La destra alla crociata «No alla famiglia gay» di Filippo Ceccarelli

La destra alla crociata «No alla famiglia gay» La destra alla crociata «No alla famiglia gay» POLITICA i DIRITTI ROMA ON accetterei mai - esordisce l'eurodeputato Mezzaroma, di Forza Italia, cercando subito il colpaccio - non accetterei mai che per un'educazione sbagliata mio figlio possa decidere di sposare Tarzan». E per un attimo l'uomo della giungla precipita nella saletta dell'hotel Nazionale, a piazza Montecitorio, dove i Comitati di Difesa dell'Ordine Familiare Naturale e Cristiano, nuovo coordinamento della destra cattolica più tradizionalista, stanno tenendo una conferenza stampa «contro la legalizzazione della "famiglia" omosessuale». Oltre 70 mila le firme raccolte in tutta Italia per protestare contro la risoluzione del Parlamento Europeo sulla parità di diritti per gli omosessuali. «Unione contro natura» tuonano i rappresentanti di «Famiglia domani» e del «Centro Culturale Lepanto», per il cui presidente, Roberto do Mattei, «l'omosessualismo ò l'ideologia di chi eleva il vizio contro natura a principio, a valore, a modello di comportamento». Fuori del Nazionale, intanto, sulla piazza più simbolica d'Italia, una ventina di militanti, inoffensivi e un po' sciamannati, dell'Arci-gay, Arci-lesbica, Circoli di cultura omosessuale "Mario Mieli" manifestano contro «lo spirito integralista d'intolleranza che ispira l'iniziativa», riaffermando i valori di un'Italia «uscita da tempo dal tunnel dell'ignoranza oscurantista» che non vuol farsi coinvolgere da «un documento carico di odio che con toni violenti insulta e saccheggia la dignità della persona umana». La stessa persona umana, dopo tutto, in difesa della quale da un punto di vista, certo, non proprio modernizzante - la professoressa Elvira Passetta, da Udine, ha scatenato un'impetuosa requisitoria evocando i prossimi rischi di «animalismo» (ma sarebbe stato meglio dire «zoofilia»), pedofilia ed incesto (a suo dire propagandato da alcuni giornali femminili). Alla fine della conferenza-stampa, dopo due ore buone di anatemi incentrati soprattutto contro 1'«abominio» delle unioni e adozioni gay e sui rischi di una possibile regolamentazione in Italia, un ingenuo militante dei Circoli ha consegnato a un giornalista un foglio azzurro (anonimo) con una assai scurrile poesia romanesca «A proposito de li finocchi», repertorio di omofobia popolaresca da manuale. Fuori, alla stessa ora, Vanni Piccolo, consigliere del sindaco Rutelli per i diritti delle persone omosessuali, distribuiva un volantino con l'annuncio della nascita di un comitato nazionale a difesa della risoluzione di Strasburgo. E così, mentre alla Camera la crisi di governo continuava ad avvitarsi attorno al tormentone dei leghisti dissidenti e a contrasti ormai sempre più rarefatti, lì accanto, sulla stessa piazza, si sono confrontati due pezzi d'Ita- lia nella loro più definitiva inconciliabilità politica, sociale, culturale, di principi, di vita e di sentimenti, addirittura. Che non sia finita a botte, o a strilli e a parolacce, è una coincidenza positiva, forse. Come quella, d'altra parte, che ha fatto svolgere l'incontro ravvicinato a pochi metri dal Palazzo in cui si stabiliscono le norme valide per tutti, cattolici e non, gay ed Otero. A suo modo è stata comunque una mattinata ricca, anche se di straniante e trafelato svolgimento. Dai gay alla poligamia (non per caso Vanni Piccolo agitava polemicamente «l'ipocrisia e i compromessi che spesso contraddistinguono i matrimoni di questi moralisti»), dal porno al preservativo con qualche puntata nell'ingegneria genetica. Il coordinamento dei Centri, nella persona dell'avvocato Claudio Vitelli, ha esibito con orgoglio la lista (incompleta, però) dei per¬ sonaggi impegnati nella crociata. Si tratta di cardinali, vescovi, nobili (Elvina Pallavicini, Augusto Barberini), professori (Mathieu, Cotta) e una cinquantina di politici del polo della Libertà. Per qualche ragione, di quest'ultima categoria, sono stati resi pubblici i nomi degli ex ministri di An Fiori, Matteoli, Poli Bortone, del segretario di Fini, dell'onorevole Menia. Per Forza italia, con Mezzaroma, che oltre ad aver ingiustamente classificato Tarzan come gay, ha raccontato l'imbarazzo provato a Strasburgo con «persone equivoche e con l'orecchino» (appartenenti al gruppo dei verdi), hanno firmato l'onorevole Savarese e il senatore La Loggia. Infine il leader fld Michelini e l'ex segretario psdi Ferri. In sala il senatore Maceratini, che pure qualche settimana fa ha partecipato a una seratina in quel luogo peccaminoso che è il Gilda. Non era segnalato nella lista anti-gay. «Qualche nemico in meno» s'è consolato, in ultima fila, con il suo vocione. Filippo Ceccarelli I deputati «azzurri» contro la risoluzione dell'Europarlamento Da destra: Publio Fiori Giulio Maceratini, e un Tarzan cinematografico

Luoghi citati: Italia, Roma, Strasburgo, Udine