Il mercato della nostra salute di Marina Verna

SCAFFALE SCAFFALE Il mercato della nostra salute RACCONTA Einstein che un giorno Enrico Fermi, sollecitato a riflettere sulle conseguenze dell'energia nucleare, replicò piccato: «Lasciatemi lavorare: è così bella la fisica!». E' ancora possibile, oggi, questo comportamento? E' moralmente accettabile? Sembra proprio di no. Tirarsi fuori non è più lecito. E la fioritura di libri sull'etica medica conferma che il problema è caldo e la riflessione avanzata. Dalla Germania arriva ora la versione italiana del «Modello di Lubecca», un ciclo di lezioni di bioetica obbligatorie per tutti gli studenti di medicina, raccolte in volume a cura di Dietrich von Engelhardt. La domanda centrale tocca il caposaldo della medicina occidentale: «La salute del malato sia legge suprema». La storia dell'Occidente, però, è piena di tentativi di abolire questo principio, subordinando i diritti del singolo a una religione, a una visione del mondo laica, agli interessi della ricerca scientifica, al bene dell'umanità nel suo complesso. Ma poi, davanti al caso singolo, al male proprio o di una persona cara, tutto ritorna in discussione e Ippocrate trionfa. Il «Modello di Lubecca» offre una rassegna di tutte le possibili fonti di problemi: genetica, psichiatria, diagnosi prenatale, accanimento terapeutico. E fa ampi riferimenti aloetica allargata» di Jonas, che suggerisce di mettere in conto anche gli effetti a disianza delle azioni umane sugli equilibri naturali, l'effetto cumulativo di interventi indipendenti l'uno dall'altro e differenti per scopi, programmi, percorsi, e l'irreversibilità di molti interventi. L'equità della distribuzione delle cure mediche - un punto toccato solo marginalmente dal «Modello di Lubecca» - è invece al centro del provocatorio libro di Paolo Vineis (epidemiologo) e Stefano Capri (docente di Economia sanitaria all'Università Statale di Milano) «La salute non è una merce». Dall'analisi dei dati a' disposizione, emergono- due considerazioni di non poca importanza per chi rifletta sulle ricadute del suo lavoro di ricerca: il trasferimento delle conoscenze dalla sperimentazione scientifica alla pratica quotidiana è lentissimo e spesso casuale; non sempre le terapie che vengono proposte poggiano su solide basi biologiche. Vineis e Capri citano un noto chirurgo americano, secondo il quale soltanto il 15 per cento degli interventi medici sarebbe sorretto da solide basi scientifiche. Spesso la dimostrazione dell'efficacia di un farmaco precede la scoperta del suo meccanismo d'azione: la prova empirica che un farmaco sia efficace e privo di effetti collaterali, pur in assenza di solide dimostrazioni scientifiche sul meccanismo d'azione a livello molecolare, è considerata un motivo sufficiente per applicare immediatamente questa conoscenza. Salvo poi dover fronteggiare le bordate - e magari le citazioni in giudizio - di chi non accetta come fatalità l'esito negativo di una terapia e considera irresponsabile chi ha tratto conclusioni troppo affrettate. «Etica e Medicina», a cura di Dietrich von Engelhardt, Guerini e Associati, 360 pagine, 58 mila lire; Paolo Vineis e Stefano Capri, «La salute non è una merce», Bollati Borlnghlerl, 140 pagine, 24 mila lire I medici sono soliti chiedere ai pazienti una fiducia incondizionata. Non prendono neppure in considerazione l'ipotesi che la loro scienza e coscienza vengano messe in dubbio e che il malato non abbia quella fiducia e docilità nei loro confronti che essi danno per scontata. E invece questo rapporto spesso si incrina. Il paziente è sempre più informato e cosciente, rifiuta di trangugiare medicine alla cieca, vuole conoscere le varie ipotesi e magari decidere da solo. Libri e riviste lo. aiutano da anni a farsi una cultura, che i medici guardano con sufficienza ma con la quale ormai devono fare i conti. Tra gli ultimi manuali usciti, ecco «Come riconoscere il medico giusto e difendere i vostri diritti di paziente», a cura di due giornaliste, Irene Merli e Maria Tatsos. Strutturato in domande e risposte, aiuta a capire i propri mali, a conoscere i propri diritti, a capire se ci si può fidare del proprio medico. Irene Merli, Maria Tatsos «Come riconoscere II medico giusto», Franco Angeli, 221 pagine, 25 mila lire Marina Verna

Luoghi citati: Capri, Germania, Milano