesse diventare la versione umana, troppo umana della galleria di mostri d'un tempo, la destra italiana continuerebbe a restare un oggetto misterioso. Mimo corrusco, certo. Ma non meno inafferrabile. Pierluigi Battista RICE INTERNAZIONALE TORINO Redigi Baima Bollane w«i'spiBmEl"0NDO —

Luoghi citati: Cerignola, Italia, Torino