fini «Oggi è finito il dopoguerra» di Fabio Martini

Cala il sipario sul msi. An «legittimata» dagli ospiti Buttiglione e pds: basta con gli esami Cala il sipario sul msi. An «legittimata» dagli ospiti Buttiglione e pds: basta con gli esami fini; «Oggi è finito il dopoguerra» Berlusconi: ora per la sinistra resto il solo nemico FIUGGI DAL NOSTRO INVIATO Bravo. Sereno. Un vero amico. Quanti elogi per Fini da Silvio Berlusconi, ma sul più bello al Cavaliere gli scappa il guizzo ironico: «Eugenio Scalfari ha scritto che sono stato io a sdoganarvi. Non è vero! Ma a questo punto, diciamolo, per la sinistra è restato un solo nemico: Silvio Berlusconi!». C'è un filo di invidia nella battuta di Berlusconi, eppure quelle parole raccontano benissimo lo spettacolare «ribaltone dei ruoli» che si è consumato ieri mattina sotto il tendone di Fiuggi al battesimo di An: dopo tanti anni di isolamento, Gianfranco Fini è riuscito ad avere al suo congresso i nemici di una vita - i post-comunisti del pds -, si è fatto «omaggiare» da Berlusconi, Casini, Fannella (applauditissimi) e ha persino concesso la parola al «nemico» Rocco Buttiglione. E dopo che il segretario popolare, ha parlato, Fini gli ha risposto dal microfono: «Amici, Buttiglione si è guadagnato il nostro rispetto». E allora, eccola la novità: messi sotto esame per una vita, ora gli ex missini danno i voti e questa curiosa «rivoluzione copernicana» la spiega ancora meglio il professor Domenico Fisichella, che missino non è mai stato: «La stagione degli esami è finita, semmai saremo noi a sottoporre ad esame gli altri!». E l'omaggio più plateale alla «potenza» di Fini lo ha fatto, con la consueta brutalità, Marco Pannella: «A voi come partito forse non vi conviene andare ad elezioni subito, Forza Italia un anno non lo regge...», una battuta che non avrà fatto piacere a Berlusconi, seduto ad ascoltare in platea. E così, calato il sipario sull'ultimo congresso missino, ieri mattina si è aperto il primo congresso di Alleanza nazionale: ai 1600 delegati missini si sono aggiunti gli 800 delegati dei circoli di An, molti «riciclati» democristiani, liberali, socialisti, ma anche molti neofiti della politica. E con il nuovo nome e i nuovi delegati, è cambiata un po' anche l'atmosfera: proprio come nelle kermesse di Forza Italia, anche gli ex missini hanno il loro «inno», orecchiabile come quello azzurro e suonato in un clima molto diverso da quello cupo, teso dei congressi missini. Si parte con le note di «Libertà» e una volta «intenerita» la platea, ecco un Fini finalmente sorridente dopo lo strappo col fascismo, dopo lo stress di tre giornate «tumultuose», come le definisce lui stesso. Il segretario detta la linea al Polo sulla questioneQuirinale: «Non aggiungo polemiche a polemiche, è stato detto quel che doveva essere detto, prendiamo atto e archiviamo». Se ne riparlerà in aprile, dopo che il governo avrà realizzato il suo programma. Insomma, col Quirinale è tregua e Berlusconi sembra adeguarsi, visto che su Scalfaro non dice nulla. Ma poi, parte il messaggio più importante, quello che più sta a cuore a Fini: «Ancora qualche mese fa avremmo considerato un miracolo la partecipazione a questo congresso dei partiti più lontani: la pacificazione nazionale è compiuta, il lungo dopoguerra italiano è finito!». Un intervento breve, per infiammare la platea, quello di Fini, e quando scende dal palco, sussurra ai suoi: «Non ce la faccio più, è la terza volta che parlo...». Ma ora arriva il clou, è l'ora degli ospiti. E al primo congresso degli ex missini va in scena un confronto in «diretta» tra quasi tutti i big della politica italiana. Fini, per fare gli onori di casa, si presta a salire e scendere dal banco della presidenza, in una curiosa navetta tra palco e tribunetta degli ospiti d'onore. Per primo tocca all'applauditissimo Berlusconi, che sciorina il suo consueto repertorio di battute al vetriolo contro Bossi, definito via via «traditore», «miserabile», «clandestino in agonia». E poi la chiusa ad effetto: «Dobbiamo vincere, se Dio lo vorrà!». Ma un bel piacere a Fini lo fa un osannato Pierferdinando Casini: «Ora la sinistra ha sostituito l'antifascismo con l'antiberlusconismo», dice il capo del ccd, quasi a confermare quella nuova «conventio ad excludendum» che penalizza il Cavaliere e non più gli ex fascisti. Ed è proprio l'ex democristiano Casini che si guadagna l'ovazione più fragorosa della giornata quando urla: «Troppi morti e feriti sono stati considerati di serie B perché erano di destra!». Applaudono tutti, persino Teodoro Buontempo che un mese fa scherzò così: «Casini? Questi ex de bisognerebbe... sodomizzarli e da quando l'ho detto Casini mi scodinzola addosso...». Ma il «numero» più atteso era quello di Buttiglione, accolto da un mix di applausi e fi- schi, con Pinuccio Tatarella che si sbracciava platealmente in un acceso battimani. E Buttiglione, dopo una complicata dissertazione filosofica su Rosmini, Gioberti, Del Noce, Marx, è arrivato al cuore del problema: «Con questo congresso è stato fatto un passo avanti, ma per quanto mi riguarda credo che salire sul carro dei vincitori sia brutto, esteticamente inaccettabile». E per non andarsene tra i fischi, Buttiglione fa questo augurio ad An: «Non vi auguro di viaggiare comodi, ma di andare lontano». E mentre Buttiglione parla, in sala stampa lo sta ascoltando il vecchio Mirko Tremaglia, che per protesta contro l'ingratitudine dei colonnelli di Fini non ha partecipato alla «prima» di An. E mentre Buttiglione fa ancora qualche critica a Fini sulla questione fascista, Tremaglia col suo vocione e la sua erre blesa, brontola così: «Ancora il fascismo? Ma non stia a rompere i coglioni!». Fabio Martini Il leader del ppi «Non vi auguro di viaggiare comodi ma di andare lontano» V APPtAUSOMITRO MtJCQoU tAgg Sopra: ospiti al congresso di An A sin. Fisichella. A destra: Fini

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