FRUA: TELAI, ARMI E FARMACO D'ANALISTA
FRUA: TELAI, ARMI FRUA: TELAI, ARMI E FARMACO D'ANALISTA spedale Ca' Granda e scrittore di saggi morali, scrive ai figli adolescenti, per esempio, da aprirsi al loro ventesimo anno. Dove il padre attento analizza i caratteri, spiega loro le decisioni che ha a lungo ponderato per il loro futuro e a ciascuno è prodigo di consigli sulla vita. «Il Giovannino di nervi più duri, più sodi, inclinato alla positività» verrà avviato agli studi classici, «il Pappino irritabile, sensitivo, focoso, facilmente tratto allo passioni» entrerà nel commercio e a 15 anni viene mandato a compiere studi tecnici in Germania. Peppino, cioè Giuseppe Frua, a vent'anni incontra il ventiseienne Ernesto De Angeli, che molto deve alla madre Maddalena, donna forte e solida che, precocemente vedova, si è interamente dedicata ai figli e si meriterà il caldo ricordo di Giovan Battista Pirelli, amico e coetaneo di Ernesto. Entrambi al cotonificio Cantoni, assunti ancora ragazzi da quel conoscitore di uomini che è il barone Eugenio, daranno vita nel 1875 alla prima stamperia industriale italiana di tessuti. Embrione della De Angeli Frua che nel 1920 avrà 150.000 fusi, 6000 telai, 75 stampatrici e 12.000 dipendenti, centrali idroelettriche e collegamenti via radio. Le stoffe stampate prima venivano dall'Inghilterra. Come locomotive o grandi macchine industriali arrivavano dalla Germania, prima che la Broda diventasse il quarto gruppo italiano, con Ansaldo, IIva e Fiat (ma alla sua morte, il Grande Ernesto possiederò solo la sua dimora). Ernesto De Angeli è aitante, eloquente, rappresentativo, tanto cha a Giacosa ricorda i nuovi plutocrati americani artefici della propria fortuna. Assume su di sé cariche pubbliche, fonda riviste (L'Industria), riceve a casa e frequenta il Cova dove, al tavolo d'angolo detto dello «Stato di Milano», si trovano quasi ogni giorno Pirelli, Tomaso Bertarelli, Giuseppe Colombo, l'ingegner Riva, Edoardo Amman, e dove capitano spesso Giacosa, i due Boito, Rovetta e altri. Al tavolo accanto siedono i nobili del Club Unione. Nel 1900, con Benigno Crespi, Pirelli, Luca Beltrami e Luigi Albertini, diventa comproprietario del Corriere della Sera. Più riservato, Giuseppe amava il dialetto, «diceva "spusa" alle donne maritate e Nina alle giovani», fino alla fine è il primo a Nella Milano dei capitani d'industria tra memorie, passioni e dolore arrivare in fabbrica e l'ultimo a uscirne, e tutte le settimane visitava le case degli operai, ai quali concede per primo le ferie, fa costruire case e orti e asili, regala libri e banchi per i figli, pubblica manuali tecnici. Ormai grande industria, la stampa dei tessuti, che presuppone conoscenza del disegno e gusto dei colori, confina infatti col fine artigianato e con l'arto. Carlo Frua De Angeli, figlio di Giuseppe e della sorella di Ernesto, che sposerà a sua volta la figlia di Breda e dirigerà l'impero di famiglia, sarà un conoscitore e benefattore di artisti. Grande amico di Picasso, conosce Braque, Klee, Matisse, De Chirico, Modigliani, Manzù, le cui opero ammonticchia per terra e sotto i letti, tra Parigi e Milano. Discendente di cotanta stirpe, Ernesto, il padre di Cristina, resterà impigliato nella ricchezza e nella raffinatezza nel tentativo di emulare i suoi epici antenati. Uno charmeur, lo definisce la nonna greco-triestina quando la figlia, fragile, romantica e bellissima, se ne innamora. Il matrimonio ortodosso a New York, l'esilio dorato a Montreux, le mani delicate da pianista e disegnatore, l'ultimo rampollo non riuscirà a affermare la sua fabbrica di motociclette e vagherà, col suo passo dinoccolato o ondeggiante, fra belle case, bei quadri, bei viaggi e belle donne. Fino alla tragedia. Neanche il figlio Gregorio riuscirà a farcela, suicida due anni fa, poco più che trentenne. Cristina, l'Idina del libro, ha ormai sposato lo psicoanalista della salvezza, Armando Verdiglione. La sorella Barbara, l'affascinante Lilì, è oggi moglie di Marco Tronchetti Provera, amministratore delegato della Pirelli. Il cerchio si chiude. Maria Grazia Bruzzone Cristina Frua De Angeli Ma chi è questa bella Principessa Spirali pp. 324. L. 25.000
Luoghi citati: Germania, Inghilterra, Milano, New York, Parigi
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