Croste oceaniche

Croste oceaniche Croste oceaniche Le ultime spedizioni 12 metri dall'epoca in cui Colombo effettuò la sua prima attraversata nel 1492. L'apertura dei fondali oceanici è avvenuta in modo pressoché costante. Le tracce di questa dinamica sono registrate nelle anomalie magnetiche delle rocce profonde simmetriche rispetto alla dorsale (rocce che risultano essere più vecchie man mano che ci allontaniamo dalla dorsale stessa): come dimostrato definitivamente da F. Vine e D. Matthews nel loro studio del 1966 sul tratto della dorsale di Reykjanes a Sud-Est dell'Islanda.' La teoria dell'espansione dei fondi oceanici ha quindi aperto la strada verso la formulazione della teoria della tettonica delle placche. Questo argomento è stato approfondito dal professor C. Emiliani dell'Università di Miami, che ha esplorato gli obiettivi della futura ricerca in campo geologico-oceanografico: gli studi dovranno concentrarsi sulla dinamica della litosfera in rapporto all'origine e previsione di terremoti ed eruzioni vulcaniche. W. Ryan dell'Osservatorio di Lamont-Doherty, ha affrontato il tema delle nuove tecnologie utilizzate nell'esplorazione oceanografica. Le navi oceanografiche attuali sono in grado di registrare centinaia di milioni di dati al giorno e di elaborati in modo da fornire immagini bidimensionali computerizzate della topografia e della struttura dei fondali. L'osservatorio oceanografico di Lamont-Doherty ha recentemente perfezionato una banca dati che permette al singolo studioso di acquisire le mappe batimetriche e geologiche della crosta oceanica attualmente conosciuta. Corrado Cigolini Università di Torino

Persone citate: Corrado Cigolini, Doherty, Lamont, Matthews

Luoghi citati: Islanda, Torino