Sri Lanka paura per il Papa

Dopo le polemiche sul libro, stretta di mano con i buddhisti: «Tra noi pace e amicizia» Dopo le polemiche sul libro, stretta di mano con i buddhisti: «Tra noi pace e amicizia» Sri Lanka, paura per il Papa Si rifugia in chiesa, voci di malore COLOMBO dal nostro inviato Papa Wojtyla è arrivato in Sri Lanka e la visita si è tinta di giallo, per una misteriosa sosta di quaranta minuti, fra l'aeroporto e la capitale, in una chiesa priva di particolare interesse. Giovanni Paolo II veniva da Sydney, quasi undici ore di volo; nell'isola ha trovato trenta gradi, e un'umidità insopportabile. E' salito sulla «Papamobile» - una scatola di vetro blindato priva di aria condizionata, e ha cominciato a percorrere i 35 chilometri che lo separavano da Colombo. C'era molta gente, lungo la strada: è la zona dove i cattolici sono la maggioranza. Giovanni Paolo II benediva. Poi le auto dei giornalisti, scortate dalla polizia, hanno preso velocità lasciando indietro il resto del corteo. Il primo appuntamento era alle 16,30 nel segretariato della presidenza della Repubblica. Ma il presidente della Repubblica, Chandrika Bandaranaike, e il primo ministro, sua madre, Sirmavo Bandaranaike, hanno atteso a lungo. La «Papamobile» è apparsa solo alle 17,10. Spiegazione fornita dalle fonti ufficiali: Giovanni Paolo II si è fermato nella chiesa di S. Antonio per pregare e per cambiarsi il colletto. Una spiegazione che appare insufficiente a chiarire il perché di una sosta così lunga, nel momento in cui il Papa si stava recando a una visita di Stato, un appuntamento il cui protocollo non è solo un problema della Santa Sede, o delle strutture ecclesiastiche locali, ma investe un altro Stato, e la diplomazia. Ad attendere il Pontefice infatti oltre al governo, c'erano tutti gli ambasciatori accreditati in Sri Lanka. E' probabile che Papa Wojtyla, affaticato alla fine del primo viaggio impegnativo intrapreso dopo l'operazione alla gamba, abbia sentito in maniera particolare la fatica del lungo volo e la morsa del caldo umido. La sosta nella chiesa potrebbe essere stata necessaria per fargli riprendere forze; uscendo ha comunque rifiutato la proposta di continuare il percorso in una berlina chiusa e climatizzata. Non aveva ancora recuperato totalmente, alla Presidenza. Il figlio della signora Bandaranaike gli ha posto al collo una ghirlanda di fiori, e Giovanni Paolo II sembrava che la portasse come una croce, durante l'interminabile cerimonia. Sono stati salutati due volte gli inni nazionali, per intero; poi 21 salve di cannone, poi una carezza all'elefantino, ornatissimo, simbolo di nobiltà e di potere, che attendeva paziente sul prato, vicino ai «lancieri del Bengala» che avevano scortato la Papamobile. E infine i discorsi. Papa Wojtyla ha chiesto una sedia, mentre la signora Bandaranaike pronunciava il saluto. Quando è giunto il suo turno, sembrava facesse fatica a parlare. Ha porto una mano ai buddhisti, irritati per le considerazioni forse un po' frettolose, contenute nel libro del Papa «Varcare le soglie della speranza». «Esprimo la mia più grande stima per i seguaci del buddhismo - ha detto - la reli- gione principale nello Sri Lanka con i suoi quattro grandi valori: cordialità, compassione, simpatia ed equanimità. Con i suoi valori trascendentali e le gioie degli Shanga espressi così splendidamente nelle Theragathas. A tutti stendo la mano dell'amicizia, riportando le splendide parole del Dhammapuda: una sola parola che dà pace è meglio di mille parole inutili». Due giorni fa una delegazione di monaci eminenti ha chiesto alla Presidente Bandaranaike, buddhista, di pretendere dal Papa delle scuse, e hanno consegnato la petizione dopo avere sfilato per le strade di Colombo. Uno di loro ha addirittura minacciato di cospargersi di benzina e darsi fuoco, se non si fosse riparato al torto commesso. Le dichiarazioni fatte dal Pontefice alla vigilia della partenza da Roma non erano bastate alla Federazione delle Organizzazioni Buddhiste, che aveva deciso di boicottare la visita pontificia. Almeno così si era espresso il loro portavoce, Gallage Punyawardena. Le parole di stima e di rispetto di Papa Wojtyla, calibrate proprio a correggere i giudizi espressi nel libro, saranno sufficienti ai seguaci di Buddha? Questa mattina ha luogo l'incontro interreligioso previsto dal programma; e così sarà possibile sapere se l'incidente è superato, oppure se Giovanni Paolo II dovrà accontentarsi della presen¬ za alla messa di beatificazione di Padre Vaz, un missionario del '600, di una ventina di monaci che hanno chiesto di essere invitati. C'è anche un aspetto di politica interna, nell'«incidente buddhista». Comunque il governo è seriamente preoccupato per la sicurezza del Papa. Colombo è in stato di assedio, con 15 mila agenti fatti affluire da altre parti dell'isola. Il possibile attentato suicida di un «uomo bomba» è l'incubo della sicurezza, e non sarebbe purtroppo inedito. E non ha certo rassicurato nessuno la scoperta, due settimane fa, di mezzo chilo di plastico nella casa della Presidente. Marco Tosarti Il clima caldo e umido e lo stress dei lunghi voli hanno prostrato il Pontefice Qui a fianco, a Colombo buddhisti contestano il Papa Più a destra, il Pontefice in un momento di stanchezza ^^^^^^^^^^^^^^

Persone citate: Chandrika Bandaranaike, Giovanni Paolo Ii, Papa Wojtyla

Luoghi citati: Colombo, Roma, Sydney