La cacciata dei Caschi blu dalla Croazia

Tudjman scrive all'Orni : sono inutili, tra due mesi se ne devono andare. I serbi: la guerra riesploderà EX JUGOSLAVIA Tudjman scrive all'Orni : sono inutili, tra due mesi se ne devono andare. I serbi: la guerra riesploderà La cacciata dei Caschi blu dalla Croazia Gbali: così si corre verso il disastro ZAGABRIA _ NOSTRO SERVIZIO Se i caschi blu se ne vanno la guerra rischia di riesplodere. E' quanto afferma il presidente serbo Milosevic che nella decisione delle autorità croate di porre fine al mandato delle forze di pace dell'Orni in Croazia il 31 marzo avverte un grave pericolo per la situazione in tutta l'ex Jugoslavia. «Il ritiro dell'Unprofor dalle zone protette sarebbe una seria minaccia ai risultati finora ottenuti nel processo di pace e riaprirebbe le possibilità per il riaccendersi del conflitto con conseguenze imprevedibili» ha dichiarato il leader serbo dopo il suo incontro a Belgrado con il copresidente della Conferenza di pace sulla ex Jugoslavia Lord Owen. «Con la presenza dei caschi blu il piano di pace Vance ha creato le condizioni per la normalizzazione della vita e dei rapporti tra Knin e Zagabria. Sarebbe pericoloso interrompere questo piano prima che venga raggiunta la soluzione politica. Significherebbe fare un passo verso la guerra nel momento in cui lo sviluppo positivo del processo di normalizzazione dei rapporti conduce verso la pace» ha detto Milosevic. Lo scorso 12 gennaio il presidente croato Tudjman ha infatti mandato una lettera al segretario generale delle Nazioni Unite Ghali avvertendolo della decisione croata di porre fine al mandato dell'Unprofor in Croazia il prossimo 31 marzo. Dopo più di due anni e mezzo dal loro arrivo in Croazia Zagabria non vuole più i 13 mila caschi blu stazionati sul suo territorio perché la loro missione si è mostrata del tutto inefficace per la reintegrazione della Krajina, la regione occupata dai ribelli serbi. La presenza dell'Unprofor è stata positiva all'inizio con la cessazione delle ostilità, ma i caschi blu non sono stati capaci di realizzare la gran parte delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'Onu e dello stesso piano Vance, ha detto Tudjman. Il piano di pace per la Croazia proposto dall'ex mediatore internazionale Cyrus Vance prevede tra l'altro la smilitarizzazione dei territori croati occupati dai miliziani serbi, il controllo delle frontiere internazionali della Croazia da parte dei caschi blu e soprattutto il ritorno alle loro case di più di 300 mila profughi non serbi scacciati dai miliziani della Krajina. Di tutto questo, dicono a Zagabria, non è stato fat- to niente. «L'intransigenza serba e l'esitazione dell'Unprofor hanno di fatto permesso e favorito l'occupazione di una parte del territorio croato. Il «congelamento» di questo status quo negativo è inaccettabile per il governo croato» sostiene Tudjman. Forte dell'appoggio del Parlamento di Zagabria, compresa tutta l'opposizione, dell'opinione pubblica e soprattutto delle centinaia di migliaia di profughi oramai sull'orlo della disperazione, Tudjman ha preso la decisione di mandare via i caschi blu anche per riattirare l'attenzione della comunità internazionale sul problema della Croazia che la guerra in Bosnia ha definitivamente respinto in secondo piano. Ma, dato ancor più importante, in questi tre anni i croati hanno messo in piedi un esercito efficace e bene armato malgrado l'embargo della comunità internazionale. «Non vogliamo la guerra, ma i negoziati» affermano i leader di Zagabria e danno a esempio il recente accordo economico con i serbi della Krajina che ha portato alla riapertura dell'autostrada Zagabria-Belgrado e dell'oleodotto adriatico. Di certo è che non sarà facile convincere i diri- genti della Krajina a reintegrarsi «pacificamente» nella Croazia. 11 capo dei serbi di Knin, Martic, si è recato ieri dal leader serbo bosniaco Karadzic. «Ci difenderemo insieme. La maggioranza del popolo serbo non resterà indifferente in caso di un nuovo conflitto» hanno dichiarato i due alludendo a un aiuto di Belgrado. Ingrid Badurina Caschi blu in Croazia Secondo Milosevic la loro cacciata potrebbe riaccendere la guerra ma Tudjman assicura «Non vogliamo spargere altro sangue E' l'ora dei negoziati»