CHE ARCIGNO POLEMISTA! GR .., GIOVANNI RABONI di Stefano Bartezzaghi

CHE ARCIGNO POLEMISTA! GR .., GIOVANNI RABONI CHE ARCIGNO POLEMISTA! GR .., GIOVANNI RABONI occorrerebbe spiegare chi fossero Ancata e Salinari. Qui, di questi tempi, stiamo facendo dei giochi sulle iniziali dei nomi, e sono giochi dialogici. Ma le analogie con gli epigrammi di Fortini ovviamente finiscono qui. Il gioco di oggi è quello delle sigle esclamative. Si presenta così: «Ancora ISepolcri\ Ancora l'amica risanata]))./ «Uf, Ugo Foscolo». La prima battuta introduce, la seconda contiene il gioco. «Non mi ricordo più come si chiama quell'attore sempre un po' agitato...»/ «Ah, Alessandro Haber». «Possiamo litigare su tutto, ma non su Per chi suona la campana». I «Eh, Ernest Hemingway...». «E' emaciata da fare spavento». / «Ih, Isabelle Huppert». «Che meraviglia, di nuovo le comiche in tivù! Guarda lì». / «Oh, Oliver Hardy». «Cammino per il centro di Milano, quando chi ti incontro?». / «Uh, Ulrico Hoepli!». E' un gioco che, rara avis per noi, viene meglio detto che letto. Voi che leggete dovete naturalmente fare tutto il lavoro di ricostruire l'intonazione: se dico «Uf, Ugo Foscolo» è facile; se dico «'Az, Andrea Zanzotto» è già più difficile. In certi casi si ottengono parole vere e proprie: «Vedo la famosa regista, e le dico che mi pare brava, ma un po' pigra». / «Fa', Francesca Archibugi». In altri casi siamo al vociare semi-indistinto, al parlato colloquiale, a quelle che i linguisti chiamano «forme d'Allegro»: «Chi si vede!». / «Uè, Umberto Eco». Oppure, più romanesco: «Aò, Anna Oxa!». I nomi stranieri ne consentono di tutti i colori. Dialogo: «Un'ovazione per il nostro poeta preferito». / «Wha, Wystan Hugh Auden!». «Ma non era l'autore della Terra desolata?». I «Tse, Thomas Stearns Eliot...». Oppure, e per ora è un record: «Ti sfido a ricordare il nome completo di quel famoso architetto finlandese!». / «Ha ha! Hugo Alvar Henrik Aalto!». Ma torniamo ai poeti, che mi sembra si prestino proprio. Oltre a quelli che abbiamo già visto (Foscolo, Zanzotto, Auden, Eliot) eccone qualcun altro. Avviso: in un caso, «vm» va letto con un suono paravocalico intermedio (una specie di «u» soffocata); in un altro caso, le iniziali hanno valore alfabetico (de si leggeranno «di-ci»): «Poeta, da chi hai preso l'influenza?». / «Da Dante Alighieri». «Dove posso appoggiare il manoscritto del Furioso?». / «Là, Ludovico Ariosto». «Ma doveva arrivare proprio adesso?». / «Ac', Annibal Caro». «Mica darai retta a quell'antimarinista?». / «Ts, Tommaso Stigliamo. «Come sfrecciava, quella mongolfiera!». / «Vm, Vincenzo Monti!». «Hic Rhodus, hic salta: sù». / «Ip, «Ma, signora mia, come era focoso quel Campana!». / «Sa, Sibilla Aleramo...». «Smetti di fare quei versacci, e parlami dell'ermetismo». / «Gu, Giuseppe Ungaretti». «Dai, non ti vergognare, dimmelo pure chi è il tuo poeta preferito...». / «'Em, Eugenio Montale». «Ma davvero gli hanno dedicato una piazza in Inghilterra? E come si chiama?». / «Sq, Salvatore Quasimodo». «Perché ti senti soffocare?». / «Ag!, Alfonso Gatto!». «Smettila di sbuffare! un po' di rispetto!». / «Ff, Franco Fortini». «Che arcigno polemista!». / «Gr, Giovanni Raboni». «Davvero leggi molti poeti? Ma chi, in particolare?». / «Es.: Edoardo Sanguineti». Scrivete a: Stefano Bartezzaghi, «La posta in gioco», La Stampa Tuttolibri, via Marenco 32, 10126 Torino. Ippolito Pindemonte». «Ristòmmi o vàdomene?». / «Va', Vittorio Alfieri». «Io ì'Eifii non lo leggo, lo divoro». / «Am, Alessandro Manzoni». «C'è la scapigliatura! si salvi chi può!». / «Tut...!, Igino Ugo Tarchetti!». «E' proprio chic, l'ottuagenario». / «In, Ippolito Nievo». «Fate un po' di silenzio, che incominciamo i crepuscolari...». / «Se!, Sergio Corazzimi». «Proprio buoni, questi crepuscolari...». / «Mm, Marino Moretti». «Non ne posso più, adesso torno a Marradi». / «Dici, Dino Campana?». Stefano Bartezzaghi

Luoghi citati: Marradi, Milano, Torino