Bertinotti ricuce lo strappo

Garavini: se la destra vota a favore, io starò con il partito Garavini: se la destra vota a favore, io starò con il partito Bertinotti ricuce lo strappo Rifondazione unita: «no» al governo ROMA. Dopo la vittoria, Fausto Bertinotti è tra gli ultimi a lasciare la sala di dibattito all'elegante residence Ripetta. Dà una tirata al suo mezzo toscano poi, con un ampio gesto del braccio, indica le poltrone ormai vuote che gli stanno davanti: «Abbiamo avuto un consenso straordinario», dice soddisfatto. «E - posso dirlo? - anche molto caloroso». Come da copione, gli oltre duecento membri del comitato politico di Rifondazione comunista hanno approvato a larga maggioranza la linea del segretario per un chiaro no al governo Dini. I voti contrari sono stati 11, le astensioni 29: la linea del dissenso non ha raggiunto il 20 per cento. Il confronto tra lo schieramento maggioritario di Bertinotti e Cossutta e i dissenzienti guidati da Sergio Garavini e altri prometteva di essere infuocato. Invece ha finito per assumere i toni più o meno civili di un dibattito sulla giusta interpretazione marxista-leninista di questa crisi politica. Per la verità l'orientamento di Forza Italia a far decollare il governo Dini ha sottratto l'elemento di suspense che negli ultimi giorni aveva accompagnato la discussione in seno a Rifondazione comunista. Adesso il voto dei parlamentari comunisti appare molto meno influente sui destini del Paese. E lo stesso Garavini ha dichiarato: «Se la destra vo¬ terà a favore, allora voterò contro. Non rompo con il partito se il mio voto è ininfluente». Tutto rientrato, dunque? In realtà la battaglia in seno al partito è solo agli inizi. E paradossalmente il nuovo orientamento di Forza Italia rischia di mascherare una spaccatura che invece rimane profonda e che il dibattito di ieri nel comitato politico non ha minimamente contribuito a ridurre. Naturalmente ognuno tira acqua al suo mulino. Bertinotti insiste che il consenso è stato «straordinario», perfino inatteso nelle sue dimensioni «dopo i dubbi sorti in seguito alla discussione degli ultimi giorni». I dissenzienti, da Garavini a Famiano Crucianelli, da Luciano Pettinari a Gian¬ franco Nappi insistono invece che l'opposizione alla linea del leader è importante e continua a crescere. Se non altro il voto di ieri del comitato politico (una sorta di comitato centrale, n.d.r.), dimostra che la posizione di Bertinotti ha il sostegno delle federazioni sparse nel Paese. A mano a mano che si scalano le strutture di vertice del partito, invece, quel sostegno si assottiglia in modo consistente. In direzione la settimana scorsa la linea del segretario era passata con difficoltà (28 a favore, 14 contro e 4 astenuti). E ieri ben tre membri dei sette che compongono la segreteria (Nappi, Crucianelli, Pettinari), hanno votato contro Bertinotti. Il problema, è chiaro, va ben al di là della questione Dini. I dissenzienti accusano il segretario di portare il partito all'isolamento politico. Dice Garavini: «Ormai questo partito si considera autosufficiente nel suo rapporto con la società italiana. Stiamo tracciando un percorso che ci metterà in un angolo». E Luciana Castellina, europarlamentare: «Dopo il voto di oggi sconteremo un periodo di isolamento politico. Speriamo di correggere questa rotta: la gente normale non ci capisce». Bertinotti, stizzito, risponde: «Beh, io penso che la gente che era qui oggi e che ha approvato il nostro documento era gente normale. L'opposizione a Dini non è affatto una decisione che porta all'isolamento: Rifondazione comunista è una risorsa che si attiva per fare proposte al pds e al fronte progressista». E l'accusa di autoritarismo interno che gli anti-bertinottiani lanciano al segretario? E' vero, come dicono Nappi c altri, che c'è una «insofferenza per il dissenso» sempre più accentuata nel partito? Bertinotti sorride amaro e di nuovo indica la sala con le poltrone vuote: «Quale autoritarismo? Tutti hanno partecipato liberamente alla discussione oggi. Queste accuse di autoritarismo riflettono invece una sordità rispetto al grande consenso che abbiamo visto qui oggi». Andrea di Robilant La Castellina dissente «Così finiremo isolati» nea del dissenso non ha raggiunto il 20 per cento. Il confronto tra lo schieramento maggioritario di Bertinotti e Cossutta e i alla discussione degli ultimi giorni». I dissenzienti, da Garavini a Famiano Crucianelli, da Luciano Pettinari a Gian¬ (Nappi, Cruciahanno votato ti. Il problemaA sinistra: Rocco Buttiglione segretario del ppi in alto: Fausto Bertinotti di Rifondazione La Castellina dissente «Così finiremo isolati» A sinistra: Rocco Buttiglione segretario del ppi in alto: Fausto Bertinotti di Rifondazione Qui sopra: Sergio Garavini leader dell'opposizione interna in Rifondazione comunista

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