«Non rubateci i martiri»

«Non rubateci i martiri» «Non rubateci i martiri» Wiesenthal: no a croci e conventi IL CACCIATORE DI NAZISTI CHE cosa significa per lei l'anniversario della liberazione di Auschwitz? «Ad Auschwitz mi fermai solo per tre giorni, nello scalo ferroviario, nel settembre 1944. Vi ero arrivato dal campo di concentramento di Plaszow. Ma non ci fecero entrare nel Lager perché Auschwitz era pieno. Probabilmente è grazie a questo che sono rimasto vivo. Il mio gruppo fu trasferito a Grossrosen, un altro "paradiso". 50 anni più tardi, nello scorso novembre, ho visitato Auschwitz per la prima volta». Il campo di sterminio principale non era l'Auschwitz originale ma quello costruito più tardi a Birkenau. «Fra le due strutture c'è un chilometro e mezzo. Allora c'erano centinaia di capannoni, oggi non sono rimasti che muri e forni crematori. E poi c'è il monumento commemorativo. Avevo suggerito di tenere la cerimonia non all'interno dei piccoli edifici ancora in piedi ma davanti al monumento con le scritte in varie lingue e i resti delle vittime delle camere a gas sul lato destro, in quel vasto spazio dove c'erano i capannoni, uno accanto all'altro. Auschwitz-Birkenau è un i;ra ìde cimitero». Ci sono ancora polemiche sui simboli e i siti religiosi nell'area del campo. «Per quanto riguarda il convento delle carmelitane e il crocifisso dissi all'arcivescovo di Cracovia, Macharski: non ne capisco proprio il senso. Se qualcuno volesse piazzare in quello stesso posto una stella di Davide protesterei ugualmente. Non si deve costruire più nulla in quest'area. A tutt'oggi non ho capito la funzione di quella chiesa. Ho detto a Macharski qualcosa che non avevo mai detto prima a nessuno: da noi voi cristiani avete preso la Bibbia, i profeti, i salmi e altre scritture religiose. E adesso volete prenderci anche i martiri? Perché erigendo questo croci- fisso vogliono portarci via i martiri». In un recente simposio a Vienna uno storico ha detto che la tendenza a negare l'Olocausto è diffusa ben oltre i ristretti ambienti nazisti. «Il nazismo non è stato un fatto accidentale. Quando nel 1935 entrarono in vigore le leggi antisemite molti intellettuali si trovarono d'accordo. Alla conferenza di Wannsce del 20 gennaio 1942, quando fu decisa la "soluzione finale del problema ebraico", fra i dodici partecipanti nove erano laureati in filosofia o in legge. E nessuno si oppose né sollevò dubbi. Dal 1933 in Germania e dal 1938 in Austria tutti i medici aderirono al partito nazista senza pressioni. Erano passati 1700 anni da quando la cristianità aveva rinunciato alla speranza che gli ebrei riconoscessero Gesù. Nell'antica Poma il giudaismo era una religione legittima ma il cristianesimo non lo era. Che cos'erano gli apostoli? Ebrei! E quando i cristiani venivano perseguitati, erano gli ebrei che davano loro asilo nelle sinagoghe. In tutto il corso della storia il legame fra Gesù e gli ebrei non ha mai potuto essere contestato dai cristiani. Non voglio parlare delle crociate, quando le spedizioni per liberare Gerusalemme si avviavano con massacri di ebrei in varie città d'Europa. Ma quello che i nazisti avevano in mente ora più di un'offerta sacrificale, un olocausto. Degli ebrei non avrebbe dovuto restare traccia. Come ci sono musei dei maya e degli etruschi, ne erano stati progettati per gli ebrei una volta estinti. li genocidio fu una combinazione di odio e tecnologia. Se 500 anni fa la Santa Inquisizione avesse avuto a disposizione la stessa tecnologia di Hitler, gli ebrei non avrebbero avuto scelta, essere battezzati o essere eliminati. Parlo spesso con alti esponenti della Chiesa. Le vittime dell'Inquisizione fu- rono più di un milione, dico loro, perché non riaprite almeno un processo, di una sola persona che avete ridotto in cenere?». Però il nazismo era nemico del cristianesimo. «I nazisti erano contro la religione cristiana perché la vedevano come una sorta di setta ebraica. Ma accettavano ogni cosa che le Chiese avevano detto nei secoli sugli ebrei, i libelli infamanti, le storie di omicidi rituali mai avvenuti. Dopo Auschwitz, dopo questo monumentale genocidio, non solo fra gli ebrei ma anche fra i cristiani le fondamenta della fede hanno cominciato a sbriciolarsi: ci può essere ancora vera fede dopo Auschwitz? Chi erano quelli che gettavano le capsule di Zyklon-B nelle camere a gas? Erano tedeschi e austriaci e altri che a scuola, da bambini, erano stati istruiti nella religione cristiana. In Olanda ho parlato con un giovane prete che mi ha detto che la Chiesa non dovrebbe andare avanti come se niente fosse successo. Se Giovanni XXIII non fosse morto prematuramente, sarebbe stato possibile avviare uiia certa riconciliazione, dare più importanza a quello che ci unisce anziché a quello che ci divide. Ma il Concilio vaticano secondo ha dovuto tener conto dei cristiani che vivono nei Paesi arabi. E la politica è entrata nel problema. Ma quanto meno è stato stabilito che gli ebrei at- tualmcntc viventi non possono essere responsabili degli eventi di 2000 anni fa connessi con la morte di Gesti. E l'attuale papa Giovanni Paolo II ha fatto molto per accrescere; la comprensione reciproca e condannare il nazismo e ogni altra forma di totalitarismo». Lo sterminio degli ebrei non sarebbe stato attuato così a fondo se la maggior parte delle persone coinvolte si fosse limitate a fare il loro «dovere», come dicevano, di piccole rotelle dell'ingranaggio. Lei ha mai incontrato, fra i responsabili del massacro, persone che non cercassero di scusare se stesse con l'esecuzione degli ordini e che ammettessero invece la loro colpa personale? «Harster, l'ex capo della polizia politica olandese che cooperò alla deportazione, disse al processo che all'inizio non sapeva niente di niente. Ma che fu una grave colpa da parte sua continuare a svolgere il suo lavoro anche dopo il 1943 quando fu informato di tutto. E dichiarò alla pubblica accusa che chiedeva scusa ai superstiti e ai parenti delle vittime. In effetti sono stati pochi coloro che si sono riconosciuti colpevoli. Ricordo Albert Speer, che era stato uno dei migliori amici di Hitler oltre che responsabile degli approvvigionamenti e dell'industria. Parlai molte volte con lui. E gli chiesi: un uomo di grande intelligenza come lei, come ha potuto servire un criminale? Mi rispose: all'inizio sono stato accecato dalle possibilità che mi venivano offerte come architetto; solo più tardi ho visto la verità; e alla fine quando ho capito che Hitler voleva distruggere il popolo tedesco avrei voluto fare qualcosa; ma ormai anch'io venivo perquisito in cerca di eventuali armi quando entravo nella Cancelleria». Josef Kirchengast Erhard Stackl Copyright «Der Standarde per l'Italia «La Stampa» Hitler trovò pronto un fondo antisemita preparato dalla Chiesa durante i secoli Il Papa annulli i processi dell'Inquisizione «Voi cristiani ci avete già preso la Bibbia, i profeti e i salmi. Lasciateci questo nostro grande cimitero» «Cattolici l'Olocausto è degli ebrei" dice un ex internato Candele sui binari di Auschwitz

Luoghi citati: Auschwitz, Austria, Cracovia, Europa, Germania, Gerusalemme, Italia, Olanda, Vienna