«Credevo che per me fosse orinai finita»
Gì «Credevo che per me fosse orinai finita» L'INCUBO DI RAFFAELE GLI occhi ancora velati di terrore, una barbetta incolta d'adolescente, orecchino al lobo sinistro, Raffaele Alessi, 17 anni, racconta ai microfoni delle televisioni, poi ai giornalisti dei quotidiani, la sua avventura in mano al finto Rambo albanese, «steso» dai veri Rambo, i carabinieri addetti alle operazioni speciali. Un'avventura a lieto fine, per lui. Ma in quelle lunghe ore in mano a Ndoja la paura ha dapprima paralizzato mente e corpo di Raffaele, un ragazzino che dormiva tranquillamente nel suo letto e che nel giro di poche ore si è ritrovato in mezzo a una battaglia, una battaglia di pochi secondi in un appartamento di città. Poi alla paura è subentrata la rabbia di essere in una situazione così critica. Lui, l'albanese, che cosa ti diceva? «Non diceva niente, diceva so- lo: stai calmo, stai calmo, stai calmo. E basta. Nelle prime tre, quattro ore stavo bene, poi forse per la stanchezza, forse perché la paura subentrata nei primi momenti stava passando, bè, a quel punto mi stavo incavolando anch'io: mi trovavo in un casino in cui non c'entravo niente». Tu gli hai detto qualcosa? «No, non ho mai provato a parlargli, tanto mi sembrava perfettamente inutile. E poi quello conduceva le trattative da solo, al telefono, che cosa potevo dirgli io, che non sapevo niente della sua storia e che dormivo, quando lui è entrato?». A che cosa pensavi? «Pensavo che fosse finita male per me. Pensavo alla fine. Ma a un certo momento, non so neanche che ora fosse, si perde la cognizione del tempo, ho sentito un boom: un attimo, e sono entrati». Quando sono arrivate le te- ste di cuoio, che cosa hai provato? «Ho sentito dei botti, poi dei colpi. Ho capito che stava accadendo qualcosa. Mi sono trovato di fronte a quegli uomini incappucciati: erano tutti vestiti di nero, armati fino ai denti, mi hanno gridato di star giù. Mi sembrava di essere in un film, uno di quelli di azione. Poi ho capito che era finita, proprio finita, e che finalmente tornavo libero». [r. cri.] L'uomo aveva deciso l'assalto perché voleva 160 milioni dal patrigno del giovane: «Quei soldi erano miei, sono stato truffato» «Mi diceva "Stai calmo" Poi ho sentito un botto e sono entrati quegli uomini armati come fosse un film» L'assalto è scattato quando il sequestratore ha lanciato l'ultimatum E la folla urlava ai militari «Sparate, sparate» Raffaele Alessi, il diciassettenne rimasto ostaggio per sette ore dell'albanese A destra l'inizio del blitz dei Gis: in tre secondi le teste di cuoio faranno irruzione
Persone citate: Ndoja, Raffaele Alessi, Rambo
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