In fuga dalla Sierra leone
Roma, LAia, Bruxelles e Londra invitano i loro cittadini a lasciare il Paese. Due Saveriani ostaggi nel Burundi Roma, LAia, Bruxelles e Londra invitano i loro cittadini a lasciare il Paese. Due Saveriani ostaggi nel Burundi In fuga dalla Sierra leone Dopo il rapimento delle suore italiane FREETOWN. Gli stranieri stanno frettolosamente lasciando la Sierra Leone, dopo l'ondata di rapimenti (almeno sedici, tra i quali sei suore italiane dell'ordine saveriano ed una brasiliana) da parte di forze ribelli. Nelle ultime ore infatti anche Olanda, Belgio e Gran Bretagna, oltre all'Italia, hanno invitato i propri cittadini a partire al più presto. I guerriglieri operano a partire dalla confinante Liberia, contro il regime del capitano Valentine Stesser. Non sono state presentate richieste di riscatto. Rientrano così una cinquantina di civili italiani, prevalentemente dipendenti di imprese costruttrici. Chi non accetterà il suggerimento del loro ministero degli Esteri sono invece i religiosi italiani, per la maggior parte saveriani. Dopo il rapimento delle suore - ha detto padre Francesco Marini, supcriore generale dei Saveriani - «abbiamo deciso di restare con la gente del posto, eccettuati pochi casi prevalentemente per ragioni di salute». I Saveriani sono presenti in Sierra Leone con una quarantina di religiosi, di cui la maggior parte (circa 25) italiani: prevalentemente si trovano nella capitale, impegnati soprattutto nel settore scolastico. Nello stesso settore operano dodici frati giuseppini italiani. Anche questi rimangono in Sierra Leone. Frattanto padre Ennio Casalucci, missionario Saveriano a Freetown, che segue la vicenda per conto del suo ordine, lancia un'accusa: «Da parte delle autorità locali, del governo, non c'è nessuna collaborazione o iniziativa perché le suore vengano liberate». Casalucci spiega che uno dei maggiori problemi è «l'assenza di un interlocutore con cui trattare la liberazione», perché, ha detto, «non abbiamo avuto nessuna comunicazione da parte dei rapitori e non conosciamo neanche la loro identità». A suo giudizio le suore sono state rapite per «attirare l'attenzione dell'opinione pubblica internazionale e anche come dimostrazione di forza nei confronti del governo militare». Casalucci infine rivolge un «appello perché la Comunità italiana, il governo, e anche la Croce Rossa si muovano». Su indicazione del ministro degli Esteri Susanna Agnelli, l'ambasciatore ita¬ liano Ranieri Fornari è stato incaricato di stabilire un contatto con i rapitori. Ancora da parte dei Saveriani arriva la notizia secondo la quale le religiose rapite «sarebbero state viste due giorni fa nel Nord del Paese, al confine con la Guinea, da un giovane del posto, mentre marciavano con altri ostaggi». Il presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, «sta seguendo anche personalmente l'evoluzione dei fatti e le iniziative che si stanno prendendo». A darne notizia è stata ieri suor Giuseppi¬ na Scaccia, direttrice generale della Società Missionaria di Maria a cui appartengono le religiose rapite. Un'altra notizia dall'Africa coinvolge drammaticamente i missionari saveriani: due religiosi italiani, padre Claudio Marano e padre Marino Bettinsoli, sono bloccati nel centro giovanile che gestiscono a Bujumbura, la capitale del Burundi, dopo che il quartiere dove si trovano è stato attaccato da una banda armata di estremisti tutsi. [AdnKronos-Ansa] Un'istantanea delle religiose dell'ordine saveriano rapite dai guerriglieri che combattono contro il regime di Stesser
Persone citate: Claudio Marano, Laia, Oscar Luigi Scalfaro, Ranieri Fornari, Saveriano, Susanna Agnelli, Valentine Stesser
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