L'Europa dà fiducia a Dini

L'Europa dà fiducia a Dini L'Europa dà fiducia a Dini Il francese Alphandery: un vere jremier BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPÓNDENTE Per l'incarico di formare il governo, Lamberto Dini ha ricevuto ieri dai suoi ex colleghi europei un vero e proprio applauso. Alla riunione del Consiglio economia e finanze dell'Unione europea, il primo a lanciare il peana è stato il ministro francese Edmond Alphandery, nella sua qualità di presidente di turno del Consiglio. «Saluto il col¬ lega Dini, oggi assente più che giustificato - ha detto il ministro - Noi lo scusiamo più che volentieri. E' un onore infatti per noi che Lamberto Dini sia stato incaricato di formare il nuovo governo italiano. Io lo conosco bene già da quando era alla Banca d'Italia - ha proseguilo Alphandery - oggi non possiamo che gioire per l'Italia, per la scelta di un uomo con tante qualità e di tale credibilità». Il cancelliere dello scacchiere britannico, Kenneth Clarkc, si ò limitato a din; che Dini è ('l'uomo giusto al posto giusto», ed è stato imitato dal ministro spagnolo Solbes. Mentre il Commissario europeo Henning Christopherscn, che tra pochi giorni terminerà il suo mandato, ha ricordato la «preziosa collaborazione» di Dini, aggiungendo di essere sicuro che egli ! «farà molto bene» come capo ! del governo a Roma. L'ambasciatore Enzo Perlot, che in assenza del ministro italiano rappresentava il nostro Paese, e che è rimasto in contatto telefonico con Dini, ha confermato la volontà di «continuare a rafforzare la politica di aggiustamento dei conti pubblici». Una politica necessaria, ha aggiunto il ministro dell'Economia tedesco Theo Waigel, secondo cui i rigidi criteri stabiliti nel Trattato di Maastricht per l'accesso dei Paesi membri alla moneta unica europea, devono restare inalterati, anche se «tra i ministri degli Esteri sono emerse posizioni diverse». L'allusione era indirizzata al nostro Antonio Martino, unico tra i capi delle diplomazie dell'Unione ad aver chiesto pubblicamente la modifica dei criteri di Maastricht. La fermezza di Waigel è stata condivisa da Christophersen, secondo cui i Paesi con le finanze pubbliche più «malate» (Italia in testa), hanno bisogno di una forte «volontà politica» per restare nella prima classe dell'Europa. Sempre ieri Raniero Vanni d'Archirafi, Commissario uscente per il Mercato unico, si ò schierato dalla stessa parte della barricata, chiedendo al governo Dini di «riaccorciare la distanza tra Roma e Bruxelles», lungo «le linee del Trattato di Maastricht», riportando al più presto la lira nel sistema monetario europeo. If. sq.] DUE SETTIMANE IN ALTALENA 1043,54 1042,56 2/1 3/1 4/1 5/1 9/1 10/1 11/1 12/1 13/1 I6/1 Il Commissario europeo Henning Christophersen

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