Liquidazioni treu garantisce Nessuno scippo di Gian Carlo Fossi

Liquidazioni Liquidazioni Treu garantisce «Nessuno scippo» o è o n . , , e i ROMA. E' già scontro sulle pensioni e sul «tfr», il trattamento di fine rapporto o liquidazione, prima ancora che il governo scopra le sue carte sulla complessa riforma e il graduale riequilibrio dei conti. Un accenno del ministro del lavoro Treu ai punti essenziali da affrontare è bastato a scatenare reazioni violente, giudizi avventati, interpretazioni spesso strumentali, sicuramente in netto contrasto con la generale consapevolezza che la questione previdenziale debba essere affrontata al più presto e con il necessario rigore. I segnali dei mercati finanziari sono inequivocabili e, proprio ieri, anche l'Ocse ha lanciato un'altra pesante denuncia: l'attuale sistema pensionistico italiano ha una forza destabilizzante della finanza pubblica molto più forte di quanto fino ad ora calcolato, malgrado le misure restrittive attuate negli ultimi tre anni. «Consideriamo - si afferma nel rapporto - che gli oneri previdenziali del settore pubblico siano sottostimati dal 39% al 101% del Pil del 1990 a seconda del tasso di conversione temporale che si adotta. La posizione del sistema pensionistico italiano è insostenibile». Slogàns di chiaro sapore elettorale investono soprattutto il nodo del trattamento di fine rapporto, con forzature palesi come «Prima regola, niente liquidazioni» o «No al sequestro delle liquidazioni». «Nessuno scippo sulle liquidazioni - ribatte il ministro Trèu - potranno tuttalpiù essere utilizzate in parte, come già si può fare ora, ma su base volontaria ed in via contrattuale». La cosa è stata a lungo discussa negli anni passati, già acquisita nel decreto legislativo del '93 sui l'ondi pensione e perfino conclamata nell'accordo Berlusconi-sindacati del 1 " dicembre '94. Tra gli obiettivi principali della riforma, l'intesa fa un esplicito riferimento al «possibile utilizzo del tfr» per rilanciare la previdenza complementare. Di tutto ciò ha tenuto conto Treu, mettendo il problema in agenda in vista degli incontri della prossima settimana con sindacati ed imprenditori. E' certo, comunque, che lo liquidazioni maturate (200 mila miliardi) non saranno per nulla toccale. Il lavoratore dovrebbe essere libero di optare o meno per la destinazione di una parte del futuro «tfr» alla previdenza integrativa, sulla base di criteri da stabilire nell'ambito della coritrattazione collettiva. Per i nuovi assunti potrà essere esaminata la possibilità di soluzioni diverse, più vincolanti, al l'ine di dare maggior fiato alla previdenza complementare e tonificare con robusti investimenti i mercati finanziari così come si fa in altri Paesi. Mentre Alleanza Nazionale e Rifondazione comunista bocciano in pieno la ventilatata utilizzazione del «tfr». il capogruppo dei progressisti Salvi mette in I guardia contro «falsificazioni propagandistiche» sulle proposte non ancora presentate dal I governo Dini. I sindacati sono abbastanza favorevoli, pur con qualche contraddizione interna, purché il lavoratore abbia facoltà di scelta. Cofferati della Cgil insiste perche tutte le questioni della previdenza siano affrontate insieme e non in due tempi, D'Antoni per la Cisl invita il ministro a discutere al più presto con le parti sociali, Laicizza della Uil commenta: «L'uso parziale del tfr è sicuramente una buona base di partenza». Nella Cisl, però, il segretario confederale Pagani avverte che «sarebbe una vera pazzia». Nella Uil il segretario confederale Musi protesta contro lo «strano balletto di annunci a mezzo stampa, indegno di un governo di tecnici». Se non si procede con cautela su tfr e pensioni di anzianità si rischia, secondo Musi, una nuova durissima battaglia tra governo e sindacati. Nobilia della Cisnal: «Sì, ma senza fretta». Gian Carlo Fossi

Persone citate: Cofferati, D'antoni, Dini, Nobilia, Treu

Luoghi citati: Roma