la sfida di Dini: conquisterò la fiducia di Alberto Rapisarda

Il premier non si arrende e chiede il voto agli ex alleati. Buttiglione: il discorso è aperto Il premier non si arrende e chiede il voto agli ex alleati. Buttiglione: il discorso è aperto la sfida di Dini; conquisterò la fiducia «Lavoro per il bene del Paese, il Polo mi ha deluso» ROMA. Lamberto Dini è riuscito a portare ieri sera a giurare al Quirinale i suoi venti ministri tecnici sganciati dai partiti, al termine di un vero e proprio percorso di guerra, disseminato di mine proprio dalla parte che lo aveva indicato a Scalfaro per la guida del governo: il Polo delle libertà. Ancora ieri hanno tentato di farlo rinunciare, ma non ci sono riusciti. Allora Berlusconi, Fini, Casini hanno scelto la via di tentare di affondarlo in Parlamento la prossima settimana, negandogli il voto di fiducia. E poiché Dini aveva inserito nella sua squadra anche due tecnici dell'area del vecchio governo (Rasi, vicino ad An, e Marzano, economista di Forza Italia), il Polo li ha costretti a dimettersi sulla base della strategia della «terra bruciata» attorno al governo. Non è finita. Gli strateghi della vecchia maggioranza stanno tentando di drammatizzare al massimo la situazione. E puntano ora all'assalto al Quirinale con la speranza di costringere alle dimissioni non solo Dini, ma anche il Capo dello Stato. Ha detto Fini: «Le conseguenze (di un mancato voto di fiducia) non riguarderanno solo il presidente del Consiglio ma, in termini squisitamente politici, anche il Capo dello Stato». Il Polo medita, addirittura, di mettere il Presidente della Repubblica in stato di accusa. La definizione più usata ieri dagli spettatori allibiti (partiti, forze sociali, operatori di Borsa) per le scelte del Polo delle libertà era «irresponsabili». Perché è successo che l'annuncio del «no» a Dini da parte dei suoi vecchi compagni.di governo ha ridato un duro colpo alla lira che lunedi mattina stava riprendendosi. Lo ha fatto rilevare seccamente, come un chiaro atto di accusa, lo stesso presidente del Consiglio al termine del giuramento al Quirinale: $5e riemergono incertezze di comportamento, specialmente da parte di quelle forze politiche dalle quali sono stato nominato prima ministro del Tesoro e poi a formare questo governo, è chiaro che la gente si può interrogare sul fatto che.'èsista una maggioranza e un g^ver- no. Ma io sono fiducioso che ci saranno entrambi». Dini confessa di essere «deluso» dal comportamento del Polo delle libertà, ma ribadisce di credere nel loro appoggio. «A queste forze, in primo luogo, mi rivolgerò in Parlamento nel chiedere la fiducia». Ma intanto ieri i suoi vecchi compagni di maggioranza (Previti, Fini, Casini, Biondi) hanno improvvisato una conferenza stampa per spiegare le ragioni del loro «no» a Dini. In sostanza hanno detto che Dini non ha accettato i ministri politici che volevano im¬ porgli e, d'accordo con Scalfaro, non ha garantito le elezioni per giugno. Cioè, pure questioni di interessi di parte mentre c'è il problema di governare «nell'interesse del Paese in un momento di particolari difficoltà», come ha voluto sottolineare il premier. «Io ho effettivamente adempiuto al mandato che mi era stato affidato - ha spiegato Dini a beneficio di Berlusconi - attenendomi a questo mandato in maniera scrupolosa e non ho ritenuto di potermi distaccare per nessuna ragione da esso. Un mandato che era stato concordato dalle forze politiche del governo uscente che hanno indicato il mio nome al Capo dello Stato». E così ha sottolineato quanto sia inspiegabile anche per lui il voltafaccia di Berlusconi e dei suoi alleati. E proprio a loro Dini chiederà innanzitutto il voto di fiducia, volendo capire con quali argomenti comprensibili potranno negarglielo. Un voltafaccia che risulta incomprensibile anche a Marco Pannella, sino ad ora parte attiva dell'ex maggioranza. Tanto che ha deciso di votare la fiducia a Di¬ ni, creando la prima crepa nel blocco del Polo. Pannella spera che lo stesso Berlusconi ci ripensi rendendosi conto, come diceva Taradash, che sarà ben difficile spiegare alla gente il perché del ri- fiuto della fiducia. E Berlusconi, a sera, ammorbidiva i proclami dichiarando che appoggerà il governo «se è disponibile a portare il Paese al voto al più presto». Il leader del ppi Buttiglione è invece fiducioso: «Ho parlato con Berlusconi, gli ho spiegato perchè darò fiducia al governo Dini: anche se un governo dei tecnici è il segno di una patologia del sistema democratico, ma il governo dei tecnici serve per evitare che la malattia uccida il malato. Mi auguro che Dini ottenga comunque la maggioranza, con o senza i voti del Polo». Buttiglione ha ribadito che il ppi è disponibile ad allearsi con Berlusconi «se rinuncia alla deriva plebiscitaria. Per quanto riguarda invece la possibilità che le forze del Polo possano spingersi a chiedere \'impeachement di Scalfaro, è una intenzione più che brutta, scandalosa». Aveva detto D'Alema, incredulo: «Fino a quando non li vedo votare contro il nostro Paese non voglio crederci. Continuo a pensare che l'on. Berlusconi sia una persona responsabile». Se il Polo dovesse veramente votare contro, forse non sarebbero sufficienti i «sì» già annunciati dal ppi, dai progressisti, pds e Lega (in quanti?). Rifondazione annuncia il «no» ma si è riaperto il dibattito interno. Se dovesse cadere Dini rimane un possibile incarico a Cossiga. 0 Scalfaro potrebbe far gestire al governo Dini, anche senza fiducia, il cammino verso le elezioni. E' quello che ha fatto capire il presidente del Senato, Scognamiglio. Oggi alle 10 Berlusconi lascerà Palazzo Chigi e gli subentrerà Dini. Poi si terrà il primo Consiglio dei ministri per far giurare i sottosegretari. Alberto Rapisarda «Io ho ricevuto un mandato del Capo dello Stato e mi sono attenuto scrupolosamente ad esso senza fare voltafaccia» Qui accanto: il segretario de! ppi Rocco Buttiglione Sotto: la cerimonia del giuramento del governo. A sinistra: il presidente del Consiglio Lamberto Dini

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