Brancaccio super gidice al viminale

Brancaccio Brancaccio Super giudice al Viminale BRANCACCIO. Al primo magistrato d'Italia, il ministero più rognoso, cioè l'Interno. E' chiara l'equazione di Dini. Chi mettere in un posto del genere, se perfino il ministro uscente, il leghista Maroni che vi era entrato con aria sbarazzina, diceva che «solo un politico» può reggere il Viminale? Ad Antonio Brancaccio, dunque, 72 anni, presidente della Corte di Cassazione, il compito di reggere il cuore dello Stato. Dalla sua poltrona si dirigono polizia, servizi segreti, prefetture, vigili del fuoco e quant'altro. Chi meglio del presidente della Corte di Cassazione, vero c ultimo custode dell'ortodossia giudiziaria? Brancaccio è stato uno dei tanti giovani-prodigio di cui ò ricca la magistratura. Vince il concorso a 25 anni, nel 1947, quando si comincia a ricostruire l'Italia. Accumula esperienze in diversi tribunali e preture. Ma a scrutare la biografia del neoministro - che è il primo magistrato in carica ad assumere il gabinetto: un record cui sembrava destinato Antonio Di Pietro - non si vedono soltanto i gradini di una lunga esperienza in toga. E' stato assistente di Enrico De Nicola alla Corte Costituzionale, tra il 1961 e il 1964. E ha solcato anche, a lungo, i corridoi dei ministeri. Specificatamente, ò stato capo di gabinetto al ministero di Grazia e Giustizia dal 1974 al 1976, prima con i Guardasigilli Oronzo Reale (repubblicano, autore delle famose leggi antiterrorismo che erano la bestia nera di Pannella) e Francesco Paolo Bonifacio (area cattolica). Nel 1976 viene nominato capo dell'ufficio legislativo e vi resta fino al 1981, quando rientra in ruolo e va alla Cassazione. Prima come presidente di sezione, poi come presidente delle corti riunite.

Persone citate: Antonio Brancaccio, Antonio Di Pietro, Brancaccio, Dini, Enrico De Nicola, Francesco Paolo Bonifacio, Maroni, Oronzo Reale, Pannella

Luoghi citati: Italia