Stop con qualche dubbio

Stop con qualche dubbio Le prime reazioni alla decisione di sospendere domenica tutta l'attività nazionale Stop con qualche dubbio Basket e volley: obbediamo, però... IERI lo sport italiano è stato messo, per la verità all'inizio in maniera molto approssimativa, di fronte all'iniziativa, o all'ordine, emanato da Pescante, presidente del Coni, di sostare, in riferimento ai fatti di Genova. Fermi i campionati e le manifestazioni nazionali domenicali, non le attività a carattere internazionale. Giocheranno dunque regolarmente i tennisti impegnati in Italia-Repubblica Ceka di Coppa Davis, in programma nel prossimo week-end a Napoli, anche se, in un primo momento, sembrava in pericolo l'ultima e forse decisiva giornata. E Paolo Galgani, presidente del tennis, aveva subito messo le mani avanti: «Per noi il discorso è di tipo giuridico: la Coppa Davis è una manifestazione della federazione internazionale. Il Coni, il cui presidente Pescante è anche membro del Ciò, dovrebbe tenere conto delle conseguenza. di un nostro ritiro: sconfitta a tavolino e squalifica per l'anno dopo. Ed è impossibile chiedere spostamenti di data. Proprio per questo direi che la sosta dovrebbe riguardare solo il calcio, senza toccare gli sport che non hanno mai fatto ammazzare nessuno». Qualche diversità di vedute, tra Federazione e Lega, nei due maggiori sport extracalcistici domenicali, basket e pallavolo. Da una parte totale solidarietà di Gianni Petrucci e Paolo Borghi, allineati con Pescante. «Bloccare gli eventi sportivi di domenica prossima è la decisione più logica che si poteva prendere - ha detto Petrucci -, anche se questo ci creerà dei problemi. La vita umana è sacra e vale di più di ogni altra cosa al mondo. Fermarsi significa inchinarsi di fronte al dolore di una famiglia e porta a una profonda riflessione: il mondo dello sport deve interrogarsi sul futuro che lo aspetta e smentire il luogo comune che lo vuole in- serito in un meccanismo inarrestabile perchè condizionato solo da interessi economici. Questo che ai più superficiali potrebbe apparire come un passo indietro, sarà domani la basa per ripartire». E Borghi: «Prendo atto disciplinatamente delle decisioni del Coni. In un momento così drammatico,la solidarietà è addirittura un dovere morale. Sono peraltro cosciente che l'iniziativa colpisce duramente tutti coloro che lo sport praticano, in assoluto rispetto del leggi e delle norme, pagando in prima persona». Dicono: «Mi adeguo, però...» coloro che rappresentano le società di vertice di basket e pallavolo: «Personalmente non ritenevo necessario un blocco totale - ammette Roberto Allievi, presidente della Lega Basket -, ma prendo atto che lo sport italiano deve dare un segnale for¬ te, fermo, e allora ci allineiamo, anche se noi abbiamo già preso le nostre iniziative contro la violenza, e con buoni risultati». E Pietro Peja, presidente della Lega Volley, precisa: «Accetto il segnale forte, una tantum, ma non bisogna fare di ogni erba un fascio. E occorre impegnarsi in una seria politica di prevenzione e di repressione, altrimenti temo che si dia soltanto la stura a situazioni demagogiche». Fuori dai giochi, l'Unire, che gestisce l'attività ippica, ma che non è federazione olimpica. Ma le parole del commissario Valentino («Il calendario delle corse non è modificabile se non per accertate cause di forza maggiore o per eventi non prevedibili al momento della sua redazione») potrebbero far pensare a uno spazio per dire di sì all'iniziativa di Pescante. E assolutamente d'accordo sulla sospensione del calcio è Vittorio Cecchi Gori, presidente della Fiorentina, che già in passato aveva parlato della sua società «assediata» e che ora ribadisce la necessità di una battaglia decisa contro la violenza: «Sospendere il calcio per una giornata è decisione saggia. Più volte, di fronte a episodi gravi e ingiustificabili, ho auspicato misure drastiche. Se non potessi garantire serenità alla squadra, ai tifosi e alla città, non esiterei a dimettermi, e sono già stato sul punto di farlo». La tragedia di Genova e le decisioni del Coni hanno varcato anche i confini italiani: se ne è discusso anche al Parlamento europeo di Bruxelles, nella commissione cultura, gioventù e sport. E anche lì, visioni divergenti. Corrado Augias, del pds, si è pronunciato per «la giustezza dello stop, così che lo sport dia un segnale forte e concreto». Giampiero Boniperti, di Forza Europa, che proprio a Bruxelles ha vissuto in prima persona la tragedia dell'Heysel, è invece decisamente contrario alla domenica bianca: «Lo sport non deve fermarsi, non deve arrendersi. Si combatta invece, e alle radici, questo tipo di violenza. E' un problema di forza pubblica: certa gentaglia non deve circolare a piede libero in una società civile». Parte da Boniperti anche una sorta di coinvolgimento delle società, che «danno biglietti ai gruppi di tifosi organizzati, perchè questi minacciano, in caso contrario, di sfasciare lo stadio o nella migliore delle ipotesi di fare squalificare il campo». E toccherà proprio a Boniperti tenere i collegamenti fra Matarrese e la commissione europea, [g. p. o] Allievi: fermare tutto non era necessario, il basket fa controlli Bonipertì contrario: una resa assurda ai teppisti; lo sport deve avere i mezzi per combatterli Petrucci (a lato) presidente della Federbasket In alto, i suoi colleghi Galgani (tennis), a sinistra, e Borghi (pallavolo)

Luoghi citati: Bruxelles, Forza Europa, Genova, Italia, Napoli