Andreotti: soldi italiani ai testimoni dell'accusa

Andreotti: soldi italiani ai testimoni dell'accusa «E Caselli fu 'imbeccato' da un avvocato» Andreotti: soldi italiani ai testimoni dell'accusa Ma un nuovo supertestimone conferma i rapporti tra il senatore e i Salvo ROMA. Giulio Andreotti contrattacca e lancia accuse pesantissime. In una intervista a Italia Radio il senatore a vita ha detto che la testimonianza contro di lui del pentito Balduccio Di Maggio è stata resa soltanto dopo un incontro tra il difensore del pentito e il procuratore di Palermo Caselli. Andreotti ha inoltre sostenuto di avere le prove di «soldi italiani» giunti ai testi d'accusa. Dopo avere rilevato che nei suoi primi interrogatori Di Maggio non avrebbe fatto menzione dell'incontro con Rima, Andreotti ha detto: «Duegiorni prima che il Senato traesse le sue conclusioni sull'autorizzazione a procedere, c'è stato questo interrogatorio, stranamente preceduto da un incontro occasionale avvenuto nel coitile del tribunale di Torino, quattro giorni prima, del procuratore di Palermo con l'avvocato difensore di Di Maggio». Sta dicendo - gli è stato chiesto - che il procuratore Caselli imbeccò Di Maggio':' «No, assolutamente - ha risposto può essere stalo a sua volta imbeccato. Sicuramente qualcuno lo ha imbeccato», L'intervistatore insiste: lei ha anche parlato di testimoni, «unti» con il denaro, e ha latto un cenno agli americani. Chi e perché avrebbe dovuto «ungerli»? «Guardi - ha risposto Andreotti - denari dagli americani non lo so, denari dagli italiani certamente sì, e lo dimostreremo». Le dichiarazioni del senatore a vita lasciano prevedere una accesissima battaglia processuale. A Palermo, intanto, si è scoperto il nome del superteste indicato dal settimanale Panorama. E' Francesco Filippazzo, 54 anni, autista del Comune. Filippazzo, secondò il settimanale, avrebbe riferito ai giudici della procura sui presunti rapporti diretti ira i Salvo ed il senatore Giulio Andreotti. Dopo che il nome di Filippazzo è stato fatto in alcuni servizi televisivi, un suo fratello, Pietro, ha lamentato in procura la rottura del segreto con il conseguente «assedio» dei cronisti al fratello. «Non è bene che Franco parli con i giornalisti delle cose che ha riferito ai giudici. Lasciatelo in pace». Rispondendo ad alcune domande! Pietro ha detto che il fratello accompagnò in due occasioni il senatore Andreotti con la macchina di Salvo Lima: una prima volta ad una visita allo stabilimento dell'Avermi a Caltanissetta; una seconda volta al matrimonio della figlia dell'onorevole Giuseppe Merlino, a Messina. La macchina posta da Lima a disposizione di Andreotti era stata, a sua volta, posta a disposizione di Lima dalla Satris, la società esattoriale dei Salvo. Di questa concessioni; si è occupili o il primo maxiprocesso, nella parte istruita da Giovanni Falco ne. Lima Spiegò che quando infuriava la «guerra di malia» a Palermo, dopo l'uccisione di Michele Reina e di Santi Mattarella, i suoi amici Salvo gli consigliarono di cautelarsi e gli offrirono la protezione di un'auto blindata, [a. ra.)