«Contro di me nessuna prova»

Pisa, secondo il procuratore di Palermo c'è ora un «forte riflusso» che favorisce le cosche «Contro di me nessuna prova» Claudio Vitalone contrattacca «Su Pecorelli ci sono solo ipotesi» ROMA. S'è difeso davanti al giudice e si difende in pùbblico, l'ex-senatore de Claudio Vitalone, chiamato in causa dai pentiti della banda della Magliana per il delitto Pecorelli. Già nel settembre scorso il fedelissimo di Andreotti denunciò per calunnia qui «collaboratori di giustizia», ed ora i suoi avvocati, Taormina e Biffani, spiegano che gli inquirenti hanno in mano «soltanto opinioni e congetture che gli attuali pentiti attribuiscono ad alcuni componenti della banda, tutti puntualmente assassinati e quindi non in grado di smentire o confermare». In molte occasioni, in effetti, Fabiola Moretti e Antonio Mancini riferiscono fatti raccontati da Enrico De Pedis detto «Renatino» e Danilo Abbruciati, entrambi assassinati, ma testimoni delle vicende finite agli atti dell'inchiesta sul delitto Pecorelli fu anche Raffaele Pernasetti, detto «er palletta», compagno di affari e d'armi di De Pedis e abbruciati, esponente di punta della componente «testaccina» della banda della Magliana, vivo e vegeto, rinchiuso dal novembre scorso in una cella di massima sicurezza dopo l'arresto ad opera dei carabinieri dei Ros. Proprio la Moretti, in un verbale in cui parla dei «favori» fatti da Vitalone ai boss della Magliana, dice: «Mi riferisco a cose apprese da Renato De Pedis e da Raffele Pernasetti, ma anche da altri della banda». Se lo volesse, Pernasetti potrebbe quindi confermare, rettificare o smentire le dichiarazioni dei suoi ex-compagni. Nell'interrogatorio dell'altro giorno, a Vitalone sono state fatte domande anche sul sequestro Moro e la sua antica idea di un falso comunicato delle Br. L'inchiesta procede infatti per verificare, fra l'altro, eventuali collegamenti tra il delitto Pecorelli, il falso comunicato numero 7 delle Br (quello che parlava del cadavere di Moro nel lago della Duchessa) e l'omicidio di colui che fece ritrovare quel documento, Tony Chichiarelli, falsario legato alla Magliana e ucciso nel 1984. Le indagini avrebbero accertato che non fu Chichiarelli a confezionare quel comunicato, [gio. bia.] Per la morte di Mino Pecorelli sono stati chiamati in causa Claudio Vitalone e Andreotti

Luoghi citati: Roma, Taormina