Travolti da un mare di ghiaccio

Travolti da un mare di ghiaccio Torinesi, sono stati investiti e trascinati per 200 metri. Due si sono salvati Travolti da un mare di ghiaccio Slavina in Valle d'Aosta, uccisi due sciatori CHAMPOLUC NOSTTOSERVIZIO Un rombo, forte come quello di un tuono. Poi la montagna che si muove e scivola a valle trascinando con sé uomini e cose. Il bilancio della slavina che ieri si è staccata in un vallone di Champoluc, e drammatico. Sono morti due esperti sciatori torinesi, Giorgio Franco, 62 anni, residente a Collegno e un suo amico nonché coetaneo, Umberto Bernardi, pensionato di Torino. Le placche di neve che si sono staccate sotto il colle Pernii a quota 2 mila 700, li hanno travolti e trascinati a valle per oltre 200 metri. Altri due sciatori si sono miracolosamente salvati: Silvio Dovctta, 43 anni, impiegato di Collegno, deve la vita al quarto uomo Marco Bonotto, 33 anni, di Rivoli. Era sepolto sotto mezzo metro di ghiaccio; Bonotto, l'unico che non è stato investito dalla slavina, ha visto una mano sporgere tra i blocchi di neve e ha scavato con le unghie finché non è riuscito ad estrarlo. La disgrazia è successa poco dopo In 12,30, nel vallone sotto il colle Perrin a quattro ore dalle piste del Champoluc e dalla stazione sciistica di Crcst, in una zona frequentatissima dagli amanti del fuoripista. I quattro tornavano da una gita iniziata ieri mattina presto, sfidando le condizioni non certo ottimali per quel genero di pratica sportiva. «Il vento di giovedì e venerdì ha accumulato le neve in ogni avvallamento creando pericolosissime placche» dicono alla Protezione civile di Aosta. E aggiungono: «Proprio non sappiamo perché lo abbiano fatto; quei quattro sono esperti di montagna e di sci fuoripista e sapevano bene che le placche sono facili da tagliare e far precipitare». Davanti, leggermente distanziato e più in alto rispetto agli altri, c'era Marco Bonotto, il più giovane del gruppo. Lui si è subito accorto di ciò che stava capitando alle sue spalle: ha sentito un rumore sordo e continuo poi ha visto la neve scivolare verso valle come una lastra, inghiottire i suoi compagni di escursione e poi fermarsi in un tratto pianeggiante. Bonotto, sci ai piedi, ha ag- girato la slavina ed è secso ad aiutare gli amici. Ha scorto la mano di Dovetta sporgere dalla neve e ha scavato finché non è riuscito ad estrarlo. Ha trovato anche Giorgio Franco, ma per lui ormai non c'era più nulla da fare. Quindi è corso a dare l'allarme: per un'ora ha sciato a rotta di collo fino al Crest dove ha rintracciato un addetto alla sorveglianza delle piste che ha allertato i soccorritori via radio. Venti minuti più tardi, grazie alle ottime condizioni di visibilità, l'elicottero della protezione civile di Aosta, con una guida, un cane da valanga e il responsabile della sicurez¬ za della funivia di Champoluc, Adriano Favre, è arrivato in quota. Giorgio Franco è stato subito trasportato all'ospedale di Aosta: «Sembrava che respirasse ancora non potevamo correre rischi». Bernardi, invece, è stato trovato dopo pochi minuti di ricerca con l'Arva, un emettito¬ re di impulsi indispensabile in caso di ricerca di dispersi. Un medico ne ha subito constatato il decesso. A Champoluc, ieri presa d'assalto da migliaia di sciatori, tutti parlano di imprudenza. «Quella zona - spiega Adriano Favre, responsabile del soccorso sulle piste - è un po' a rischio quando soffia tanto il vento. Probabilmente quando l'hanno affrontata erano pienamente consapevoli di ciò che facevano. In mattinata avevano addirittura chiesto informazioni all'ufficio neve di Aosta». Eppure secondo la ricostruzione dei responsabili della protezione civile, il gruppo di sci alpinisti avrebbe effettuato la salita seguendo un'altra via, più facile e certamente meno rischiosa. Perché abbiano improvvisamente deciso di cambiare percorso è ancora un mistero. Marco Bonotto, ancora sotto choc per l'accaduto, non è riuscito a spiegarlo. Negli occhi ha ancora la scena della disgrazia. «E'stato un attimo ricorda - loro hanno tentato disperatamente di rimanere in piedi sulla neve che scivolava sempre più giù. Li ho visti cadere e sparire. Un incubo che non riuscirò mai più a dimenticare». Lodovico Poletto La disgrazia in un vallone tra Champoluc e Gressoney Rientravano da una discesa Una zona ad alto rischio quando soffia il vento CHAMPOLUC Orsia iu t » a ^ GRESSONEY o Co <0 5 CornoVHelh <a o 3057 GRESSONEY ^ 2 -7 Saint-Jean % Brusson Nella foto grande Umberto Bernardi (una delle vittime) e Marco Bonotto, che si è salvato. A destra un'immagine dei soccorsi

Luoghi citati: Aosta, Champoluc, Collegno, Rivoli, Torino, Valle D'aosta