Fellini caro Kubrick ti scrivo

Il suo pensiero in 4 lettere inedite, mentre Roma lo celebra con un convegno e una grande mostra Il suo pensiero in 4 lettere inedite, mentre Roma lo celebra con un convegno e una grande mostra Fellini: caro Kubrick ti scrivo Un «no» a La Malfa, alleanza con la Cavani «Quanti soprusi nella nostra democrazia» JROMA I apre domani il convegno «Studiamo Fellini» (cui partecipano tra gli altri Kurosawa, BUly Wilder, Scorsese, Ceronetti, Zanzotto, Lattuada, Rosi, Sordi, Benigni, Villaggio). Venerdì, nel giorno in cui Fellini avrebbe compiuto 75 anni, si inaugura la grande Mostra, il primo tentativo di ripercorrere e inventariare vita e opere felliniane, che verrà replicata in Germania, Inghilterra, Stati Uniti, Giappone. Presentando la mostra, ieri mattina in Campidoglio, il sindaco Rutelli ha annunciato che una targa in ricordo del regista verrà apposta a giorni in via Veneto. Ha aggiunto di avere avuto difficoltà dagli organismi nazionali per intitolare a Fellini una via del centro di Roma, ma di volersi battere per superare l'ostacolo. Dal catalogo della Mostra, ecco quattro lettere inedite di Fellini che rispecchiano il pensiero del regista sulla censura e sull'impegno diretto in politica, il suo amore per il lavoro ben fatto, il suo rapporto privo d'ogni cerimoniosità reverente con un'autorità politica come il Presidente della Repubblica francese. CENSURA Impazzisco di rabbia Roma, 26 maggio 1974 A Liliana Cavani Gentile signora Cavani, quando ho appreso del sequestro del suo film II portiere di notte la mia prima reazione è stata l'inerzia un po' cupa con cui ci si rassegna a fatti gravi ma consueti, a una ineluttabilità abituale. Non vorrei deluderla con questo cinismo che nemmeno l'amarezza, il senso di mortificazione da cui nasce, autorizza e giustifica. Mi rendo conto benissimo che questo sgomento indifferente è forse il successo più subdòlo dell'operazione vasta e oscura in corso da tempo nel nostro Paese per togliere di mezzo ogni presenza, ogni impegno che incarni il processo vitale, vivo, libero della cultura. Cosa si può fare? Quante proteste, mozioni, manifesti, petizioni, telegrammi non si sono sottoscritti in questi ultimi anni... non è mai successo niente. Come modificare una psicologia sonnolenta, retriva, bambinesca, che tende sempre a identificarsi in schemi collettivi, a non prendere mai posizioni individuali, come quella di noi italiani? Come sradicare certi condizionamenti ottenebranti che non si sa nemmeno più se sono alimentati da un disegno preciso o non sono piuttosto un anonimo rotolare meccanico e perpetuo? Qualche volta penso, in modo egoistico, che se non si riesce a cambiare il nostro Paese nonostante la buona volontà di tanti, allora tanto vale cambiare il proprio Paese, andarsene via da qualche altra parte. Una cosa mi fa impazzire di rabbia: che non si sappia trovare nel nostro sistema democratico il modo di impedire soprusi del genere. Comunque, io sono completamente disponibile a quelle concrete iniziative che vorrete prendere per proteggere il nostro lavoro. Partecipe e disponibile con l'entusiasmo e la sfiducia di sempre. Un saluto affettuoso. Federico Fellini POLITICA Istintivamente estraneo Roma, 9 maggio 1989 A Giorgio La Malfa Caro La Malfa, avrei voluto ringraziarla vivamente a voce per l'invito che lei ha voluto rivolgermi tramite l'amico Biasini, e che mi ha toccato; nel contempo esternarle con tutta sincerità il mio apprezzamento per l'azione intrapresa dal suo partito, tesa a dirimere o almeno ad attenuare quei particolarismi e quelle contrapposizioni frontali che sembrano oggi prevalere nella convivenza politica e sociale del nostro Paese. E ancor più, la stima profonda e l'affetto che ho sempre nutrito per suo padre, di cui ricordo la profonda umanità, l'acutezza di giudizio e il rigore morale, raf- forzano in me il desiderio di incoraggiarla per il progetto che le sta a cuore. D'altra parte, non posso non confermarle che il mio atteggiamento, la mia istintiva, caratteriale predisposizione di estraneità e di non coinvolgimento nella vita politica attiva, si accompagna a una partecipazione personale così totale nella mia attività, che ben poco potrebbe essere concesso a impegni i quali, per la loro gravità, necessitano di adesione e attenzioni per nulla secondarie e marginali. Mi dispiace pertanto dover declinare il lusinghiero invito che ho tenuto nella massima considerazione e le rinnovo i miei ringraziamenti e i miei più cordiali saluti. Federico Fellini ATTORI Bravo Mitterrand Roma, 5 dicembre 1989 A Francois Mitterrand Caro signor Mitterrand, desidero complimentarmi con lei per lo spettacolo simpatico e festoso che ha offerto a noi che facciamo il cinema, a quelli che lo amano e al pubblico in generale. Di solito, queste manifesta¬ zioni sono caratterizzate da un senso di distanza e di noia, rituali che si ripetono da anni provocando soltanto irritazione e alla fine, nonostante l'intenzione di aiutare il cinema, arrivano piuttosto a farlo sembrare più spento e superato. Ma io ho avuto l'occasione di rallegrarmi ' * e di apprezzare in ogni momento questa festa fervida e piena di gioia. Bravo, Mitterrand. Tutto è andato nel modo migliore e i piccoli contrattempi inevitabili hanno prodotto solo buonumore e allegria, perché sembravano davvero sapientemente programmati. Mi è piaciuto veramente tutto: l'evocazione della Potemkin, il l'atto di ritrovare, tutti insieme, come scolari, gli antichi attori del vostro cinema e del vostro teatro. E' stato un momento toccante e nello stesso tempo un invito a sorridere. Preferisco non parlare di quello che mi riguarda perché mi fa sentire ancora più colpevole di non essere stato lì per ringraziarla con la mia presenza dell'affetto che lei mi ha testimoniato. Bravo, Mitterrand. Mi permetta di complimentarmi con lei anche come attore, per la grazia e l'autorità con le quali ha saputo presentare questa lesta ;ie! cinema che rimarrà un ricordo meraviglioso e un esempio per tutti gli altri. La ringrazio con i sensi della mia gratitudine sperando d'incontrarla presto per esprimerle personalmente tutta la mia simpatia, le auguro buon lavoro e buona fortuna. Federico Fellini CINEMA Cerco la perfezione Roma, 31 maggio 1983 A Stanley Kubrick Caro signor Kubrick, mi perdoni se la distolgo dal suo lavoro con una richiesta di consiglio, ma non so a chi altro rivolgermi. Si tratta di questo: debbo doppiare il mio ultimo film «E la nave va» in inglese. II. film ò stato girato per la maggior parte in inglese con attori inglesi, ma io non posso veramente assumermi la responsabilità di curare la versione definitiva in una lingua che conosco solo in modo molto approssimativo. Potrebbe indicarmi qualcuno che sia in grado di accettare l'incarico di seguire il doppiaggio del mio film scegliendo lo scrittore per la traduzione, l'adattatore labiale del dialogo italiano, scegliendo le voci e dirigendo gli attori? Qualcuno, insomma, che, avendone il tempo e la capacità, possa fare questo lavoro in modo corretto? Il doppiaggio verrebbe fatto a Londra e la maggior parte degli attori, essendo inglesi, potrebbero doppiarsi. Mi perdoni ancora una volta per questa piccola seccatura che le do, ma mi rivolgo a lei con grande fiducia perché so quanto lei ami questo lavoro e con quale perfezione lo faccia. Auguro a tutti voi il meglio per il vostro lavoro, e le mando i miei più cari saluti con affetto e ammirazione. Federico Fellini «Se non si riesce a cambiare l'Italia tanto vale andar via» ani a» «Se non si riesce a cambiare l'Italia tanto vale andar via» Federico Fellini. Qui accanto, una sua caricatura di Nino Rota. A destra un disegno ispirato a «La voce della luna» dedicato a Andreotti zioni sonsenso di dli che si rcando sofine, nonaiutare il' * fervida eMitterranmodo mtrattempdotto solperché sepientemepiaciuto cazione ddi ritrovascolari, gt i /I ir r.ir. MS") Federico Fellini. Qui accanto, una sua caricatura di Nino Rota. A destra un disegno ispirato a «La voce della luna» dedicato a Andreotti