«Cocaina a Berlusconi» di A. R.
«Cocaina a Berlusconi» «Cocaina a Berlusconi» PALERMO. Il pentito Vincenzo Scarantino, che ha ammesso le proprie responsabilità nella strage di via D'Amelio, in alcune dichiarazioni ai giudici di Caltanisetta sostiene che Cosa nostra forniva cocaina all'ex premier Silvio Berlusconi. E' quanto risulta dalla trascrizione di un interrogatorio avvenuto il 24 giugno da parte del procuratore Tinebra e del sostituto Ilda Boccassini. Vincenzo Scarantino ha detto di avere appreso dal boss Ignazio Pullara che quest'ultimo «mandava cocaina a Berlusconi». «Una volta ero a parlare con Pullara, però dottoressa - dice Scarantino - non voglio che mi diciate di lasciar perdere questi discorsi; prima che Berlusconi comprasse Canale 5, Pullara gli mandava due chili di cocaina, a Berlusconi, Silvio Berlusconi, che lo conosceva da Milano». Il pentito afferma anche che l'ex presidente del Consiglio conosceva altri boss come Luciano Liggio, «che andavano a Milano e Berlusconi manda cinquanta milioni l'anno alla famiglia» di Santa Maria di Gesù. Rispondendo al magistrato, Scarantino ha ribadito di avere appreso «queste cose» da Pullara perché lo riforniva di fucili e revolver: «Lui diceva che il Canale 5, io gliel'ho fatto comprare a Silvio Berlusconi, glielo ho fatto comprare io; gli mandavo due chili di cocaina ogni venti giorni, ogni mese, e ogni anno per le foste, manda cinquanta milioni questo Silvio Berlusconi». Nello stesso interrogatòrio Scarantino sostiene che l'ex funzionario del Sisde Bruno Contrada era uno «spione» che informava Cosa nostra. E riferendosi al periodo in cui Marino Mannoia aveva deciso di collaborare con la giustizia, Scarantino afferma che quando si parlava dello «spione» pensava a un confi dente della questura «e invece era una spia segreta, Contrada». Il procuratore Tinebra ha detto di avere inviato i verbali delle dichiarazioni di Vincenzo Scarantino alla procura di Palermo: «A occhio e croce mi pare una dichiarazione, ove vera, ancora priva di riscontri». Per Tinebra l'attendibilità del pentito Scarantino e «tuttora oggetto per molti versi di attenta valutazione». Ironica la replica di Berlusconi: «Sì, è vero, mi mandavano anche 10 cannoni, 4 carri armati e, a mesi alterni, un sottomarino». Mentre Antonio Tajani, portavoce di Forza Italia, ha aggiunto: «La chiacchiera della cocaina spedita ad Arcore è talmente ridicola da commentarsi da sé». [a. r.]
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