Lassù c'è Chiara

Lassù c'è Chiara Lassù c'è Chiara Così è stato chia«donato» da un ast CI sono donne che ricevono in dono gioielli e abiti firmati. Chiara Maria Faletti è ancora più fortunata: in dono ha ricevuto un pianetino. Più esattamente, un pianetino è stato battezzato «Chiara» in suo onore dalla Commissione dell'Unione Astronomica Internazionale che ha l'incarico di tenere aggiornata l'anagrafe degli asteroidi via via che vengono scoperti. Ma c'è un particolare che rende la notizia ancora più curiosa, trasformandola in una romantica fiaba moderna: il mato un asteroide ronomo a sua moglie pianetino è stato scoperto da suo marito, Walter Ferreri, il quale, avvalendosi del diritto dello scopritore, ha proposto il nome della moglie alla Commissione competente (che ha sede negli Stati Uniti), ottenendo una risposta positiva. Ferreri, che lavora all'Osservatorio di Torino, ha individuato «Chiara» il 23 aprile 1984 con un telescopio fotografico dell'Osservatorio Australe Europeo, sulle Ande del Cile. Provvisoriamente il pianetino ha ricevuto la sigla «1984 HC2» e poi il FINALMENTE abbiamo l'identikit del nostro più antico antenato. Dai sedimenti sabbiosi dell'Etiopia è emerso lo scheletro di quello che si potrebbe definire «l'anello mancante», cioè l'antenato più lontano, quello che abbiamo in comune con gli scimpanzè. Non si era mai trovato uno scheletro così antico: ha quasi 4 milioni e mezzo di anni. Cioè, è oltre un milione di anni più vecchio di «Lucy», il famoso ominide trovato in Etiopia oltre vent'anni fa, la cui specie [Australopithecus afarensis) era fino a poco tempo fa considerata il primo gradino del genere umano. Non solo: i resti appena scoperti sono ancora più completi di quelli di «Lucy». Già a settembre dello scorso anno si era avuta la notizia di una scoperta importante: il ritrovamento dei frammenti di ossa e denti di vari individui (17) più antichi di «Lucy», per i quali era stata battezzata una nuova specie, l'Australopithecus ramidus. Ma erano pezzi sparsi, pochi tasselli di un mosaico ancora incompleto, rinvenuti in varie campagne di ricerca da parte di un team internazionale di studiosi. Ora si è trovato quello che tutti aspettavano: i resti quasi completi di un solo individuo, in modo da poter ricostruire l'aspetto e per quanto possibile il comportamento di questi nostri antichissimi progenitori. La scoperta è avvenuta a novembre, ma solo ora che i ricercatori sono ritornati dalla spedizione e che lo scavo si è concluso, se ne è avuta la notizia. Si tratta di ben 90 frammenti, estremamente delicati, di un individuo adulto, vissuto 4 milioni e 400 mila anni fa, in quella che oggi è la Valle del fiume Awash, nella depressione semidesertica dell'Arar, in Etiopia. Le ossa rinvenute corrispondono alla base del cranio, alla mandibola, alla clavicola, a molte vertebre, a numerose costole, all'avambraccio, alla mano, al bacino (completo), alla tibia e al piede. Un vero miracolo per i ricercatori, perché per epoche così antiche è già una fortuna trovare un dente o un piccolo frammento di osso. Ancora una volta l'Etiopia si rivela cruciale per la ricerca sulle nostre origini. Da anni i responsabili etiopici del Middle Awash Research Project, effettuano innumerevoli perlustrazioni sui terreni fossiliferi, con

Persone citate: Chiara Così, Chiara Maria, Ferreri, Walter Ferreri

Luoghi citati: Cile, Etiopia, Stati Uniti, Torino