«Sicurezza, paghino le società» di Gian Paolo Ormezzano

«Sicurezza, paghino le società» «Sicurezza, paghino le società» Nove miliardi l'anno per polizia e carabinieri UN'EMERGENZA IN CIFRE POCHI giorni fa Maurizio Marinelli, direttore del Centro Studi della Polizia, aveva fatto conoscere il rapporto annuale sullo «stragogie di contrasto alla criminalità», con un capitolo sulla valutazione economica dei servizi di polizia nella lotta al crimine: uno speciale riguardo era rivolto ai costi sociali per il mantenimento dell'ordine pubblico nelle partite di calcio. Al di là dell'immenso bla-bla-bla di questi momenti, con tutti che hanno ragione e torto insieme, ci sono nel rapporto alcuni punti fermi che possono servire per una delle poche soluzioni valide del problema. E cioè: le forze dell'ordine (polizia soprattutto, attualmente la più impegnata negli stadi, ma anche carabinieri e guardia di finanza) addette al campionato di calcio professionistico, cioè alla serie A, B e C, costano allo Stato, dunque ai contribuenti, qualcosa come 8 miliardi e mezzo l'anno (più mezzi e carburante). Questa cifra deve essere pagata - ecco il punto - direttamente dalle stesse società calcistiche: come fanno, ad esempio, le società ci- distiche, che pagano la polizia stradale quando vogliono che la loro corsa sia scortata. Il denaro risparmiato dovrebbe essere destinato, dallo stesso ministero degli Interni e, per quel che riguarda i loro uomini, dai ministeri della Difesa e della Finanza, al miglioramento delle attrezzature del servizio d'ordine. Ma a questo punto lasciamo la parola a Maurizio Marinelli, autore del rapporto insieme con altri, e a Eugenio Bravo, segretario piemontese del Siulp, il sindacato degli agenti di polizia. Dice Marinelli: «Nella stagione 1993-94 le forze dell'ordine impiegate nelle tre massime serie calcistiche sono state di 150.295 unità, circa 1500 in meno della stagione precedente e ben 13.500 in meno del 1991-92. Ma non è un dato ottimistico: si tratta semplicemente di spostamento di esse, specie di carabinieri, su campionati minori, perché anche lì sono sorti problemi di ordine pubblico. E sono altre spese, da conteggiare a parte». Continua: «In media nell'anno il costo sociale di questi servizi calcistici è sugli 8 miliardi e mezzo. Potrebbero, dovrebbero essere ascritti alle società: che allora si darebbero da fare per la riduzione di questa spesa, agendo finalmente a fondo sui tifosi. L'erario, così alleggerito, potrebbe e dovrebbe destinare questi soldi risparmiati al miglioramento dell'attrezzzatura nostra, ad esempio dotandoci di idranti, dei nostri equipaggiamenti: con vantaggio di tutti, fuorché di teppisti e delinquenti». Così elementare che pochi lo vorranno capire. Perché capire significa, doverosamente, fare. «Siamo partiti dalle società ciclistiche, che pagano il loro servizio d'ordine stradaiolo, per dilatare il problema al calcio, che deve addirittura fermare gli assassini». Eugenio Bravo disegna la domenica di un agente di polizia: «Strappato alla famiglia, agli affetti, al riposo, sbattuto in uno stadio, a prendere insulti, colpi. Spesso, mancando gli uomini ad hoc e non bastando i rinforzi esterni, si ricorre a personale di emergenza, scomodando agenti anziani, da tavolino di commissariato. E li si manda allo stadio male equipaggiati, neppure col cinturone a cui appendere lo sfollagente, il casco, il sacchetto dei panini gelati. Tutto questo si tradurrà, nella settimana seguente, in recuperi del giorno di riposo: cioè uffici sguarniti, pratiche ritardate, auto volanti in numero ridotto, meno forze per la lotta alla criminalità diciamo di tutti i giorni. Sempre sulla pelle del cittadino». Perché per riempire egualmente un commissariato di personale, bisognerà pagare altri straordinari. Cosa ci costerà il lungo, tragico giorno di Genova, con centinaia di agenti impegnati per dodici ore consecutive, esposti a rischi tremendi, con auto di polizia e carabinieri distrutte, con soluzioni costose per l'esodo dei tifosi milanisti? Come tutto ciò sarà pagato in commissariati impoveriti di uomini, in riduzione di pattuglie? Otto miliardi e mezzo sono, al lordo, un ingaggio di un giocatore top. Perché devono essere pagati, dopo un lungo giro abbastanza vizioso, da noi? Gian Paolo Ormezzano

Persone citate: Eugenio Bravo, Marinelli, Maurizio Marinelli

Luoghi citati: Genova