Venti di guerra sulla «nuova Rai» di Maria Corbi

Giornalisti in rivolta: appelli a Dini e Scalfaro, proclamato lo stato di agitazione Giornalisti in rivolta: appelli a Dini e Scalfaro, proclamato lo stato di agitazione Venti di guerra sulla «nuova Rai» Santoro: no al monopolio Rainvest ROMA. Un'assemblea di fuoco dei giornalisti Rai, ieri, per denunciare «fatti e misfatti» del nuovo corso dell'azienda targata Moratti. Parole affilate sono volate sulle nomine dei top manager fatte dal eda contro cui l'assemblea ha proclamato lo stato di agitazione. Non è stato facile trovare un accordo sui modi della protesta da attuare. Varie le proposte: dalla linea dura dello sciopero con black-out totale immediato a quella meno drastica di un'assemblea lunedì con la Federazione nazionale della Stampa seguita da un dibattito pubblico sull'informazione e sul ruolo della Rai da farsi entro mercoledì. In più un appello al Capo dello Stato e la richiesta di un incontro al presidente del Consiglio. Ed è quest'ultima l'impostazione che ha vinto. Solo la radio ha annunciato un giorno di sciopero, dei tre approvati dal cdr, per domenica 5 febbraio. Ma a viale Mazzini c'è anche chi delle nuove nomine è contento. L'associazione dei dirigenti dell'azienda ha espresso «viva soddisfazione per le scelte operato dal consiglio di amministrazione». I volti noti dei tg ieri c'erano tutti, schierati in prima fila con in mezzo Michele Santoro che potrebbe decidere di «scomparire» dal video con la trasmissione Tempo reale per protesta contro la trasformazione del salotto buono dell'azienda, RaiTre, «in colabrodo». «Sono stufo di prendere sputi in faccia a casa mia», ha dotto. «Che se la faccia Nepote (neovicedirettore di RaiTre) la trasmissione, io dico no». Una rottura necessaria secondo il giornalista: «Altrimenti rimaniamo pure sulle nostre zattere e aspettiamo che il nemico ci venga a prendere». Senza perifrasi Santoro ha detto la sua sugli obiettivi che Forza Italia e An avrebbero per la Rai. «Il vero obiettivo - ha spiegato non e quello di annientare la Rai. Non converrebbe a nessuno. Quello che conviene è mantenere la situazione attuale di complementarità alla Fininvest. Si parla tanto di concorrenza tra le due aziende. Una concorrenza che non esisto. Abbiamo una condizione aziendale Rainvest, un vero monopolio». E i segni del monopolio «Rainvest» si vedono, secondo Santoro, anche ncll'utilizzo delle forze Rai. Un esempio è Pippo Baudo «che non viene schierato contro i grandi show della Fininvest ma in spazi marginali di Palinsesto. E poi si fa di tutto oper creare palinsesti di ferro anti tg3». Le nomine Rai? Per Michele Santoro i nuovi vicedirettori sono delle «scamorze» fatta eccezione per quelli di RaiUno. «Ma fanno sempre così - ha commentato - ad ogni giro di valzer ne nominano due buoni per poi, in seguito, far fuori anche quelli». Confessione di Santoro sulle ragioni che lo hanno spinto a creare il gruppo Evelina: «Ho praticato tutte le strade del colloquio con i vincitori. Tutte tranne la corruzione personale. Ed Evelina era appunto un modo per dialogare con Berlusconi e invitarlo ad un tavolo delle regole. La risposta è stata picche». Gran parlare in assemblea della cena dei tre direttori dei Tg con Berlusconi che avrebbe chiesto di non attaccare Forza Italia in caso di campagna elettorale. La smentita di Mimun, Rossella e Vigorelli non ha convinto. «Hanno ragione nel dire che non c'è stata nessuna cena venerdì - ha detto Guido Dell'Aquila del tg2 - perché si è tenuta giovedì». Toni accesi anche da Lilly Gruber, dell'esecutivo Rai. Per lei, Piero Badaloni e Michele Santoro, Vittorio Sgarbi ha chiesto l'allontanamento dal video. «C'è incompatibilità - ha detto il parlamentare - tra il ruolo ormai dichiarato di leaders sindacali e quello di conduttori di tg». Sgarbi ha «graziato» Carmen Lasorella che pure in assemblea ha denunciato «una informazione di tg e gr che è sempre più propaganda». La sua proposta è quella di pubblicare giornalmente sui quotidiani un «bollettino di guerra» che riporti la lista dei misfatti dell'informazione Rai. E in questa lista Lasorella inserirebbe un servizio mandato ieri dal Tg2: «Abbiamo persino detto che durante il fascismo non c'erano posizioni antisemite». Affermazione di rottura da parte del volto più noto del Tg2 attaccata dal leader del gruppo dei cento, Paolo Cantore, molto vicino a Giuliana Del Bufalo: «Come servizio pubblico dobbiamo poter parlare a chi crede che le leggi razziali ci siano state e a chi invece crede non ci siano state». Un boato di protesta si è levato contro Cantore, e la sua teoria della relatività della verità storica. Maria Corbi Michele Santoro

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