Dal Whitewater un altro guaio per Clinton

Dal Whitewater un altro guaio per Clinton USA Un nuovo scandalo spunta nell'indagine, il Presidente nega: soldi solo per opuscoli illustrativi Dal Whitewater un altro guaio per Clinton «Finanziamenti illegali ai preti neri per avere voti in cambio» WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE L'indagine sullo scandalo Whitewater si è estesa a parecchie decine di migliaia di dollari che i coordinatori delle campagne governatoriali di Bill Clinton avrebbero pagato a preti di colore in cambio di voti. Non c'ò dubbio che i soldi sono stati pagati e già questo costituisce una violazione delle regole elettorali (i regali in valuta non possono superare i 50 dollari e in questo caso si tratta dì molto di più). Dall'altra parte i collaboratori di Clinton negano che i soldi siano serviti per comprare voti. Ma non è facile cancellare il sospetto. «Si trattava di tradizionali, legali e pubblicamente riportati sforzi per spingere la gente a andare a votare», ha dichiarato Bru¬ co Lindsay, allora tesoriere delle campagne di Clinton e oggi superconsigliere alla Casa Bianca, ammettendo «sforzi» per 33 mila dollari nelle primarie del '90, più altri 50 mila durante la campagna generale. L'investigatore speciale per il caso Whitewater, il giudice Kenneth Starr, sembra pensarla diversamente. L'oggetto preciso di questa parte della sua indagine è, secondo il «Washington Post», «verificare se collaboratori di Clinton distribuirono contante per parecchie migliaia di dollari a sacerdoti con l'intesa che avrebbero appoggiato quella determinata candidatura e aiutato a convogliare voti». L'accusa, se provata, sarebbe grave e anche imbarazzante. Il reverendo Famous Smith, di West Memphis, Arkansas, ha ammesso di essere stato interrogato in proposito dall'Fbi. E ha aggiunto: «Ho spiegato che i soldi sono stati impiegati in generale per elezioni: cioè per distribuire opuscoli illustrativi e convincere la gente a andare a votare». E' più o meno la stessa linea di difesa utilizzata dai collaboratori di Clinton: sì, è vero, i soldi sono stati regalati per soli fini pedagogici. Ma il pressoché totale controllo del voto nero in Arkansas è sempre stato il punto di forza di Clinton. La circolazione (e lo spargimento) di contante attorno ai candidati è, in effetti, una pratica piuttosto comune negli Stati Uniti. Esiste anche una precisa espressione per definire questo danaro: «Street money», soldi da strada. Ma lo «Street money» dovrebbe essere utilizzato solo per le piccole spese, come la benzina di un attivista, gli accompagnamenti degli elettori all'urna, piccolo materiale di propaganda, e cosi via. Per questo parecchi Stati, tra i quali appunto l'Arkansas, vietano «aiuti» superiori a pochi dollari. Invece il reverendo Smith ha ammesso, almeno in un caso, di aver ricevuto mille dollari tondi. Starr sta concentrando l'attenzione, oltreché su Lindsay, su un certo Caro! Willis, che sembra fosse proprio l'uomo al quale Clinton aveva affidato l'incarico di condurre in porto gli «sforzi». Willis non ha voluto rispondere a domande in proposito, ma un suo collaboratore ha ammesso la possibilità che in alcuni casi siano stati donati più di 50 dollari, ma solo perché venissero successivamente suddivisi e distribuiti ad altre persone. Paolo Passarmi

Luoghi citati: Arkansas, Stati Uniti, Washington