Il tocco del guardalinee divide gli esperti

Casarin: «Non ho visto quell'episodio», e Manfredini: «Ho riferito tutto; per me, caso chiuso» Casarin: «Non ho visto quell'episodio», e Manfredini: «Ho riferito tutto; per me, caso chiuso» Il tocco del guardalinee divide gli esperti Bergamo: tutto sbagliato. Luci: per il regolamento è ok LA DOMENICA NERA DEI FISCHIETTI ADESSO siamo di fronte a una pioggia di proteste e insulti, una «delegittimazione» come sostiene (in incognito) qualche giacchetta nera. Ogni domenica un boato, un caso, uno scandalo. E tocca tutti, nessuno escluso. Paolo Casarin, esperto navigatore, per anni ha evitato gli scogli. Nel suo ultimo incontro con la stampa ha difeso «la sua squadra», ha negato l'esigenza di supporti tecnici a favore degli arbitri, si è detto sicuro dei suoi ragazzi, salvo poi, prima dèi commiato con i cronisti, far capire di essere pronto (o maturo?) per passare la mano. E ieri, davanti alla nuova domenica nera, grazie al filtro del mare (è a Malta, fa lezione ai direttori di gara locali e partecipa a riunioni Fifa), ha preferito affidare a un lancio di agenzia la smentita di aver «mai dato valutazioni positive o negative sull'operato di Stafoggia. Non avendo visto le gare incriminate non potevo parlarne». Questa l'ufficialità. In realtà, Casarin avrebbe manifestato «comprensione» per l'operato di Stafoggia e Manfredini (più duro invece con Beschin, protagonista negativo di Lazio-Foggia). Al designatore non sono piaciute le prese di posizione di una parte della stampa e di qualche dirigente di club che vorrebbero solo quattro o cinque direttori di gara, i più sicuri, per le partite-clou. E non sarebbe sereno neppure nei confronti di Matarrese, che venerdì scorso aveva dato retta alle rimostranze di Sensi. Tullio Manfredini, 42 anni, ex arbitro di C, oggi guardalinee internazionale dal... tocco in più (la spintarella ad Aldair e il colpo di testa alla palla), è apparso il più imbarazzato. Davanti ai giornalisti si è trincerato dietro un soffertissimo: «Non posso parlare di quell'episodio, ora non sono sereno. Ho già riferito tutto agli organi competenti, per me il caso è chiuso, oltre non posso andare». Per la verità, lo sfortunato guardalinee, dopo la partita, a Stafoggia avrebbe confessato di aver «solo sfiorato con la testa il pallone» (gesto fortuito che non prevede la ripetizione del fallo) e non di aver toccato la schiena del giocatore brasiliano. «Le immagini tv parlano chiaro, poi ognuno le interpreta a modo suo. Io sono andato subito verso il centrocampo...». Il presidente dell'Aia, Lombardo, ha cercato di stemperare la tensione: «Non bisogna esagerare» e poi ha ironizzato: «Il nostro regolamento prevede come comportarci in caso della caduta di un aereo sul terreno di gioco. Ma non dice niente in merito ad un episodio come quello del Del¬ le Alpi. Mi darete atto che se la palla non finiva in rete nessuno ne avrebbe parlato. Errore tecnico? Secondo me Manfredini neppure s'è accorto di quello che era successo. Questo è storicamente un periodo di polemiche sugli arbitraggi. Il ricorso della Roma? Ognuno porta avanti le istanze che crede. I primi a rammaricarsi quando ci sono errori sono i direttori di gara. Noi siamo con la coscienza a posto: abbiamo sempre lavorato per migliorare il livello della classe arbitrale. Ho sentito Casarin, è sicuro della bontà e dell'onestà delle sue scelte». E non sono di conforto neppure le opinioni di alcuni arbitri internazionali come Nicchi, o ex come Luci e Bergamo. «Mai mi è capitato una cosa del genere - ha detto il primo - non ci sono precedenti. Il guardalinee, si sa, è una componente del campo. La regola recita: la rimessa laterale per essere valida deve essere effettuata con i piedi fermi, la faccia rivolta verso il terreno di gioco e la palla deve essere lanciata, dopo averla portata dietro la testa, e non deve cadere». Paolo Bergamo fu protagonista, contestatissimo, di un altro Juve-Roma, ed anche lì a scatenare le polemiche fu un guardalinee, Soncini, che lo indusse ad annullare il gol di Turane: «Quello che è successo a Manfredini è incredibile: lui non doveva essere in quella posizione al momento in cui Aldair stava per battere la rimessa laterale. Cosa avrei fatto io? La mia impressione è che l'arbitro non si sia accorto di niente. Era il guardalinee che doveva... confessargli tutto. A questo punto sarebbe stato il buonsenso a prevalere, considerato che c'era stato un danno». Al regolamento cerca di attenersi Luci, ora dirigente federale: «Stafoggia non poteva accorgersi di quanto stava accadendo alle spalle di Aldair. Però il tocco di Manfredini mi è parso leggerissimo, il brasiliano ha protestato solo dopo che Ravanelli si era involato verso il gol. E il regolamento è chiaro, gli ufficiali di gara fanno parte del terreno di gioco. Insomma, se fanno sponda l'azione resta regolare». Al di là delle proteste reiterate, Casarin va avanti per la sua strada, senza timori. Non è un caso che questa settimana Ceccarini, Trentalange e Pairetto (i tre direttori di gara italiani scelti per le fasi finali delle Coppe europee) siano ospiti, pure loro, a Malta per uno stage internazionale. Non mancano i ricambi e loro, almeno per una domenica, potranno dormire tranquilli. Alessandro Rialti L'arbitro Stafoggia indica la strada degli spogliatoi a Torricelli e Cervone

Luoghi citati: Bergamo, Foggia, Lazio, Malta, Roma