E il matrimonio finisce ko

Secondo l'Istat al Nord e al Centro il numero delle separazioni equivale alla metà delle nuove unioni Secondo l'Istat al Nord e al Centro il numero delle separazioni equivale alla metà delle nuove unioni E il matrimonio finisce ko Più divorzi, e ci si sposa sempre meno ROMA. Allarme, il disamore dilaga, la famiglia italiana agonizza sulla soglia del «punto di non ritorno». Il numero dei divorzi e delle separazioni equivale ormai, nelle regioni dell'Italia centro-settentrionale, alla metà dei matrimoni. Al Sud ci si divide di meno, ma la fresca impennata risulta ancora più vistosa. Dopo la «ripresina» registrata a metà degli anni Ottanta, in base alla quale troppo frettolosamente si erano costruite sognanti teorie sul ritorno alla coppia e al focolare, l'Istat informa che gli eventi, in realtà, stanno precipitando a rotta di collo. Aumenta il numero delle coppie in crisi che approdano alla separazione ( + 8,2% nel raffronto fra i primi sei mesi del '94 ed il primo semestre del '93) o al divorzio ( + 8% su scala nazionale, con punte da primato al Sud, dove l'incremento ha raggiunto il 15%). L'istituzione matrimoniale ha conquistato un certo grado d'impopolarità non solo tra chi l'ha scelta o subita, ma anche, come direbbe Totò, «a prescindere», tra i giovani che devono ancora sperimentarla. Ci si sposa sempre meno, preferendo l'apparentemente meno impegnativa formula della convivenza (e se proprio si sceglie di contrarre un vincolo, si preferisce farlo «davanti agli uomini» piuttosto che «davanti a Dio»). Il confronto fra il primo semestre '93 e lo stesso periodo del '94, effettuato dall'Istat, dimostra come oltre 3 mila coppie in meno (-2,3%) abbiano scelto di sposarsi in Italia, con un arretramento più evidente nelle arce meridionali (-3,8%). Ma, mentre i matrimoni con rito civile aumentano al Nord (+ 1,5%) e subiscono una modesta flessione nel Mezzogiorno (-0,6%), le cerimonie religiose sembrano in crisi ovunque: -3,2% il dato nazionale, con una punta di circa 1.700 matrimoni in meno in un semestre nelle regioni del Sud, dove è lo zoccolo duro dei devoti all'abito bianco e alla torta multipiano. C'è da preoccuparsi? Sì, secondo il sociologo Sabino Acquaviva, perché «alla crisi della famiglia e dei matrimoni corrisponde la flessione delle nascite e la caduta del significato della procreazione: infatti, se continua così, e io credo che per un po' non ci saranno importanti inversioni di tendenza, gli italiani sono una razza destinata all'estinzione». La famiglia italiana affonda, secondo Acquaviva, nell'impatto con il rapido sviluppo industriale: «altrove, nei Paesi dove quello sviluppo è stato più lento ed organizzato, l'istituzione familiare ha retto meglio. Tutte le altre considerazioni, come per esempio la difficoltà a trovare una casa o a rendersi autonomi dalla famiglia d'origine,, mi sembrano decisamente marginali» Ma il segno più vistoso della disaffezione alla formula «due cuori e una capanna», secondo la sociologa Chiara Saraceno, sarebbe ancora un altro: «Non solo ci si sposa meno, o ci si sposa più tardi, ma si rimane sposati per meno tempo. Altro che crisi del settimo anno: la coppia, ormai, si sfascia al terzo, e comincia a pensare a un'eventuale separazione fin dal primo. Il fatto poi che al Sud aumentino i divorzi, ma diminuisca l'occupazione femminile, ci dice che qualcosa di profondo a livello culturale, e non soltanto economico, sta accadendo». Evidentemente, dice Saraceno, «ciò che reggeva il matrimonio un tempo oggi non funziona più: sono inefficaci i vecchi freni economici, quali la mancanza di risorse economiche da parte delle donne, e sono crollate le riserve culturali, come il senso di sacrificio e di fatalità; mentre le regole nuove dello stare insieme non ci sono ancora». Di nuovo si registrerebbe, per il momento, soltanto una crescente aspettativa di felicità, soprattutto da parte delle donne. Non a caso, informano i dati statistici, sono soprattutto loro a chiedere la separazione. Stefania Miretti Sabino Acquaviva: «Tutta colpa del rapido sviluppo industriale» La sociologa Saraceno: «Adesso la crisi scoppia al terzo anno» Dalle nozze al divorzio in Italia dilaga il «disamore P r» co LA CRISI NELLE COPPIE ITALIANE É 5 > Dalle nozze al divorzio in Italia dilaga il «disamore

Persone citate: Acquaviva, Chiara Saraceno, Sabino Acquaviva, Saraceno, Stefania Miretti

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