la Sapienza in prima fila

la Sapienza in prima fila la Sapienza in prima fila Record di presenze per i docenti universitari PROFESSORI E POLTRONE GROMA OVERNO dei professori, o meglio governo dei professori dell'Università La Sapienza. Una sorta di lobby dell'ateneo romano che conta ben sette neo-ministri. Più di un terzo dell'esecutivo. Alle riforme istituzionali Dini ha nominato Giovanni Motzo, docente di diritto costituzionale comparato. Al posto di Antonio Guidi come ministro della Famiglia andrà Adriano Ossicini, che alla Sapienza insegna psicologia. Per le Finanze è stato scelto Augusto Fantozzi, che ha la cattedra di diritto tributario alla facoltà di Legge. Per le Poste e telecomunicazioni ci sarà Agostino Gambi no, professore cU diritto commerciale. Elio Guzzanti, scelto per la poltrona di ministro della Sanità, a medicina insegna organizzazione sanitaria. Sempre da una facoltà scientifica e sempre da piazzale Aldo Moro arriva Giorgio Salvini, docente di fisica generale, che si occuperà nel go- verno di Università e ricerca scientifica. Infine al posto dell'economista Antonio Marzano, che ha rifiutato il ministero dei Trasporti, un altro economista targato La Sapienza: è Gianni Caravale. La facoltà di legge dell'Università della capitale si conferma l'indirizzo giusto dove trovare futuri ministri. E il vero trampolino di lancio per chi aspira a Palazzo Chigi è l'Istituto di diritto pubblico che a questo governo di tecnici ha prestato solo due nomi, quelli di Augusto Fantozzi e di Giovanni Motzo, ma che nel passato ha dato al governo del Paese molti professori. Tutti costituzionalisti. Come Sabino Cassese che lasciò la direzione dell'istituto chiamato da Ciampi alla Funzione pubblica; Leopoldo Elia, alle Riforme elettorali sempre con Carlo Azeglio Ciampi; Antonio La Pergola ministro alle Politiche comunitarie nell'87 con Giovanni Goria e nell'88 con Ciriaco De Mita; Giuseppe Guarino che come tecnico entrò nel governo Amato per occuparsi dell'industria e delle partecipazioni statali. Anche la facoltà di Scienze politiche de La Sapienza ha prestato i suoi costituzionalisti alla cosa pubblica. L'ultimo in ordine di tempo, Francesco D'Onofrio, ex ministro della Pubblica istruzione. Dallo stesso indirizzo è arrivato a Palazzo Chigi anche Giuliano Amato. E la lista di giuristi «sapienti» diventati politici con ruoli di primo piano è lunga. Vi si trovano i nomi di un altro ex ministro, Gino Giugni, professore di diritto del lavoro. E poi quello Giuliano Vassalli, docente di diritto penale. E ancora Stefano Rodotà, per anni parlamentare nelle file del partito comunista e poi del pds. Alle ultime elezioni non si è ripresentato ed è tornato al suo antico amore, all'Istituto di diritto civile alla facoltà di legge. Un en plein per l'Università romana cui il magnifico rettore Giorgio Tccce augura lunga vita: «Il nostro orgoglio è legittimo. Giornalisticamente lo si potrebbe definire proprio "governo della Sapienza", sperando naturalmente che sia anche sapiente. Sono sicuro che i nostri ministri daranno lustro e competenza alla compagine governativa, stimolandone l'operato». «Mi auguro solo - ha aggiunto il rettore - che una volta dentro le stanze del potere, i miei colleghi non si scordino dei problemi della loro città universitaria». E contenti di questo governo saranno sicuramente i molti studenti che temono la proverbiale severità di Agostino Gambino, che agli esami distribuisce i voti e le promozioni con molta parsimonia. Di tutto altro avviso i partiti dell'ex maggioranza. Coro di no dai senatori di Forza italia. «Non basta la "Sapienza" di questo governo per renderlo accettabile», ha sentenziato da Palazzo Madama la forzista Elisabetta Alberti Casellari: «E' palesemente sub partibus». Maria Corni