Il trionfo del vescovo ribelle di Enrico Benedetto

Jacques Gaillot dichiara guerra a Roma: il popolo è con me, non tacerò Jacques Gaillot dichiara guerra a Roma: il popolo è con me, non tacerò Il trionfo del vescovo ribelle In 50 mila (e 4 vescovi) alla Messa d'addio PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Oggi è il mio più bel giorno da vescovo» mormora Jacques Gaillot. qualche attimo prima di celebrare l'ultima Messa, commosso nel vedere la folla 50 mila persone, forse più che gremisce cattedrale e sagrato per inveire contro le dimissioni impostegli a Roma. Innumerevoli pullman e 8 treni speciali riversano sulla normanna Evreux, malgrado la pioggia implacabile, una folla polimorfa (giovani, vecchi, suore, diaconi, famiglie intere), solidale con l'enfant terrible della Chiesa wojtyliana. E la mobilitazione contagia Lione e Bordeaux, Metz, SaintEtienne, Strasburgo, Nancy... Giornata storica per il cattolicesimo «sociale» transalpino, uso da sempre alla fronda con il Vaticano ma che nella rimozione del presule trova energie nuove per rivoltarsi contro gli «inaccettabili metodi autoritari» romani causando non pochi imbarazzi all'establishment ecclesiastico, cardinale Lustiger incluso. Se l'obiettivo era isolare il ribelle destituendolo, lo spettacolo odierno ne dimostra l'inadeguatezza. Anziché ridurre in silenzio il reprobo, la punizione sembra quasi amplificarne la voce. Che raccoglie simpatia non solo fra la base cattolica. Concelcbrava- no ieri l'«addio» ben 4 vescovi in carica, a riprova che la speditiva censura romana ferisce un episcopato geloso della sua antica autonomia e indipendenza decisionale. Il tono è umile, ma fermo. «Jacques aveva saputo raccogliere un capitale di fiducia. Mi auguro non vada disperso» dichiara il suo collega di Amiens. Che, polemico, ricove i reporter in borghese. Per i sondaggi, 2 francesi su 3 ritengono arbitraria l'ingiunzione a Gaillot. E ieri sera, in tv su «Tf 1 », il portavoce della Conferenza episcopale am- metteva se non la sconfitta l'errore strategico. «Uno scacco» conclude. E senza esprimersi sulla controversa figura, domanda a sostenitori e avversari di riannodare il dialogo. Quanto a mons. Gaillot trasforma l'«addio» in un proclama di battaglia. Non avrà più una diocesi da cui battersi. Partenia, quella assegnatagli prò forma (i vescovi non decadono), cessò di esistere parecchi secoli fa. Era nella brousse mauritana. Ma al cinquantanovenne pastore non occorre l'Africa per sentirsi in «terra di missione». Anche la Francia spiega - «va evangelizzata». «Continuerò ad annunciare la Buona Novella tra i poveri» dice. Filmano l'omelia troupes televisive Usa, inglesi, belghe, italiane. Gaillot evoca l'«onda di choc» che le sue dimissioni forzose propagano tra clero e laici - ma pure agnostici, financo atei: li ringrazierà per «la vigilanza critica» sulla missione cristiana - non solo francesi. «Quando un popolo prende la parola», scandisce l'ex responsabile diocesano di Evreux, «i cammini si aprono e la paura lascia il posto a ener¬ gie nuove». Nel ringraziare i fedeli, una certezza. «Ormai la Chiesa non potrà più assumere decisioni senza tener conto di voi». Nel sermone ricorre con forza il richiamo a «democrazia», «libertà», «differenza». Jacques Gaillot ammonisce infine i superiori che l'hanno estromesso: «La comunità cristiana ha per missione accogliere gli esclusi, non escludere». «Faccio le valigie, ma sentirete ancora parlare di me» annuncia fra gli applausi. Qualcuno piange. Ci sono anche i ragazzi della banlieue musulmana, venuti a testimoniare il loro rammarico nel vederlo partire: «Per noi era un amico». Nei giorni prossimi dovrebbero moltiplicarsi le iniziative a suo favore. Tra cui una pacifica «marcia su Parigi». In tempi di campagna elettorale, come non escludere che alcune forze strumentalizzino il caso? Lo stesso interessato attizza la polemica, facendo intendere che «dietro la revocazione possa esserci Charles Pasqua». L'udienza vaticana - settimane fa - al ministro la cui politica antistranieri Gaillot denuncia con estremo vigore da anni, gli avrebbe cioè permesso di esercitare pressioni vittoriose, fornendo un alibi politico ulteriore per la revoca. Enrico Benedetto Il prelato accusa il ministro degli Interni Pasqua di aver tramato per la sua cacciata II; Il vescovo Jacques Gaillot cacciato dalla sua diocesi saluta la folla che lo acclama a Evreux