« Una beffa da venti milioni » di Fulvio Milone

« « Una beffa da venti milioni » La mamma: così siamo stati ingannati L'ODISSEA L'ODISSEA DI UNA COPPIA NAPOLI ACCONTA con rabbia la sua storia, ma alla fine l'ira si stempera nell'amore per Giada, una bambina di due anni dai grandi occhi scuri che sorride alla bambola che stringe fra le mani. «E' bellissima, vero? Non sembra nemmeno malata», mormora Maria Cristina Minucci. Signora, quando è cominciata questa maledetta storia? «Una brevissima premessa: per me e soprattutto per mio marito Giada è una figlia meravigliosa. Non ci importa chi sia il vero padre. Quel ginecologo, Raffaele Magli, lo abbiamo denunciato affinché venga fatta giustizia. Vogliamo che la bambina sia l'ultima vittima di una situazione assurda e che venga approvata finalmente una legge in grado di mettere ordine nel caos che regna nel campo della fecondazione artificiale. Un caos in cui trova spazio l'illegalità». Quando ha incontrato per la prima volta il dottor Magli? «Nel gennaio del '91. Ero convinta di non poter avere figli. Solo dopo molto tempo ho saputo che il mio era un blocco psicologico, la conseguenza di un trauma subito all'età di quindici anni: avevo visto mia sorella morire di parto. Così io e mio marito Roberto, sposati dall'88, decidemmo di rivolgerci a Magli». Fu visitata dal ginecologo? «Disse che avevo un'occlusione tubarica totale. Mi spiegò che l'unico modo per diventare mamma era la fecondazione artificiale. Era falso: lo dimostra il fatto che oggi sono incinta al settimo mese, senza alcun intervento medico. Ma a quell'epoca non avevo alcun motivo di diffidare di Magli. Roberto e 10 accettammo senza esitazioni, ponendo una sola condizione: che 11 bambino fosse generalo con il seme di mio marito». Che cosa rispose il ginecologo? «Vuole proprio saperlo? Mi squadrò con sufficienza e disse: signora, i figli non si fanno in cooperativa. Ad ascoltarle oggi quelle parole hanno il sapore di una beffa terribile. Mi sottopusi agli interventi, tre tentativi di fecondazione costati complessivamente 11 milioni e mezzo di lire. Se aggiunge le 250 mila lire pagate per ogni visita e i tre milioni sborsati per il parto, arriviamo ad un totale di oltre venti milioni. La fecondazione finalmente ebbe successo, e le analisi rivelarono che ero incinta. Mi sentii la donna più felice del mondo. Anche mio marito era al settimo cielo». Quando è nata Giada? «Il 30 luglio del '92. Dopo dicci mesi, a maggio, accadde un l'atto per me stranissimo. Ma questa è un'altra storia». La può raccontare? «Certo. Mi accorsi di essere di nuovo incinta. Ero stupefatta. Tomai da Magli e gli chiesi com'era potu¬ to accadere che l'ossi rimasta incinta in modo naturale. Mi rispose che poteva capitare. Mi segui durante tutta la gravidanza, ma il parto si risolse in modo tragico. Magli mi sottopose al taglio cesareo, e il bimbo morì». Torniamo a Giada. Quando cominciarono a comparire i primi sintomi della talassemia? «All'età di un anno. La bambina cominciò a deperire, non mangiava ed era pallidissima. Pensai che la sua fosse una reazione psicologica negativa alla mia seconda gravidanza, e non mi preoccupai più di tanto». Eppure lei sapeva di essere una portatrice sana della malattia. Non le venne alcun sospetto? «No. Tutti sanno che un bambino può contrarre l'anemia mediterranea solo se entrambi genitori ne sono affetti. Roberto aveva fatto gli esami, od era a posto. Passò del tempo prima che un pediatra scoprisse la verità. Una verità terribile, apparentemente inspiegabile, di cui chiesi spiegazione a Magli. All'inizio sembrò terrorizzato. Al¬ luse a un possibile errore da addebitare al biologo che lavorava per lui e che forse aveva scambiato il seme di mio marito per quello di un altro. Aggiunse che per i soldi non c'era alcun problema: diceva che in casi come questi l'assicurazione avrebbe pagato fino a un miliardo. Ma noi non chiedevamo soldi. Solo giustizia. Lui era candidato per Forza Italia alle elezioni politiche, aveva una paura folle di una denuncia. Oggi insinua che io e mio marito abbiamo tentato di ricattarlo e che Giada ò nata da una mia relazione clandestina con un uomo inalato di talassemia». L'esame del Dna ha rivelato che suo marito non è il padre biologico di Giada. E' cambiato qualcosa nei rapporti familiari? «C'è solo l'angoscia per una malattia che può essere sconfitta solo con un trapianto del midollo fra consanguinei perfettamente compatibili. Forse Giada non potrà essere aiutata nemmeno dal figlio che mi nascerà fra due mesi, perché il padre non è lo stesso». Fulvio Milone «Ci offrì un miliardo per tacere e poi mi ha accusato di aver tradito mio marito»

Persone citate: Magli, Maria Cristina Minucci, Raffaele Magli

Luoghi citati: Napoli