Salta la pace tra il Papa e i buddisti

Ma il Pontefice li elogia: «Dobbiamo camminare assieme, torno a Roma pieno di speranza» Ma il Pontefice li elogia: «Dobbiamo camminare assieme, torno a Roma pieno di speranza» Salta la pace tra il Papa e i buddisti Niente scuse per il libro, i bonzi non vanno da Wojtyla COLOMBO DAL NOSTRO INVIATO Non è bastata a soddisfare i leader buddisti di Sri Lanka la mano tesa del Papa. Le prima parole che ha pronunciato al suo arrivo a Colombo, un discorso ampiamente elogiativo per i seguaci dell'Illuminato, non hanno evitato il temuto boicottaggio. I leader della religione di maggioranza hanno disertato l'incontro interreligioso di ieri. Così il Pontefice, ancora stanco dopo la pesante giornata di venerdì, si è trovato davanti al «Bandaranaike Memorial International Conference Hall» (Bmich) solo sei rappresentanti degli induisti, e sei eminenti fedeli del Profeta. Il Bmich è stato costruito in ricordo di Salomon Bandaranaike, marito dell'attuale primo ministro Sirimavo, e madre del presidente Chandrika. Salomon fu ucciso da un bonzo buddista. Giovanni Paolo II ha esortato a «considerare le preoccupazioni che uniscono i credenti, piuttosto che le cose che li dividono». E alla fine del breve discorso, letto lentamente, in parte per stanchezza, e in parte per sottolineare i contenuti, ha improvvisato poche frasi dense di significato: «Questo incontro vuol dire che siamo insieme. E' necessario essere insieme, non essere insieme è pericoloso. La vostra presenza qui - ha detto agli induisti e ai musulmani - è un segno di buona volontà. Torno a Roma pieno di speranza». Subito dopo questo incidente, di non trascurabile importanza nell'universo del dialogo fra le religioni, c'è stata una dichiarazione ufficiale del portavoce del Papa, allusiva e pungente. «Apprezziamo davvero il fatto che un architetto buddista abbia costruito il palco per la messa di beatificazione di oggi a Colombo - ha detto Navarro Valls -. Siamo anche compiaciuti nel notare che alcuni buddisti saranno presenti a quell'avvenimento. Capiamo che per ragioni che hanno a che fare con circostanze qui in Sri Lanka i leader buddisti hanno deciso di non essere presenti a questo meeting con i leader delle altre religioni». L'architetto è lo stesso che costruì il palco e l'altare per la visita di Paolo VI a Colombo nel 1970, il Venerabile Mapalagama Vipulasara, un monaco noto qui come «Kala Sadhu». I buddisti presenti alla messa di beatificazione del missionario indo-portoghese Joseh Vaz sarebbero - secondo quando dichiara Navarro una ventina, che hanno chiesto di partecipare via fax. Infine, «in cauda venenum», il Vaticano si rifiuta di credere che siano le frasi del Papa sul buddismo, la vera causa del boicottaggio, e pre- ferisce pensare che la politica sia alla base della crisi. La leadership buddista del Paese sarebbe in dissenso con il governo. La signora Bandaranaike, buddista, ha compiuto la prima visita dopo la sua elezione all'arcivescovo di Colombo, un fatto che ha irritato i notabili religiosi buddisti; e conta molto sull'appoggio dei cattolici (una minoranza del 7%) anche e soprattutto per chiudere il capitolo della guerra civile con il Nord Tamil. Quindi - questo il senso della posizione vaticana - il Papa e il suo libro sono il pretesto, la Presidente è il vero bersaglio. «Non penso che i buddisti siano contro il viaggio del Papa - ci ha detto il ministro della Cultura e Affari Religiosi, Laksham Jayakody (buddista) - ma non vogliono incontrarlo. Le sei sette che abbiamo invitato ci hanno risposto di avere dei problemi teologici per le dichiarazioni del Papa. Ma il discorso del Papa di ieri è stato fantastico, c'è l'essenza della teoria del buddismo. Mi dispiace che non siano venuti, francamente sono estremamente dispiaciuto». E naturalmente sono «dispiaciuti e delusi» anche i cattolici locali, come monsignor Joseph Rappayu, vescovo di Mannar, nel Nord, zona Tamil. «Ma capiamo la loro deci¬ sione, perché sono la religione di maggioranza, e molto sensibili. Continuiamo a dialogare con loro. Non è una decisione che ha radici lontane, dobbiamo chiarire l'equivoco, perdonare e dimenticare». Monsignor Rappayu non condanna la decisione, anche se pensa che il «buddista della strada» non condivida la scelta delle sue gerarchie. «Il Papa da cristiano vede il buddismo dal suo punto di vista, e c'è molto da dire sul cristianesimo anche da parte del buddismo. I) discorso di ieri è la base per un miglioramento futuro. Costruiremo da quello, partiremo da quello». Ieri pomeriggio, dopo un incontro con i vescovi, Giovanni Paolo II è ripartito per Roma, dove dovrebbe giungere nella notte. Intanto si è chiarito il mistero della sosta di ieri: la «Papamobile», dopo i primi chilometri, era caldissima, e Papa Wojtyla ha dovuto cambiarsi da capo a piedi, tanto era sudato, e rinfrescarsi un po', prima di arrivare alla cerimonia ufficiale di benvenuto. Marco Tosatti Navarro: «E' una faida tra il clero di Sri Lanka e la Presidente, la Chiesa non c'entra» L'omelia di Giovanni Paolo II «Pensiamo a ciò che ci unisce non a quel che ci divide» a 4 A sinistra il Papa in un momento di stanchezza Il viaggio è stato massacrante, ore e ore di volo e sempre con una temperatura torrida Sopra, bagno di folla in Papamobile

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