Andre & Pete avanti così
Agli Australian Open ritrovati spettacolo, lacrime e pathos Agli Australian Open ritrovati spettacolo, lacrime e pathos Andre & Pete, avanti così Agassi-Sampras come i vecchi eroi PER IL TENNIS UNA NUOVA RIVALITÀ' LA notizia è: il tennis non è morto. E' risorto domenica a Melbourne. A compiere il miracolo sono stati Agassi e Sampras, protagonisti di una delle edizioni più vive e drammatiche della novantcnnale storia degli Australian Open. Il Centrale di Melbourne ha restituito agli appassionati una rivalità che si attendeva da anni; in quindici giorni Melbourne ha offerto buon tennis, grandi partite, e soprattutto - era ora spettacolo: lacrime, pathos, euforia, disperazione. Vecchi ingredienti per nuove storie. Avete presente Borg e Connors, Lendl e McEnroe? 1 nuovi attori sono invece Pete il «Greco» e Andre l'«Iraniano», campioni del Melting Pot americano. Due storie, due stili di vita e di gioco, due personalità opposte. Per arrivare a collidere, a produrre scintille, i due campioni hanno dovuto però in qualche modo avvicinarsi l'uno all'altro, guardarsi allo specchio e rubarsi qualcosa. Come il vecchio leone in cerca di coraggio nel vecchio film con Judy Garland (Il mago di Oz), Sampras, numero uno del mondo, mister «No emotion» come lo chiamano gli americani, soffrendo in campo per il suo coach Tim Gullickson lia messo a nudo davanti a milioni di persone il cuore che aveva sempre tenuto sepolto sotto la corazza da americanone forte e vuoto. I suoi singhiozzi durante il match con Courier hanno forato il video e fatto il giro del mondo. «La gente finalmente ha capito che non sono un robot, che ho emozioni profonde come chiunque altro», ha detto Sampras a Melbourne. Ed è tutta roba genuina, questa, i signori del marketing e della pubblicità stavol- ta non c'entrano. Il discorso vale anche nel caso di Agassi. Il ragazzo non ha mancato di personalità, riesce a portare a mille l'audience anche quando davanti si trova un mezzo bluff (vedi l'incontro con Rafter), ma da un anno ha cambiato marcia e oggi fa davvero paura. Non tanto per il nuovo look da pirata metropolitano - con la bandana sembra il capo di una gang di teppisti di strada, quando se la toglie e mostra il bulbo rado, lo zio di un teppista da strada - ma per com'è migliorato tecnica¬ mente, atleticamente e tatticamente. Lo avevamo già visto in tiro a New York, ben preparato dall'uomo-Montagna Gii Reyes e ottimamente consigliato da quella lenza di Brad Gilbert, ma c'era sempre la sensazione che il Kid fosse specialista negli exploit isolati. A Melbourne è arrivato qualcosa di più: la conferma che ora c'è la continuità. «Una volta non mi piaceva l'idea di venire quaggiù - ha detto il numero due del mondo perché dovevo interrompere le vacanze di Natale. Adesso ho capito che se voglio essere un vero professionista la mia stagione deve iniziare in Australia». Andre, è vero, ha avuto un tabellone fortunato, gli sono capitati avversari morbidi o acerbi, mentre Sampras con ancora addosso i morsi di tre belve come Larsson, Courier (un match addirittura epico) e Chang, è arrivato stremato alla dream final, la finale da sogno, come l'hanno chiamata i giornali australiani che hanno montato l'evento. Però prima del big match Agassi non aveva concesso un solo set, era stato in campo complessivamente otto ore e 20 minuti contro le oltre 14 di Sampras. Domenica, nel dopomatch, i due si sono già dati appuntamento a Parigi, nel prossimo maggio, l'unico pezzetto di Slam che manca ad entrambi. Agassi il pirata ci arriverà per sognare il Grande Slam, Pete dal cuore ritrovato per difendere il suo primato in classifica. Sulla terra rossa francese sarà più difficile per Pete fulminare i suoi ace e arrivare senza danni alla volée. Agassi, che ormai è più un giocatore da cemento che da lento, troverà meno facilmente il timing sui suoi due devastanti fondamentali. Ma - Bruguera, Courier, Berasategui e Chang permettendo saranno di nuovo loro i duellanti, e questa volta, probabilmente, si giocheranno la poltrona da numero uno. Alessandro De Giorgi e A fianco l'americano Pete Sampras, detto il Greco, che si è messo a piangere durante il match contro il connazionale Courier (foto piccola a destra) Grande audience per Andre Agassi, il pirata metropolitano, anche quando affronta avversari modesti
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