Ungaro boccia le top model

Ungaro boccia le top model Ungaro boccia le top model «Ammazzano le nostre creazioni» E la Schiffer: non sono incinta PARIGI DAL NOSTRO INVIATO Per la serie dateci la nostra Schiffer quotidiana, proprio come il pane, voilà la smentita del giorno: «Non sono incinta come hanno insinuato alcuni giornali. Guardate la mia linea», dice lei angelica, toccandosi il ventre fasciato nell'abito da sposa di Chanel. Bene. Niente borsettate, scene isteriche o indignazioni. Si vede che al pettegolezzo più bieco la ragazza ci ha fatto il callo. «No News», nessuna notizia, conferma mamma Schiffer. Ma l'agenzia Ansa, dopo aver sentito l'agente della top, ipotizza che questa per ritorsione po- trebbe non sfilare più in Italia. In attesa di sviluppi passiamo ad altri sussurri e grida. Si dice che Armani sarà l'erede di Givenchy. Vero o falso? «Il vento di Parigi non spira dalle parti di via Borgo Nuovo», ribatte l'argenteo Giorgio. Intanto in pedana scorrono gli abiti. Ma non riescono a monopolizzare l'attenzione dei media troppo presi a inseguire pettegolezzi e montature assortite. Peccato non poter dedicare il giusto spazio a couturier come Ungaro che, attraverso i suoi sogni, rende omaggio alla femminilità più tenera. Lui - che ha disegnato i vestiti per Sean Young nel prossimo film «Doctor Jekyll e miss Hyde» - snobba le top: «Ammazzano i vestiti». Le sue ragazze sconosciute sono un esempio di leggiadria, a volte fin troppo romantiche negli abiti infiocchettati. Si muovono con passo vellutato le indossatrici con i tailleur a pois e quadretti vichy, a vita alta, appena svasati e riscaldati da bolerini. Latitano i famosi mixage di fantasie, tipici del creatore. Però l'accostamento dei colori accesi non manca. Il seno diventa il punto focale con sapienti drappeggi che lo incorniciano maliziosamente. Le braccia sono nude. Ungaro non disegna, crea direttamente sul corpo di due modelle che puntualmente lavorano per lui. Sulle loro curve ogni giorno inventa effetti diversi. «Chi non vuole le top è taccagno. Io sono come un grande regista, mi piacciono le star», pontifica Karl Lagerfeld, versione Chanel dopo il défilé. Una collezione very chic la sua. Anche se a tratti si avverte la mancanza della zampata ironica. Con una scenografia progettata come i tre atti di un'operetta le top diventano attrici. Sfoggiano guanti da moschettiere, tailleur boucle al ginocchio e acconciature da pianeta delle scimmie, con capelli voluta mente frullati a spinacio. Le lavorazioni più originali? Gli abiti di organza ciancicata sorretti da fil di ferro nelle balze, le sotto vesti impunturate a fitte losan ghe, gli scialli della «Dolce Vita» in chiffon a punto smock. E tante trasparenze. «L'effetto nudo è divertente, risparmio stoffa», scherzava il kaiser a chi gli do mandava spiegazioni filosofi che. [a. ama.] A sinistra la top model Linda Evangelista, nei guai per uno spot

Luoghi citati: Italia, Parigi