Gli azzurri ora scoprono il colore del lutto di Curzio Maltese

Corona di fiori portata da due deputati fino al portone di Palazzo Chigi per «la morte della democrazia» Corona di fiori portata da due deputati fino al portone di Palazzo Chigi per «la morte della democrazia» Gli azzurri ora scoprono il colore del lutto GOVERNO Berlusconi... «Presente!». Tre deputati della destra, i forzisti Caccavale e Conte e il foderaidemocratico Lazzarini, sono stati colti ieri dall'idea di depositare una corona di fiori a Palazzo Chigi. In segno di lutto, hanno spiegato, per la «libertà perduta dagli italiani» con la fine del dimissionario gabinetto Berlusconi. I tre arditi, decisi a consegnare l'omaggio funebre nelle mani del tiranno Dini, sono stati dissuasi dai poliziotti all'ingresso. Ma hanno ottenuto di depositare la corona all'ufficio postale di Palazzo Chigi. Un modo come un altro, si dirà, per ammazzare il tempo in attese delle urne. Ognuno si diverte come può. Ma quella del pittoresco trio di onorevoli non è soltanto «un'iniziativa isolata» come specificherà subito un comunicato di Forza Italia. S'inserisce fra altre del¬ lo stesso ilare tenore. L'altro giorno l'onorevole Gramazio di An ha cercato di chiudere le porte di Palazzo Chigi per «significare al popolo la morte della democrazia». Qua e là nei club sono apparsi tricolori forzisti listati di nero e a Bracciano addirittura manifesti che, mischiati agli annunci mortuari (veri), piangono la «scomparsa della volontà popolare». Sotto la ferale notizia, la firma dei congiunti: «ne danno il triste annuncio gli appartenenti al Polo del Buongoverno». A volte ritorna. La necrofilia della destra. Ma stavolta nel modo più inatteso. Cacciata dalla porta di An, rientra dalle finestre di Forza Italia, il partito ridens del «nuovo che avanza». Ma come? Proprio mentre Fini si sforza di imbiancare gli ultimi sepolcri dell'msi, di cancellare ogni residuo nostalgico dall'incombente congresso di An. E dun- que, via la fiamma che sale dalla tomba di Mussolini, sciò l'arredo di teschi e pugnali, aboliti i riti funebri per i «camerati assassinati», per non parlare del pellegrinaggio annuale a Predappio, presso la tomba del nonno di Alessandra. Niente, verboten, kaputt. A costo di affrontare le lagne di donna Assunta, i borbottii del Pecora e della base tosta. A prezzo degli incredibili artifici dialettici, vere arrampicate di sesto grado sulle pareti lisce dell'eufemismo, ospitate nelle già celebri «tesi del segretario Fini». Sorta di galateo del bon ton post fascista. Subito impallinato dalla satira de II Clandestino: «Il segretario prega vivamente di astenersi da iniziative esplosive del genere tic-tac sul ciuf-ciuf». E insomma tanto sbattersi per tenere calma una base allevata nel culto dei morti per poi vedere Forza Italia, l'alleato «moderno e centrista» che dovrebbe «legittimarti», riesumare d'un tratto bandiere listate, corone funebri e altre danze macabre. Per celebrare, fra l'altro, i funerali di un duceancora ben vivo, vegeto e miliardario: soltanto un po' sfiduciato dal Parlamento. A meno che non si tratti del soiito andar nel pallone della seconda Repubblica. Trovate da curva, da Brigate Rossonere della politica, ultra di Silvio-Silvio. Ma allora era molto più spassoso il funerale inscenato dai tifosi napoletani a Piazza del Plebiscito nel maggio '90. Con le corone di fiori alla «buonanima» e le ampolle-reliquie con le «ultime lacrime di Berlusconi», che già allora il cavaliere piangeva lamentando «congiure», «complotti» e «l'infame scippo» che avrebbe segnato «la fine del calcio». Curzio Maltese La necrofilia di destra cacciata dalla porta di An, rientra dalle finestre di FI Gianfranco Fini

Persone citate: Berlusconi, Caccavale, Dini, Gianfranco Fini, Gramazio, Lazzarini, Mussolini

Luoghi citati: Bracciano, Predappio