«Fermate l'uomo con la borsetta» di Antonella Amapane

Senza barella, muore tifoso Ma dopo le provocazioni di Versace, applausi anche al «ribaltone dandy» di Dolce&Gabbana «Fermate l'uomo con la borsetta» Psicologi e pubblicitari: immagini che offèndono igay UNA GONNA PER I MASCHI LMILANO A moda guarda al terzo sesso. E subito scoppia una polemica. Lui in pedana da Versus esibisce la borsetta. Per Dolce e Gabbana invece eccolo col ventaglio in una mano e il bocchino nell'altra, i capelli lisci, raccolti con un fiocchetto di velluto, la pelliccia di volpe, ma anche le vestaglie di dannunziana memoria. Nell'occhiello del gessato un garofano bianco, un tempo simbolo della bisessualità. Ed ò subito uno scontro. Un boato che si mescola agli applausi. A metter in guardia dalle «manipolazioni genetiche» che femminilizzano il guardaroba proposto da alcuni stilisti scende in campo la psicologa Vera Slepoj. L'esperta condanna duramente il ribaltone dandy, accennato anche da Valentino nei giorni scorsi a Firenze. «Boccio quest'immagine, perché nuoce alla psiche. La caricaturalizzazione e la uniformalizzazione dei due sessi - dice crea problemi di identificazione, attiva le perversioni. La morale non c'entra. Questo travestitismo non rende giustizia neppure ai gay. Li offende e crea caos». Ma di travestitismo non vogliono sentir parlare gli stilisti. Dolce e Gabbana raccontano che si sono ispirati all'eleganza raffinata promossa da personaggi come Garcia Lorca, Salvador Dall', Luchino Visconti, Rudolf Nureyev e Man Ray. Oltre alla genialità che cosa avevano in comune questi signori? «Erano omosessuali o bisessuali. Dandy che possedevano un gusto sottile per il dettaglio. Guarda caso le correnti forti nascono da individui come loro, con una sensibilità spiccatissima. Forse è una questione ormonale. Finiamola con le ipocrisie. E non crediate che i gay si femminilizzino, anzi vogliono apparire più macho. Sono gli etero quelli che scelgono le camicie rosa. I mezzibusti della tv non si truccano forse?», incalzano gli stilisti citando anche alcuni passi del libro «Interessi Truccati», bibbia del terzo sesso, scritta da Marjorie Garber. Non a caso a Londra furoreggia il bambolotto omosex machissimo, in vendita per corrispondenza. Versace si appella invece alla fondamentale libertà di essere sempre e comunque se stessi: «C'è posto per tutti, bancari, politici e anche per chi vuol mettere la borsetta». Pure i pubblicitari si agitano e vogliono dire la loro su questa tendenza. Primo fra tutti il creativo Aldo Biasi: «E' un grave errore di marketing. Un passo falso anche dal punto di vi- sta delle strategie di comunicazione. E' sbagliato proporre un modello di maschio narciso, autistico e femminile. La fase del¬ l'ambiguità sessuale come richiamo di mercato è superata, appartiene agli Anni Ottanta. Può avere pericolosi effetti eco¬ nomici sul settore. Oggi si va verso una nuova sobrietà, una ridefinizione dei ruoli». Non condivide le esagerazioni neppure il couturier Egon Fùrstenberg: «Gli uomini non vogliono essere ridicolizzati. Borsette e collane sono fuori discussione. Certo è che la libertà di vestirsi con colori forti e dettagli studiati - come le bretelle fantasie, il calzino squillante e la camicia a quadri - è diventato un bisogno diffuso», nota il principe stilista che ha tradotto con gusto questi diktat nella sua collezione economica Elledue. Le frontiere si dilatano. I professionisti in Usa il venerdì vanno in ufficio vestiti da week-end? Significa che la rigidità della vecchia divisa a poco a poco si sgretola. «Parliamo di spunti, di raffinatezze prese da altri mondi, non di volgarità - puntualizza Krizia - mica Oscar Wilde si vestiva da donna. Sfoggiare il raso e certe lavorazioni non significa sposare l'assoluta femminilità. Certo io non ho fatto sfilare la borsetta», conclude. Antonella Amapane Uno dei modelli presentati da Dolce&Gabbana alla sfilata di Milano

Luoghi citati: Firenze, Londra, Milano, Usa