La procura «Così Andreotti aiutò i boss» di G. BianconiF. La Licata
Colto da malore Dagli atti dell'inchiesta di Palermo novità sul caso Pecorelli e il giudice di Cassazione La procura: «Così Andreotti aiutò i boss» Carnevale al telefono: «Quel cretino di Falcone...» ROMA. Corrado Carnevale, il giudice «ammazzasentenze», non amava Giovanni Falcone. Così si esprimeva l'anno scorso nei confronti del magistrato assassinato: «Quel cretino...». Ignorava, naturalmente, di essere «intercettato» dagli investigatori impegnati nelle indagini sui processi «aggiustati». Nei nastri, Carnevale accennava alla decisione di non presiedere il primo maxiprocesso a Cosa Nostra che - secondo l'accusa - la mafia avrebbe tentato di addomesticare «arrivando a Carnevale» tramite Andreotti, Vitalone, Salvo Lima e i cugini Salvo. Le intercettazioni sono ora finite agli atti dell'inchiesta palermitana sul senatore, accusato di associazione mafiosa. Intanto, nuove rivelazioni sulla pista «mafioso-romana» del delitto Pecorelli, per il quale sono indagati lo stesso Andreotti e Vitalone, sono arrivate da Maurizio Abbatino, il «Buscetta della Magliana». G. Bianconi e F. La Licata A PAG.11
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