Berlusconi Scalforo si ricordi la promessa

«Questo esecutivo sembra il senato accademico. Gli Esteri dati alla sorella del padrone d'Italia» «Questo esecutivo sembra il senato accademico. Gli Esteri dati alla sorella del padrone d'Italia» Berlusconi: Scalforo si ricordi la promessa «Appoggio a Dini solo se indica la data delle elezioni» ROMA. Il distintivo di Forza Italia, come aveva promesso la sera prima ai suoi deputati, è tornato a brillare all'occhiello dell'immancabile doppio petto grigio: al Capranica, dove i parlamentari del polo 10 aspettano, Silvio Berlusconi si presenta in versione elettorale. In piedi, con il microfono in mano, il cavaliere spiega perché - se non ci saranno significative novità voterà «no» al governo Dini: «Siamo disposti ad appoggiare un esecutivo da cui i vecchi ministri tecnici sono stati tenuti fuori come se avessero l'Aids - dice - solo se ci sono le elezioni a giugno». Ma Previti, Fini, Casini, Gubetti e Biondi, che lo ascoltano, seduti al tavolo della presidenza, sanno che il leader di FI continua a trattare con Dini. «I margini, però - spiega il vice capogruppo Pisanu - sono ristrettissimi e io dubito che Scalfaro permetta al presidente del Consiglio di accogliere le richieste di Berlusconi». Il cavaliere parla per più di un'ora e mezza. Non risparmia critiche a destra e a manca. A Scalfaro: «I fatti non lo mettono in condizione di potersi difendere. Ha mancato alla parola data. E io non sono abituato con gente che fa politica da anni e che non conosce 11 valore della parola data. Mi sono sentito preso in giro». Al- l'attuale governo: «Sembra un senato accademico». A Susanna Agnelli: «Come si può far rappresentare il nostro Paese all'estero dalla sorella del padrone d'Italia?». A Bossi: «E' un incidente di percorso sulla strada della democrazia, un uomo dalla mente dissociata, uno sfasciacarrozze: con quello non mi siederà più a tavola». Agli avversari, Berlusconi, rivolge anche minacce: «I leghisti dissidenti - dice sono già in 18, daremo una mano per arrivare ai venti deputati necessari per formare il gruppo... Eppoi sono certo che ci sono altri leghisti fedeli a noi». E ancora: «Se alle elezioni si presenta una nuova lega, quella bossiana scende al 2 per cento». Anche Buttiglione è avvertito: «Se va con il pds perde il 70 per cento dell'elettorato e già adesso sta al 7. Eppoi deve capire che le elezioni anticipate convengono pure a lui, per rinnovare i gruppi parlamentari del ppi che sono tutti di sinistra, contrari alla sua linea. Il grande centro di cui parla, invece, è un pantano». Battute e sondaggi fanno presa sui parlamentari che applaudono. Ma il problema vero è quello di riuscire a spiegare perché non si dovrebbe appoggiare il nuovo governo. In Forza Italia ci sono molte perplessità. L'ex mi- nistro Podestà fa già capire che voterà «sì». Fabrizio Del Noce confessa: «Siamo sinceri: questo è un esecutivo di centro destra, più moderato del nostro». Vittorio Sgarbi appoggerà il governo: «Berlusconi - spiega - non può essere sempre Nembo kid, adesso deve fare Clark Kent». E l'alleato Marco Pannella è assai prudente: «Gli aut aut - sottolinea - non servono». Chi invece sembra riallineato è Urbani: «In tempo di pace - afferma volano le colombe, in tempo di guerra scendono le armate corazzate». Stretto tra i «maldipancia» dei suoi e la linea dura di Fini, Berlusconi osserva: «Voto al governo? No, se non c'è la certezza assoluta delle elezioni a giugno. Dini dica che si dimet¬ terà al di là delle condizioni che si creeranno nel Parlamento. E Scalfaro conformi la promessa fatta. Con il presidente del Consiglio ho parlato di questo problema due volte stamattina e l'ho trovato d'accordo. Ora sta a lui cercare una formula totalmente impegnativa per dire che si dimette nei tempi necessari. Così noi possiamo votare sì; a giugno si fanno le politiche, e le regionali si possono spostare a ottobre e si possono fare con la vecchia legge se il Parlamento non riesce a vararne una nuova». E per dimostrare che pensa alle elezioni, Berlusconi spiega che ha già ideato dei manifesti. «Uno - dice - è tipo quello che attaccavo io por la de nel '48: c'è una donna che brandisce lo scudocrociato per difendere il Paese dal bolscevismo, solo che lo scudo è squarciato: "50 anni dopo vota ppi per mandare i comunisti al governo". In un altro manifesto ci sarà Alberto da GiussanO che invece dello spadone avrà una rilucente falce e martello: "Se vuoi i comunisti vota Lega"». Ma quando i forzita listi escono dal Capranica, insieme ai colleghi del polo, non hanno capito se Berlusconi è il «re Leone» del film che proiettano in quel cinema o un politico pronto ad afferrare la prima mediazione possibile;. «Speriamo di non essere duri, durissimi, quasi mosci», sospira Pietro Di Muccio. Pisanu, però, non è d'accordo con lui: alla Camera incontra Luigi Berlinguer. «Voteremo no», gli annuncia. E l'altro, non troppo entusiasta: «Così costringete noi a votare sì». Maria Teresa Meli I deputati di Forza Italia Michele Caccavale e Gianfranco Conte portano una corona a Palazzo Chigi: «Alla libertà perduta»

Luoghi citati: Giussano, Italia, Roma