Il Professore trascendente Fisichella,snobbismo e cucina politica
Il Professore trascendente Il Professore trascendente Fisichella, snobismo e cucina politica E FIUGGI FFETTO Fisichella. Ecco I perciò, al congresso di An, Rosmini, Gioberti e Del Noce, subito inseguiti dai giansenisti e da De Lubac. Ecco che arriva pure pista! - la Dialettica Immanentistica, dietro a cui già s'intravede la Filosofia della Prassi... E i delegati, a un certo punto, cominciano a cedere. Non sanno ancora, poveretti, che su quell'innocuo palco sta invece per materializzarsi un'altra Dialettica, non più Immanentistica, e neppure Materialistica, ma Idealistica. «Basta!», implora qualcuno. E invece sta per arrivare il Riferimento Ultimo che è la Trascendenza. Capito? La-Tra-scen-den-za. Ma più di tutti, o forse solo lui, il co-presidente del congresso, professor Domenico Fisichella, si beava della lezione dell'«amico e collega» Buttiglione, come pure fremeva quando anche Pannella attaccava con il Determinismo fra Trascendenza e Immanenza per concludere che si trattava - con il che chiudendo il cerchio ipnotico di una risposta né rosminiana, né tantomeno giobertiana... In fondo, avevano pensato i delegati ex missini, si trattava di far nascere An. Incauti, però - del tutto disabituati - non avevano previsto l'effetto-Fisichella, paragonabile al soffione di un vento teoretico e soprattutto professorale. Tra i tanti guai della politica, bisogna dire, questo è certo uno dei minori. Se non è, addirittura, un dato positivo. Oltretutto il professore è uno studioso di vaglia e un signore di grande civiltà a cui si deve senz'altro gratitudine per l'impegno coerente speso nell'integrazione della destra nel processo democratico. E sentirlo citare Norberto Bobbio al congresso post-fascista, ieri mattina, è stato senza dubbio un segno confortante, qualcosa che rimane. Detto questo, ormai calato in politica, il personaggio offre spunti di solenne e anche contrastata singolarità. Quell'aria così assorta e pensosa accanto ai Buontempo e agli altri pirati del msi; quell'eloquio forbito per cui gli ospiti sono «cospicui»; quelle formule così intimamente rétro («la crisi morale», «i valori nazionali», «il gesto patriottico»); quell'iniziare l'intervento con un magniloquente ((Autorità nazionali e internazionali...», ecco, a vederlo acclamato sul podio, un po' dondolante, veniva anche da pensare alla più sfrenata e segreta libìdine che deve coglie- re gli studiosi strappati all'accademia e, tutto a un tratto, piombati nella bolgia della vita pubblica e del successo politico. Qualcosa di drammatico e al tempo stesso anche un po' spassoso. Un'ibridazione ad alto rischio comico. Tanto più serio e solenne il profes¬ sore, tanto più vulnerabilmente comica la sua esposizione tribunizia, e più grande dunque la potenzialità caricaturale. Con quest'ultima, d'altra parte, Fisichella fa i conti da anni. Con tutta probabilità pagando - ingiustamente, dato che non dipende da lui - quel buffo cognome, quel suono così corporeo, organico, fisico, anzi un po' fisico, fisichello, appunto, che ha ispirato almeno due generazioni satiriche. Da Fortebraccio (con cui peraltro divenne amico) che scriveva cose de! tipo «Fisichella, Fisichella, com'è delizioso andare in carrozzella sottobraccio a Fisichella» a Cuore, che l'ha abbinato al suo ex collega ministro delle Poste Tatarella in una concitata, ritmica filastrocca per cui «Fisichella e Tatarella trallallero trallallà» eccetera. In realtà, più che dalla risonanza del cognome (anche se una volta stoppò un giornalista un po' maleducato dicendogli: «Lei può chiamarmi in almeno tre modi diversi: professore, ministro e signore. Ma Fisichella e solo Fisichella non deve chiamarmi mai»), la carica umoristica che di tanto in tanto trasmette il personaggio sembra dipendere proprio da quell'aura compresa, e strenuamente, pomposamente, aristocraticamente professorale; che mal si concilia con le inevitabili beghe della cucina politica. Dal contrasto, in qualche modo, fra i più complessi e a volte incomprensibili distillati ideologico-dotlrinari (quella storia del feedback, ad esempio) e le misere urgenze delle poltrone, l'umana ambizione, i tic. Scienziato della politica, grande studioso di De Maistre, «il Voltaire della Reazione», «il Machiavelli della Teocrazia», già monarchico e senatore virtuale del Regno e ora padre nobile di un partito che di creatori di regole astratte ne ha sempre avuti pochini. Quando ieri, a un certo punto, Fini si è dato la parola, e se n'ò pure vantato, Fisichella, che stava lì alla presidenza proprio per questo, gli ha detto: «Autoritario». Non si è capito bene, però, se scherzava o faceva sul serio. 0 se por caso misurava le grandi distanze che separano la Teoria dalla Prassi. Filippo Cec carelli Contro il requisito del Feedback Trascurabile e più ampiamente della asimmetria della relazione causale c'è la teoria della doppia direzione della causalità ■ ■, Da un saggio del prof. Domenico Fisichella
Luoghi citati: Fiuggi
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