la Maginot di Cisgiordania

Per separare i Territori da Israele: «Ma sarà una linea fortificata, non un confine politico» la Maginot di Cisgiordania Per separare i Territori da Israele: «Ma sarà una linea fortificata, non un confine politico» //piano di Rabin contro il terrorismo TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO • Recintare l'intera Cisgiordania per impedire ai «fedayn» islamici di seminare il terrore nel cuore dello Stato ebraico: questo il progetto che sta prendendo forma nel governo israeliano a due giorni dalla strage di Beit Lid, a Nord di Tel Aviv, dove domenica due kamikaze integralisti hanno provocato la morte di diciannove israeliani, quasi tutti militari. Già lunedì Rabin - in un messaggio televisivo alla popolazione - aveva affermato che il suo fine politico è quello di separare fisicamente gli israeliani dai palestinesi. Ieri ha meglio precisato il suo pensiero spiegando di voler creare una linea fortificata che non ricalcherà con precisione le linee armistiziali antecedenti la Guerra dei sei giorni (1967), ma separerà il territorio israeliano dagli agglomerati palestinesi della Cisgiordania. Anticipando le obiezioni dei palestinesi e dell'opposizione israeliana di destra, Rabin si è affrettato ad assicurare che non intende costituire un fatto compiuto, e che il confine fra Israele e la futura entità palestinese nei Territori occupati sarà disegnato al tavolo dei negoziati. «Pensiamo a una linea militare, non politica» ha precisato. Il primo ministro non ha voluto entrare nei particolari della nuova carta geografica, che saranno elaborati a partire dalla settimana prossima da una Commissione di cui faranno parte ministri ed esperti dell'esercito e dei servizi segreti. La stampa ha tuttavia pubblicato ieri, una carta che a quanto pare riflette almeno le intenzioni generali dello Stato ebraico: essa prevede che resteranno in mani israeliane la valle del Giordano, alcune «macchie» di insediamenti ebraici e un corridoio orizzontale lungo la «Trans-Samarian Road». Nel centro di Israele, il confine della Cisgiordania sarebbe spostato verso Est di qualche chilometro, per includere una striscia di insediamenti ebraici. Decine di migliaia di coloni resterebbero invece praticamente abbandonati al loro destino nelle zone che verranno assegnate all'autonomia palestinese. Secondo la Radio militare, la costruzione del lungo recinto (accompagnato da una pista sterrata per le ispezioni delle pattuglie e da torrette di avvistamento) costerebbe 250-300 milioni di dollari e richiederebbe almeno dodici mesi di lavoro. Altri esperti ricordano invece che attorno a Gaza l'erezione di un recinto del genere (sessanta chilometri in tutto) ha richiesto quasi un anno: per chiudere la Cisgiordania ci vorrebbero allora cinque anni, e per pattugliare i 300 chilometri sarebbero necessarie trenta compagnie di fanteria. Ieri intanto i servizi di sicurezza israeliani hanno compiuto in Cisgiordania una retata di attivisti islamici, arrestando decine di militanti di «Hamas» e della «Jihad islamica» fra i quali lo sceicco Ahmed Haj Ali. I militari israeliani hanno anche chiuso a Hebron gli uffici dell'«Associazione teologica islamica» e la moschea di AlBireh, ritenendoli «veri e propri vivai di terrorismo islamico». Alcuni arresti di militanti islamici sono avvenuti ieri anche nella striscia di Gaza. Due esponenti della «Jihad islamica» - lo sceicco Abdallah Shami e Mohsen Shallah sono stati convocati nella sede centrale della polizia di Gaza, interrogati per alcune ore e poi rilasciati. A Gaza inoltre si sono diffuse ieri voci insistenti secondo cui per le vie delle città circolavano membri delle unità speciali israeliane, travestiti da arabi. Secondo il capo dello «Shin Bet» - il servizio di sicurezza israeliano - la situazione a Gaza è «caotica». Deponendo di fronte alla Commissione parlamentare per gli Affari esteri e la Difesa, l'alto funzionario (la cui identità è mantenuta segreta in Israele) ha confermato che Yasser Arafat non sembra intenzionato ad affrontare frontalmente le organizzazioni integraliste. Il capo dello «Shin Bet» ha tuttavia rivelato che dietro le quinte i servizi segreti palestinesi arrestano di volta in volta attivisti islamici e riescono così ad avere il «polso» della situazione. Ieri intanto alla «Knesset» Rabin ha dovuto impegnarsi a fondo per respingere una nuova mozione di sfiducia presentata dai partiti di opposizione di destra, secondo cui il governo non si impegna a sufficienza per edificare attorno a Gerusalemme una fascia di quartieri e di insediamenti che garantisca per le generazioni a venire la sovranità israeliana sulla città unificata. A favore delle mozioni di sfiducia hanno votato 53 deputati, mentre 61 si sono detti contrari. Aldo Baquis fonte: "The Economist" aree di insediamento ebraico •corridoio- sono controllo israeliano confin11967 ipotetico confine futuro UN RECINTO DI TRECENTO CHILOMETRI Costerà 300 milioni di dollari Taglierà fuori da Israele decine di migliaia di coloni Ultra islamici bruciano bandiere israeliane e americane a Gaza A destra Rabin