Un «codice» antimolestie in fabbrica di C. O.
Nato in Toscana Nato in Toscana Un «codice» ontimolestie in fabbrica PRATO. E' nato il primo «codice» - dodici articoli sottoscritti da Cgil, Cisl e Uil e da Marcello Bucci, presidente dell'Anci (l'associazione dei Comuni) sezione toscana - a tutela di chi subisce molestie sessuali sul posto di lavoro, negli enti pubblici. Il codice, prima iniziativa del genere in Italia, servirà anche da deterrente, prevedendo sanzioni e obblighi, e garantirà la nullità di licenziamenti, trasferimenti e dequalificazioni che derivino da atti discriminatori e che siano, in particolare, da mettere in relazione con molestie sessuali. Diciassette sindaci della Toscana si sono già dichiarati disponibili a utilizzare il Codice anti molestie all'interno delle rispettive amministrazioni. Il nuovo Codice dovrebbe entrare presto in vigore anche in altri Comuni toscani, istituendo la figura del Consigliere di fiducia, cui rivolgere le proteste. Nel corso della presentazione, richiamata l'attenzione sul vuoto normativo in questa materia, i promotori dell'iniziativa si sono augurati che presto si concretizzi la possibilità di estenderlo anche in altre strutture pubbliche. Ad esempio, le Usi. E anche, attraverso il graduale rinnovo ddi contratti di lavoro, in quelle aziende private in cui si trovino «interlocutori disponibili». Il Codice toscano antimolestie recepisce una Raccomandazione emanata dalla Cee nel 1991, che stabiliva: «Per molestia sessuale si intende ogni comportamento indesiderato a connotazione sessuale». Inclusi gli sguardi insistiti, gli ammiccamenti, gli apprezzamenti verbali, le foto pornografiche portate sul luogo di lavoro, i messaggi scritti e gli oggetti allusivi, [c. o.]
Persone citate: Marcello Bucci
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