E le tv si vestono a lutto Fazio impossibile scherzare

3oi la battaglia con la polizia. I fans rossoneri assediati fino a notte 3oi la battaglia con la polizia. I fans rossoneri assediati fino a notte E le tv si vestono a lutto Fazio: impossibile scherzare MILANO. «Era necessario». Così Fabio Fazio, conduttore di «Quelli che il calcio...», commenta l'interruzione del programma subito dopo la notizia dell'omicidio davanti allo stadio di Genova.. «Non ci sono parole. Ogni parola è retorica. E' tutto inutile. E poi questi assassini neppure le leggono le nostre dichiarazioni, il nostro sdegno. Sono delinquenti: bisogna solo disprezzarli e, per certi versi, compatirli». Chi ha deciso di interrompere «Quelli che il calcio...»? «Il conduttore prima di tutto, e poi noi tutti, insieme. Lo stop appena abbiamo compreso quanto era avvenuto, ed Everardo ci ha detto che il ragazzo era morto. Non potevamo continuare a ridere, a parlare di calcio in quella maniera. Dovevamo dare spazio alla cronaca, e la cronaca ce l'ha data la radio». Ogni domenica scherzate sul calcio, riunite i tifosi di tutte le squadre per sdrammatizzare, ma forse non basta. «Il nostro è un programma di sport. Noi parliamo delle partite e facciamo spettacolo, cerchiamo di divertire tutti con le telecronache e i nostri ospiti. Il vero tifo è il nostro. Il tifo di persone che hanno nel cuore una squadra, che vanno allo stadio per divertirsi, e basta. Il discorso ò più ampio. Il male evidente di questo periodo è l'intolleranza: non riuscire a tollerare una persona che tifa per una squadra rivale, o che pensa in un modo diverso. Figurarsi poi se uno ha un altro colore di pelle...». Quale clima, cosa vi siete detti quando alle 15,15 avete deciso per lo stop? «Non si poteva continuare una trasmissione dopo i fatti di Genova. Di questo siamo stati subito certi. La situazione era troppo grave. Ma non ce ne siamo andati. Siamo rimasti nello studio vuoto, in silenzio. Un'as¬ senza presente, perché non si può continuare così». Cosa chiedete, qual è il messaggio? «Ci aspettiamo che qualcosa cambi, quando abbiamo visto i tifosi del Genova togliere gli striscioni e ammainare le bandiere, abbiamo capito che era finita. Noi non siamo andati in onda, ma vorremmo che anche i giocatori, i dirigenti diano il loro segnale. Basta con le parole, se ne sono spese e buttate via troppe. Il nostro dolore, l'impossibilità ad andare avanti lo abbiamo dimostrato tutto, con rispetto. Adesso tocca a qualcun'altro prendere inizia¬ tive». Molti telespettatori, infuritati, hanno commentato negativamente gli altri programmi domenicali che non hanno interrotto la messa in onda. «Abbiamo avuto la solidarietà di tanta gente, via telefono e anche via fax. Però non posso criticare i colleghi della domenica. Siamo noi che non potevamo fare diversamente. Ecco, forse mi sarei arrabbiato se, a quell'ora in tv, ci fosse stata una trasmissione gemella alla nostra che non avesse interrotto la diretta, ma non ò così. Non posso certo invocare il lutto nazionale per tutti». Il Tg3 ieri pomeriggio ha mandato in onda un'edizione speciale con i commenti di Everardo Dalla Noce, ancora sconvolto per l'esperienza di Genova e di Marino Bartoletti ideatore con Fazio di «Quelli che il calcio...». Altri conduttori di programmi sportivi ieri hanno deciso di sospendere, per protesta e per solidarietà con la famiglia del ragazzo morto, i loro programmi. Niente risate con la Gialappa's di «Mai dire gol» su Italia 1, e oggi non andrà in onda neanche il «Processo di Biscardi» su Tele-I- 2: «E' la prima volta in 15 anni», ha detto il conduttore. Laura Carassai «Si è deciso di fermarci quando abbiamo capito cosa era successo» «Sono delinquenti bisogna soltanto disprezzarli e per certi versi compatirli» ORE 1 5,40. I tifosi iniziano a sfollare in silenzio, ma fuori dello stadio si accende la guerriglia. ORE 22,00 Quattrocento tifosi milanisti sono ancora nello stadio. Sono stati tenuti sugli spalti per timori di gravi scontri in città. Bilancio provvisorio dell'ultima battaglia nel nome del calcio: un morto e 15 feriti. Fabio Fnzio, conduttore di «Quelli che il calcio...», su Raitre

Persone citate: Biscardi, Dalla Noce, Fabio Fazio, Fabio Fnzio, Laura Carassai, Marino Bartoletti

Luoghi citati: Genova, Italia, Milano