Intervista a luci rosse per Zhirinovskij di Franco Pantarelli

Intervista a luci rosse per Zhirinovskij «Perché non sei venuta in topless? Facciamo l'amore». E poi: «Mi piace sentire le donne piangere» Intervista a luci rosse per Zhirinovskij Pesanti avances del leader nazionalista alla giornalista di Playboy NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Un Vladimir Zhirinovskij scatenato, molto «macho» e allo stesso tempo molto patetico e terrorizzato dalle donne, quello che appare nel ritratto che al leader nazionalista russo dedica il numero di marzo di Playboy. Per scriverlo, l'inviata della rivista, Jennifer Gould, ha seguito Zhirinovskij in una crociera sul Volga di alcuni giorni, registrando tutto ciò che lui diceva o faceva. Il suo intento era di farlo parlare di politica, di Eltsin, del momento che sta attraversando la Russia, delle sue ambizioni alle elezioni del 1996, ma lui non ci stava: quello che voleva era parlare di sesso e lo ha fatto parecchio, in un modo che al confronto la classica caserma appare un club di anziani gentiluomini. Qualche esempio? Ecco che a un certo punto dell'intervista il possibile futuro capo della Russia chiama una sua guardia del corpo e le indica la giornalista: «Siediti, toccale le gambe. Eccitala. Lavoratela. E tu Jennifer, bevi, bevi, bevi. E rilassati». Lei cerca di cavarsela come può. E' sconcertata ma non ha voglia di piantarla lì perché dopotutto il «ritratto» di quell'uomo sta venendo fuori abbastanza «pepato». Così decide di stringere i denti e di lasciarlo sfogare. E Zhirinovskij si sfoga. La rimprovera perché con la sua sola presenza sta «violentando» gli uomini presenti; sostiene che per lavorare meglio lei e la sua interprete dovrebbero mettersi in topless e poi confessa la sua debolezza, il sesso di gruppo, e il diletto che prova nel «guardare». «Dai, fammi contento per un po'. Qui siete in quattro (la Jennifer, la sua interprete e due guardie del corpo, ndr). Fatelo voi quattro. Così io mi eccito e poi vi raggiungo». L'inviata di Playboy cerca di distrarre l'intervistato dalle sue fantasie buttandola sul «culturale». Che ne pensa dell'antica questione della superiorità dell'uomo sulla donna? Zhirinovskij ha delle idee da esporre e per un momento si calma. «E' difficile per le donne pensare globalmente», sentenzia. Poi se la prende con Hillary Clinton. E' lei, spiega, che non consente al Presidente americano di concentrarsi sulla politica. «Penso che quando lui era governatore e non pagava le tasse dovute lo faceva per lei. Aveva bisogno di soldi per compiacerla, per comprarle dei regali. Sono sempre le donne a spingere gli uomini al crimine». Ma queste alte riflessioni sono troppo faticose per restarci a lungo. Zhirinovskij ha bisogno di riprendersi un po' e torna ad argomenti su cui si sen¬ te più ferrato e sui cui ritiene più facile sentenziare. Per esempio indovinate un po' - le attività che si compiono al letto. «Una vergine non può semplicemente darsi», spiega con la sicurezza di chi annuncia una verità incontestabile e universalmente riconosciuta. «Ci vuole sempre un po' di violenza». E poi, interrogando se stesso nel profondo: «Io mi sento bene quando una donna scoppia a piangere. E' come... ah, come mi piace quella sofferenza!». Poi si ferma un momento, raccoglie la testa nelle mani come per raccogliere i propri pensieri o rivivere mentalmente qualche frustrazione subita, e ammonisce: «Non mi piace invece che una donna parli durante il coito. Deve gridare, gridare, gridare, e non dire che ha freddo alle gambe e che vuole una coperta». Franco Pantarelli

Persone citate: Eltsin, Hillary Clinton, Jennifer Gould, Vladimir Zhirinovskij, Zhirinovskij

Luoghi citati: New York, Russia