I 48 anni della Fiamma

La storia La storia / 48 anni della Fiamma Benito Mussolini 26 dicembre 1946. Nello studio di Arturo Michelini, già vice federale di Roma, si costituisce ufficialmente il movimento sociale italiano. Sono presenti Pino Romualdi, Giorgio Almirante, Giorgio Bacchi, Giovanni Tonelli, Cesco Giulio Baglino, Mario Cassiano e Biagio Pace. 15 giugno 1947. Primo comitato centrale. Giorgio Almirante (32 anni) è il primo segretario del msi. Della segreteria politica e amministrativa fanno parte anche Tonelli e Michelini. 12 ottobre 1947. Le elezioni comunali di Roma sono il primo appuntamento significativo per il msi. Ottiene il 4% e tre consiglieri. 18 aprile 1948. Elezioni politiche. Per la Camera il partito è presente in tutte le circoscrizioni, eccetto Valle d'Aosta e Trento-Bolzano. Al Senato molti collegi del Nord sono sguarniti. Il partito ottiene il 2%, 6 deputati e un senatore. Tutti al Sud. 27-29 giugno 1948. Primo Congresso a Napoli. Almirante resta segretario. Michelini, Roberti e Massi sono i suoi vice. Si elabora lo statuto del partito, che fa esplicito riferimento alla «ininterrotta continuità storica». Gennaio 1949. Esponenti missini cercano di affondare nel porto di Taranto la nave scuola Colombo, destinata all'Urss come riparazione di guerra. Giugno '49. Secondo congresso a Roma. Emergono i primi contrasti tra Aimirante e l'ala «destra» del partito (Michelini, De Marsanich, Roberti). Almirante, resta segretario. Dicembre '49. Comitato centrale a Lucca. La frattura è ufficiale: De Marzio, Tripodi e Galdo si dimettono dalla direzione nazionale del partito. 15 gennaio 1950. Almirante si dimette. Il nuovo segretario è Augusto De Marsanich, già sottosegretario alle Comunicazioni e alla Marina durante il Ventennio. 2-4 novembre 1950. Il terzo congresso, previsto a Bari, salta per la proibizione del ministro degli Interni Sceiba, che di li a poco presenterà una legge per lo scioglimento delle organizzazioni estremiste 1951-1952. Le elezioni amministrative nel Centro-Sud portano il msi, alleato al partito monarchico, all'11.8 per cento. A Napoli, Benevento, Salerno, Bari, Foggia e Lecce il partito ha la maggioranza assoluta. Alle politiche del '53 il partito sale dal 2 al 5,8%. I deputati sono 29. 9-11 gennaio '54. Congresso a Viareggio. Il partito si spacca in tre: alla tradizionale contrapposizione tra moderati e sinistra interna, si aggiunge la componente di Pino Rauti e Enzo Erra che si ispira al filosofo Julius Evola. Ottobre 1954. De Marsanich lascia la segreteria, gli succede Michelini. 24 luglio 1955. Il comitato centrale vota, a larga maggioranza, un'alleanza elettorale con i monarchici. Ma l'esito delle amministrative del 1956 è deludente: 6,1% nelle liste comuni, 6,6 nei capoluoghi, dove il msi corre da solo. Novembre 1956. Quinto congresso a Milano. L'assise è turbolenta e spesso degenera in rissa. Almirante: «Dobbiamo avere il coraggio di mostrarci per quello che siamo: i fascisti della Rsi». Michelini prevale per 7 voti. Almirante e i leader della sinistra interna rifiutano la direzione. Gli «spiritualisti evoliani» (tra cui Rauti e Delle Chiaie) escono dal msi e fondano Ordine Nuovo. 1957-1959. Il msi, assieme ad altri partiti di destra, appoggia dall'esterno i governi de di Zoli, Fanfani e Segni. 25 mano 1960. Nasce il governo Tambroni, monocolore de appoggiato dai missini. 2-4 luglio I960. Il sesto congresso è Arturo Michelini Giorgio Almirante convocato a Genova, ma è preceduto da scontri che culminano alla notizia che le assise saranno presiedute da Carlo Emanuele Basile, prefetto della città durante la Repubblica Sociale. Il congresso è proibito per motivi di ordine pubblico. Il 19 luglio il governo Tambroni dà le dimissioni. 7 novembre 1960. Alle elezioni provinciali, il msi arriva al 7,7 per cento. E' il quarto partito d'Italia. 2-4 agosto 1963. Il settimo congresso, il primo negli ultimi sette anni, si svolge a Roma. Il clima è incande- scente come nel '56: Michelini e Almirante sono sempre più contrapposti. La sinistra interna, che da vita alla corrente «Rinnovamento» abbandona i lavori, con lo slogan «Fuori dal congresso, dentro nel partito». Intanto il msi perde influenza. Alle politiche del '63 è il pli ad imporsi come leader della destra. Le amministrative del 1964 segnano un nuovo arretramento. 12-14 giugno 1965. Ottavo congresso a Pescara. In precedenza Michelini aveva invitato Almirante e i suoi a tornare nella direzione. E questi avevano accettato, provocando la dura reazione di Romualdi, che darà vita a una nuova corrente. Al congresso Almirante pronuncia un discorso durissimo, Michelini lo accusa di «non rispettare gli accordi». Almirante abbozza, ma la sua corrente si spacca: 129 delegati lasciano il congresso. Il partito è di nuovo diviso: da una parte Michelini e Almirante, dall'altra (in netta minoranza) Romualdi. 5 giugno 1969. Muore Arturo Michelini. Alla segreteria ritorna Giorgio Almirante, eletto plebiscitariamente dal co- mitato centrale il 29 giugno. Novembre 1969. Una parte degli scissionisti di Ordine Nuovo, guidati da Rauti, rientra nel partito. Giugno 1970. Elezioni regionali: il msi risale al 5,2 per cento. 13 giugno 1971. Elezioni amministrative parziali. Il msi compie un clamoroso balzo in avanti in numerose città: 21,5 per cento a Catania, 16,2 a Roma, 13,7 per cento a Bari. Il dato complessivo assegna al msi il 13,9 per cento dei voti. 1972. Il partito si fonde con i monar- chici del pdium e cambia la sua denominazione in «Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale». Alle urne il partito tocca il suo massimo storico nelle politiche: 8,7 per cento, 55 deputati, 26 senatori. 18-21 gennaio 1973. Decimo congresso a Roma. Il msi è al top della sua forza organizzativa: 102 federazioni, 420 mila iscritti. 11 aprile 1973. Manifestazione a Milano, non autorizzata dalla Questura. Il corteo, guidato da Servello e Petronio - entrambi dirigenti nazionali - si scontra con la polizia. Muore l'agente Marino. E' l'inizio di una nuova parabola discendente. 26 giugno 1974. Il 1974 è l'anno delle stragi (Piazza della Loggia, l'Italicus) il msi è considerato dall'opinione pubblica ispiratore, se non addirittura complice, dei terroristi. Il 26 giugno, il presidente del partito Birindelli si dimette. 1975-1976. Nel corso della campagna elettorale, un militante comunista è ucciso a Sezze Romano durante un comizio del deputato Saccucci. Alle amministrative il partito perde il 2,3 per cento rispetto alle politiche del '72, scendendo al 6,4. Più o meno gli stessi risultati che il msi otterrà alle politiche del 76, che daranno al partito 35 deputati e 15 senatori. Difen^re 1976. La corrente di «demi "ra^a nazionale», guidata da Ernesto ut ivlarzio, rifiuta di partecipare al congresso già programmato per il 14 gennaio '77, e si stacca dal partito. Aderiscono 17 deputati e 9 senatori. 1977-1978. La nascita di Dn decapita anche il vertice del Fronte della Gio- Gianfranco Fini ventù. Nel maggio '77 II nuovo segretario dei giovani missini è Gianfranco Fini, imposto da Almirante. 5-7 ottobre 1979. Dodicesimo congresso a Napoli. Nuovi contrasti sul ruolo del partito tra Almirante e Rauti. I delegati danno ad Almirante una maggioranza che supera il 75 per cento. 1980. Elezioni amministrative, il partito è al 5,9 per cento. La strage della stazione di Bologna (2 agosto) procura un nuovo contraccolpo sul partito. Febbraio '82. Tredicesimo congresso a Roma. Rauti tenta una nuova scalata alla segreteria. Almirante («Il fascismo è qui!» lo sconfigge più o meno con le stesse percentuali del '79: 738 voti contro 270. 26 giugno 1983. Alle politiche il msi risale al 6,8 per cento. Inizia il disgelo. Craxi, presidente del Consiglio, afferma che un partito rappresentato in Parlamento non può essere anticostituzionale. 29 novembre-2 dicembre 1984. XIV congresso a Roma. Lo slogan: «Dalla protesta alla proposta». 1985. Elezioni amministrative. Il msi è al 6,5%. Ma vive un successo clamoroso a Bolzano, dove è il primo partito italiano, secondo solo alla Svp. 1986. Centenario di Mussolini. Almirante: «Stiamo vivendo le nostre pagine più esaltanti». Giugno 1987. Alle politiche il msi subisce un inatteso colpo di arresto: scende al 5,9 per cento. Di lì a poco Almirante, in gravi condizioni di salute, lascia la segreteria. Dicembre 1987. Quindicesimo congresso a Sorrento. Rauti dà ancora l'assalto ai vertici, ma finisce sconfitto di stretta misura (53,6% contro 44,8%) da Gianfranco Fini, candidato sostenuto da Almirante. 22 maggio '88 Almirante muore. 1989. Elezioni Europee: il msi perde rispetto all'87, scendendo al 5,5%. L'opposizione interna si fa più forte. A fine anno Fini è costretto alle dimissioni. 11-14 gennaio 1990. Sedicesimo congresso a Rimini. Fini proclama ancora la sua fedeltà al fascismo. Le votazioni sono drammatiche, non mancano neppure gli scontri fisici nella notte prima del voto. Alla fine, per pochissimi voti, la spunta Rauti. 1990-1991. Nuovo stop elettorale: il partito, alle amministrative del giugno '90, scende al 4,1 per cento. E' il minimo storico. L'anno dopo, alle Regionali siciliane, il msi passa dal 9,2 % dell'86 al 4,8%. Rauti si dimette, e Fini torna alla segreteria. 5 aprile 1992. Alle politiche tutti i partiti tradizionali sono travolti dall'incredibile ascesa della Lega. Ma il msi «tiene», assestandosi sul 5,4 per cento. Alle elezioni amministrative parziali del '92 il msi guadagna ancora, salendo al 5,6%. Ottobre'92. Cinquantennale della marcia su Roma. Il msi organizza una manifestazione in Piazza Venezia: saluti romani e inni fascisti Estate 1993. Fini lancia il progetto di Alleanza Nazionale. Alle amministrative di novembre, le prime con il nuovo sistema, il partito conquista 19 sindaci. A Roma e Napoli Fini e Alessandra Mussolini perdono, ma al ballottaggio arrivano rispettivamente al 46,9 e al 44,4 per cento. Gennaio 1994. L'assemblea nazionale del msi delibera di utilizzare il nuovo simbolo di Alleanza Nazionale per le politiche di marzo. Fini, per la prima volta, si dichiara disponibile ad «abiurare» la tradizione fascista. 27 marzo 1994. An arriva al 13.5% (confermato dal 12,5 delle europee a giugno). Nel governo Berlusconi i ministri missini saranno 5. A cura di Guido Tiberga Pino Rauti A. Mussolini Rauti: darò battaglia per lo Statuto ma non so se resterò con An A Mussolini Benito Mussolini Arturo Michelini Giorgio Almirante Augusto De Marsanich pino Romualdi Ernesto De Marzio Gianfranco Fini Pino Rauti A. Mussolini